La sfida aerospaziale tra innovazione e prova di forza per il Paese, la proposta Pd sotto la regia di Marantelli

È improntata alla condivisione nel nome di qualcosa di alto e strategico la linea del Partito Democratico sul settore dell’aerospaziale ribadita durante un appuntamento web organizzato dal partito

daniele marantelli

«Ci sono settori che devono stare al di sopra della diatriba politica tra partiti e l’aerospaziale è proprio uno di questi». È improntata alla condivisione nel nome di qualcosa di alto e strategico la linea del Partito Democratico sul settore dell’aerospaziale ribadita durante un appuntamento web organizzato dal partito. 

Vi hanno preso parte il vicesegretario Andrea Orlando, la presidente della Commissione Difesa al Senato Roberta Pinotti, il vice presidente di Commissione alla Camera Roger De Menech e il sottosegretario alla Sviluppo economico Gian Paolo Manzella organizzato sotto la regia responsabile nazionale del partito Daniele Marantelli.

LA DIRETTA

Un lungo confronto tra politica e addetti ai lavori (all’evento ha partecipato anche la CEO di Secondo Mona Claudia Mona).

Ma le proposte dei dem sono racchiuse nel documento di presentazione portato al tavolo virtuale proprio da Daniele Marantelli: si va dalla proposta di un Fondo per l’investimento nel settore aerospaziale (soprattutto per proteggere le Pmi, “gioiellini che potrebbero essere attenzionati da Stati stranieri); un fondo per la trasformazione ambientale; l’introduzione di strumenti finanziari per sostenere l’impegno in ricerca e sviluppo; la realizzazione di un grande centro di ricerca sulla modernizzazione dell’aerospazio, la piena attuazione della riforma G2G per l’export, il finanziamento delle leggi speciali per il settore, il ricorso ai fondi Ice per sostenere i cluster regionali negli appuntamenti internazionali.

Ecco il testo completo della relazione preparata da Marantelli con le proposte sulla aerospaziale

L’aerospazio è l’industria del futuro. Strategica per l’Italia.
Dalle radici solide. Nell’ala fissa, pensiamo alle frecce tricolori, nell’ala rotante, gli elicotteri sul podio mondiale, così come nella storia dell’esplorazione spaziale, dove siamo stati terzi al mondo ad inviare satelliti nello spazio. Le radici sono importanti, ma di fronte ai cambiamenti epocali di questo tempo, non si può vivere di rendita.

Come stare da protagonisti in questi cambiamenti? Interpretando con realismo e visione il ruolo dell’Italia in questo settore.
Noi abbiamo voluto, vogliamo provarci, riducendo al minimo il rischio di un mercato di parole.
Coniugando impresa ed export, lavoro e occupazione, ricerca e innovazione, questo settore costituisce un vero e proprio ecosistema industriale: 45.000 lavoratori diretti, 160.000 con l’indotto. Da un grande protagonista come Leonardo a centinaia di piccole e medie imprese della filiera, spesso di livello internazionale.
Il rapporto tra investimenti e ricavi è di 1 a 4. Per noi “prima le persone”, non è solo una felice definizione di Zingaretti. Né una concessione retorica.

L’aerospazio, attraverso le tecnologie sviluppate e applicate, quali cibernetica, intelligenza artificiale, simulazione, realtà aumentata, assumerà un ruolo sempre più strategico in campi importanti, appunto, per le persone, come la sanità, l’ambiente, l’agricoltura, il territorio, la sicurezza.
In pochi sanno, per esempio, che il feroce capo di Cosa Nostra fu catturato anche grazie all’apporto di una piccola azienda di questa filiera.

Dobbiamo, pertanto, scommettere in un campo in grado di creare valore aggiunto e nuova ricchezza.
Non tornare al mondo di prima significa organizzare una lotta senza quartiere alle disuguaglianze, consapevoli che la logica assistenziale e puramente redistributiva è del tutto inefficace.
Non vogliamo essere astratti. Non siamo in una camera iperbarica. Il COVID ha già mutato gli equilibri geopolitici.
L’Asia, finora, ha saputo reagire meglio di altri.
C’è da chiedersi se l’Occidente saprà garantire anche in futuro i diritti di libertà, salute, cultura, benessere di cui tante generazioni hanno goduto fin qui in questa parte della Terra.

Siamo ad un passaggio cruciale. Intorno alla corsa allo spazio si determineranno gli equilibri e le competizioni globali, non solo tra le grandi potenze. Le scelte che l’Italia farà, sia con i suoi alleati storici, Europa, Stati Uniti, che autonomamente, saranno decisive.
Dobbiamo spingere per realizzare gli Stati Uniti d’Europa.
Un’Europa dei popoli, federale. Quando diciamo autonomamente bisogna fare esempi concreti. Eccone uno.
L’Italia, non per presunzione ma per dimostrata capacità, può svolgere un ruolo di leader nell’elicottero di nuova generazione.
E’ chiaro che i nostri alleati naturali sono in Europa e nella Nato.

