La piazza della stazione “poteva diventare un parco urbano”

Dopo il via libera al progetto dell'amministrazione, il circolo cittadino degli ambientalisti parla di "un’occasione mancata". E torna al convegno del novembre 2017, in cui s'immaginava una prospettiva diversa

Generico 2018

La piazza della stazione di Gallarate? Poteva diventare «un parco verde, spostando i parcheggi nell’adiacente area ferroviaria, oggi dismessa». Per Legambiente Gallarate era una prospettiva vera, fattibile, già toccata in un convegno del novembre 2017 e su cui si poteva lavorare.

«La sistemazione di piazza Giovanni XXIII è un’occasione mancata perché, con un poco di lungimiranza, avrebbe potuto contribuire a soddisfare la carenza di verde urbano» dice Francesco Torreggiani, presidente del circolo cittadino intitolato a Ercole Ferrario, all’indomani dell’ultimo passaggio formale del progetto, lo stanziamento di bilancio in consiglio comunale. «Dietro le parole di “convenienza” presenti nel progetto dell’Amministrazione comunale si nasconde una mancanza di visione sul ruolo che il verde urbano dovrebbe assolvere per il benessere della cittadinanza. Non si può pensare di concentrare in uno spazio così limitato bisogni contrapposti. La piazza non può essere allo stesso tempo polmone verde, luogo di sosta, di svago, di incontro, di richiamo all’arte e nello stesso tempo contenitore di mezzi inquinanti, oppure pensato quale spazio interdetto ad alcune categorie di persone».

«L’Amministrazione comunale di Gallarate ha perso l’occasione o non ha avuto l’intenzione di separare le due necessità: salute e mobilità» continua Torreggiani. Per Legambiente quello spazio di quasi 3mila metri quadri in centro città si poteva immaginare diversamente, come un vero parco.

«Un concorso di idee sulla sistemazione della piazza avrebbe certamente sviluppato la discussione sulle reali possibilità per rinnovare il volto di Gallarate.  Eppure in altre realtà comunali la soluzione è stata trovata, gli spazi liberi in prossimità dell’edificio della stazione sono diventati parcheggi al servizio dei viaggiatori. Seguendo quest’esempio la piazza davanti alla stazione  sarebbe potuta diventare la porta d’accesso alla città, uno spazio a verde per i cittadini, uno dei pochi spazi verdi riqualificati presenti sul territorio comunale.

Il circolo cittadino di Legambiente torna poi a metà novembre 2017, quando il sodalizio ambientalista organizzò al MAGA il convegno dal titolo “Rigeneriamo la città”. «Accanto ai numerosi architetti, spiccò la partecipazione dell’assessore Alessandro Petrone e di Carlo De Vito, responsabile di FS Sistemi Urbani (ovvero il riutilizzo delle aree ferroviarie oggi in disuso) accompagnato dalla nostra presidente regionale Barbara Meggetto».

Per Legambiente era uno spunto importante: «Fra i vari compiti di De Vito vi è quello di sviluppare le attività connesse ai parcheggi e alle aree per la sosta di mezzi di trasporto di qualsiasi tipo. Ma la scintilla tra lui ed il Comune purtroppo non scoccò, l’incontro avvenne, ma in più di tre anni nulla scaturì. L’occasione persa alimenta ora le polemiche sulle reali finalità dell’operazione di risistemazione di questo angolo della città e distoglie l’attenzione e le risorse dei cittadini dall’impegno nel creare una città a misura d’uomo per le future generazioni». 

I lavori in piazza stazione di Gallarate: cosa è previsto

Il progetto dell’intervento sulla piazza nel giro di un anno è passato da diverse revisioni. Il progetto messo a gara e affidato prevede la creazione di un passaggio nella zona centrale della piazza e una serie di abbattimenti di alberi concentrati sul lato verso i portici. Viene rifatta anche l’illuminazione.

progetto piazza stazione Giovanni XXIII Gallarate

Gli abbattimenti previsti dal progetto

Ovviamente diversi sono gli accenti usati da favorevoli e contrari, in particolare sugli alberi.L’amministrazione sostiene che sarà motore di rinnovo dello spazio, darà più ordine e produrrà meno degrado; sottolinea poi che gli interventi sulle alberature sono “a saldo zero” (qui l’articolo completo), vale a dire si piantano tanti alberi quanti vengono tagliati. Il Comitato Salviamo gli Alberi contesta invece che gli alberi saranno inevitabilmente più piccoli e il progetto produrrà uno spazio «meno naturale» (qui l’articolo completo). L’opposizione in consiglio invece ha contestato la validità del progetto per l’obbiettivo che si pone, dicendo che il rinnovo degli spazi non produrrà di per sé meno degrado e più sicurezza.

Roberto Morandi
roberto.morandi@varesenews.it

Fare giornalismo vuol dire raccontare i fatti, avere il coraggio di interpretarli, a volte anche cercare nel passato le radici di ciò che viviamo. È quello che provo a fare a VareseNews.

Pubblicato il 18 Dicembre 2020
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