La sinistra di Busto Arsizio auspica azioni legali contro chi ha portato Accam al disastro

Sinistra Italiana, Progetto Per Busto e Sognare Insieme Castellanza vanno all'attacco sul tema Accam, annunciano azioni legali e presentano la loro proposta alternativa: "Si vada verso economia circolare"

aldo altieri carlo stelluti

I partiti e le associazioni legate alla sinistra cittadina (Sinistra Italiana, Progetto per Busto e Sognare Insieme Castellanza) hanno diramato una nota sul tema Accam nella quale auspicano una serie di azioni legali nei confronti di tutti coloro che hanno promosso e avallato gli indirizzi politici che hanno portato la società che gestisce l’inceneritore al disastro economico e ambientale.

Secondo i gruppi che fanno riferimento alla sinistra cittadina la magistratura dovrebbe approfondire altri aspetti ancora oscuri della gestione della società e agire nei confronti di ex-presidenti, consiglieri del consiglio di amministrazione, sindaci e consiglieri comunali che, con il loro voto, hanno permesso e avallato indirizzi politici fallimentari, creando un disastro economico, ambientale nel territorio e nell’Accam S.p.A.. La magistratura faccia piena luce su quanto accaduto nella società a seguito degli arresti avvenuti lo scorso anno fra cui risultava il delegato del sindaco di Busto, la presidente e il direttore generale. (in un primo momento abbiamo scritto che sarebbero stati i gruppi stessi ad agire legalmente, ipotesi smentita dagli stessi interessati, nda)

La sinistra bustocca chiede alla magistratura, inoltre, di chiarire il ruolo svolto dal Consigliere Comunale di Busto Arsizio Paolo Efrem, recentemente arrestato, vengano rese note le indagini che stanno coinvolgendo alcuni comuni fra cui quello di Cassano Magnago, chiarisca a quale titolo alcuni privati avrebbero versato 3 milioni di euro ad Accam e chiede che vengano individuate le responsabilità dell’incendio di metà gennaio 2020 e della mancata copertura assicurativa protrattasi per ben tre anni. Secondo gli esponenti dei movimenti e gruppi sopra citati, al fine di favorire le indagini, l’attuale direzione di Accam debba rassegnare le proprie dimissioni dando così un segnale di forte discontinuità e di trasparenza.

Per la sinistra va chiarito il quadro economico finanziario in cui versa la società: «La società è fortemente indebitata, in questi anni hanno sperperato il capitale sociale da € 24 milioni a € 4 milioni, una perdita secca dell’ 80%. La stampa locale parla di un debito stimato in circa 10/15 milioni di euro. Il giudice ha emesso un decreto ingiuntivo secondo il quale Accam dovrebbe saldare Europower con una cifra pari a 4,4 milioni di Euro per fatture inevase. Accam, inoltre, risulta inadempiente per non aver presentato il bilancio 2019 al punto che il Comune di Legnano ha chiesto l’intervento della Corte dei Conti e del Ministero delle Finanze per poter presentare il proprio bilancio consolidato.

I proponenti attaccano anche il piano voluto dal Sindaco di Busto Arsizio che – sostengono – è risultato inapplicabile: «Oggi sembra abbandonato dallo stesso sindaco. AMGA, il consorzio di 8 comuni che fa capo al Comune di Legnano, vorrebbe mettere a disposizione 8 milioni di euro per ristrutturare l’impianto e mantenere in vita ACCAM a condizione che resti in funzione almeno fino al 2032. Questa prospettiva oltre che diseconomica, non risulta più sopportabile a seguito del forte inquinamento, nocivo per la salute delle popolazioni limitrofe, oltre che fuori dalle leggi vigenti»

L’offerta di Amga, per ora solo a parole, prevede la trasformazione dell’impianto in un inceneritore per l’essicazione dei fanghi raccolti nei depuratori e la costruzione di un impianto per produrre calore col gas proveniente dai rifiuti umidi: «Ciò per alimentare un impianto di teleriscaldamento coinvolgendo come struttura operativa Cap Holding. Un ipotesi a cui siamo fortemente contrari».

I gruppi di sinistra provano anche a farsi promotori di un piano alternativo a quelli emersi fino ad oggi e che si basi sulla logica dell’economia circolare: «Chiediamo di riprogettare completamente il ciclo dei rifiuti sul territorio , la riqualificazione del personale per mantenere i livelli occupazionali nella nuova azienda, la chiusura immediata dell’inceneritore e della società Accam, la costituzione di una nuova società pubblica senza fini di lucro per un nuovo piano che non si basi sull’incenerimento e con un nuovo statuto che preveda la rappresentanza di Legambiente, sindacati dei Lavoratori e degli imprenditori, associazioni di cittadini».

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 18 Dicembre 2020
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