Ma è così blasfemo escludere a priori collaborazioni con Paesi come la Corea del Sud o il Giappone?
Ringrazio tutti coloro che hanno dato una mano per dar vita al documento del PD sull’aerospazio. Esponenti del Governo, del Parlamento, delle imprese, delle Università, del mondo del lavoro, singole personalità.
Il fondo per l’investimento nel settore aeronautico per le piccole e medie imprese che devono affrontare processi di aggregazione, fusione, ristrutturazione dei loro bilanci, nasce da un’idea emersa durante un incontro a Settembre a Milano in Confindustria Lombardia tra piccoli e medi imprenditori del cluster e il Sottosegretario Manzella che ringrazio per il suo prezioso lavoro.
Un’idea che trova una prima risposta nella manovra di bilancio in discussione.

Guai a perdere di vista la realtà. Anche se nessuno ne parla, noi sappiamo che molte aziende sono gioiellini oggetto del desiderio di stati stranieri. Non solo asiatici. Di fronte ai colpi della crisi il rischio di perdere preziosi patrimoni non si scongiura con il golden power, ma con proposte concrete e politiche industriali lungimiranti.
Proponiamo di istituire un fondo per accompagnare processi di diversificazione e trasformazione ambientale del settore.
Un altro strumento riguarda l’impegno per la ricerca e lo sviluppo, perché le tecnologie dell’aviazione verde saranno una delle principali linee di sviluppo dei prossimi anni difronte alla grave crisi del trasporto aereo.
Noi abbiamo una realtà importante come il CIRA. Si tratta, pur rispettando l’autonomia della ricerca, di comprendere bene il nesso esistente tra il lavoro di centinaia di ricercatori e le ricadute industriali per migliaia di lavoratori. Vado al sodo. Alle fabbriche, ai lavoratori, che lavoro dai da fare?

Come accade in altri Paesi europei dobbiamo implementare la ricerca nelle tematiche di sviluppo dell’aeronautica, dalle tecnologie verdi ai processi di digitalizzazione.
Dobbiamo valorizzare il G2G completandone le procedure per un efficace utilizzo. Ricerca, nuovi prodotti, gare, contratti.
Questa è la via maestra per vincere la spietata concorrenza nelle sfide internazionali. Vanno sostenute, pertanto, le nostre imprese con tutti gli strumenti necessari. Consapevoli della differenza fra essere proprietari di piattaforme o fornitori
Naturalmente, bisogna che taluni progetti siano integrati con altri, innanzitutto, in Europa, della quale vediamo in questi mesi la grande importanza.

Si dice che l’Europa è il più importante presidio dei diritti umani nel mondo. E’ vero. Se però vogliamo che non resti un’affermazione retorica, va rafforzato il Piano di Difesa Comune Europeo. L’accordo sul fondo di 7 miliardi di pochi giorni fa è molto importante. Interverrà su questi temi, con la consueta competenza, la presidente Roberta Pinotti.
In tale contesto, per esempio, risulta evidente che l’Europa non può permettersi di lavorare, pensiamo a certi velivoli, su due prodotti simili. Non si deve mai sottovalutare il principio di compensazione industriale che deve riguardare il massimo livello di tecnologia, non i parafanghi. Va fatto un bilancio della Legge 808, strumento prezioso che ha funzionato per molti anni, senza stravolgerne le finalità.

Bisogna sostenere i nostri distretti quando partecipano ai grandi saloni internazionali, utilizzando i fondi ICE, favorire le esportazioni seguendo anche singole aziende, abbattendone le spese commerciali.
Fare emergere le start-up mettendo a terra gli investimenti programmati.
E’ ormai matura l’esigenza di definire “Un nuovo piano di settore” che coinvolga le più importanti energie pubbliche e private italiane, con l’apporto, indispensabile, di Università, aziende e sindacati.
E’ utile che, a partire dal MISE, ci si lavori subito. L’incontro di oggi, insomma, non è la tappa finale dei Campi Elisi.
Dello spazio ci si è occupati molto in questi anni.

Nella vicenda per la direzione dell’ESA, l’Italia non ha brillato. Questo obiettivo insuccesso (nessuno a Palazzo Chigi si offenda) non deve inficiare gli interessi industriali sui quali impegnarci.
I satelliti e le telecomunicazioni saranno sempre più centrali nella space economy. Sui satelliti siamo già bravi. Su Vega vi deve essere una grande attenzione del Governo.
Sulle telecomunicazioni l’Italia deve fare un salto di qualità.
La vicenda ESA va analizzata con freddezza. Il successo del candidato austriaco ASCHBACHER, è dipeso certo dalla sua grande competenza. Ma il contributo che dà l’Austria è imparagonabile al nostro che è di oltre 2,3 miliardi nel prossimo triennio. Forse riflettere su un’Europa dove 1 vale 1 non è una perdita di tempo. Ora si libera il direttorato dell’Osservazioni della Terra di Frascati. L’Italia non può ancora sbatterci la faccia.

Non abbiamo 200 o 300 candidati. Ne abbiamo 2 o 3 di veramente competitivi. Questa volta non si può fallire.
Naturalmente italianità non significa scoraggiare gli investimenti stranieri, né esorcizzare il valore della concorrenza. Anzi, va rafforzato il tessuto della cooperazione europea. Abbiamo ascoltato nei giorni scorsi alcune affermazioni un po’ singolari dopo la vittoria di Joe Biden. Vittoria legittima, meritata, che, per quanto mi riguarda, era attesa come una liberazione. Non perché, come Ibraihmovic al Milan, dimostra che la teoria della rottamazione non è proprio inossidabile, ma per il suo profondo significato politico e di valori, in questa fase della Storia. Con gli USA, è stato detto da alcuni esponenti di maggioranza e opposizione, andrà tutto avanti come prima.

Suggerirei umiltà e senso delle proporzioni. Dipenderà dagli Stati Uniti, innanzitutto, più che da noi.
Quando mi chiedono: sei di sinistra? Sempre stato. Dalle mie parti lo sanno anche i sassi.
Ciò non ha mai incrinato la convinzione che su aerospazio, così come su Politica Estera e Difesa, c’è bisogno di una larga condivisione fra le forze politiche e sociali. Le classi dirigenti che contano in Europa fanno così.
Su aerospazio vi sono programmi che durano decenni. C’è il prodotto. Ci sono i servizi.
Durano molto più delle mutevoli maggioranze di governo.

Ecco perché serve una strategia condivisa, senza piantare goffe bandierine di partito, quando non addirittura di pezzi di partito. Con questo spirito abbiamo dato vita al documento sull’aerospazio. Nessuna boria di partito.
Tant’è che alla festa nazionale de L’Unità abbiamo invitato al confronto Guido Crosetto in quanto Presidente AIAD, vero, ma collocato politicamente senza ambiguità nel centrodestra.
Un documento da perfezionare, arricchire, modificare in progress.
Con al centro, sempre, competenza e qualità. Eh già, perché aerei, elicotteri, satelliti, devono stare su nel cielo. Non si può bluffare.
Il Covid ha fatto emergere un dato: certe élite nella politica, nell’economia, nei media, nella sanità persino, sono diventate tali, più per relazioni amicali che per merito. Un lusso che non possiamo più permetterci.

La politica deve dispiegare la sua funzione autonoma senza improprie invasioni di campo. Ma, sempre, con la schiena diritta.
Il venerdì santo del 2013 andai a trovare in carcere uno dei protagonisti di questo settore. Perché lo feci? Perché, da esponente delle istituzioni, sentivo il dovere di esprimere gratitudine ad una persona, lontana dalle mie idee politiche, ma che, ereditando un’azienda che traballava, l’aveva portata sul tetto del mondo. Non ho atteso, insomma, che la Cassazione dopo 6 anni lo scagionasse dalle accuse.
Mi permetto di dare un consiglio a chi dirige, stando almeno ai sondaggi, temporaneamente, il primo partito italiano: “Pesa le parole prima di indebolire una delle principali aziende del nostro Paese”. Sorprende che il suo responsabile esteri non gli abbia spiegato ciò che, come me, ha appreso da tanti esponenti del settore, alcuni dei quali autentici fuoriclasse. Certo, in questa come in altre realtà, non si possono lasciare le situazioni a bagnomaria, tanto più quando riguardano il destino di decine di migliaia di lavoratori.

Questo incontro ci aiuterà ad entrare nel merito di questioni complesse, grazie all’apporto delle persone che hanno accolto il nostro invito. Alcune molto note, altre meno. Ma, avendo timbrato il cartellino per 20 anni, ho incrociato spesso bancari più attenti dei banchieri alle ragioni dei risparmiatori e delle imprese.
Non si tratta solo di rivendicare, genericamente, risorse adeguate per il settore, ma di valorizzare il volto migliore dell’Italia nel mondo.
Quello della cultura, della solidarietà, della pace.
Vogliamo pensare che le centinaia di giovani, provenienti da ogni continente, che a Galatina e a Sesto Calende imparano a pilotare addestratori ed elicotteri, saranno, quando torneranno a casa, anche loro importanti ambasciatori del nostro paese e dei suoi valori.

Anche per questo il New Generation Eu dovrà essere un potente strumento per progetti innovativi.
Concluderà il nostro incontro Andrea Orlando che, per conto del PD, segue il tavolo di lavoro riguardante programmi e contenuti. Se lo riterrà utile, prepareremo anche un promemoria più circostanziato e incisivo.
Lo ringrazio per aver accettato anche il compito di concludere questo confronto. E’ un compito impegnativo.
Ma, del resto, quando parliamo di aerospazio, parliamo di futuro e di progresso nella loro dimensione più affascinante.
E lì devono stare, direi naturalmente, il cuore e la mente di una forza progressista, popolare e democratica.

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 18 Dicembre 2020
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