“L’autotune sta appiattendo la musica”, lo sfogo di Ashraff 30

La riflessione dopo lo sdoganamento dell' "Autotune" software per manipolazione l'audio e che permette di correggere l'intonazione e creare effetti di distorsione. E' molto usato nella musica trap

Generica 2020

Riceviamo e pubblichiamo la riflessione del musicista reggae parabiaghese Ashraff 30 sull’omologazione della musica dopo lo sdoganamento dell’ “Autotune” software per manipolazione l’audio e che permette di correggere l’intonazione e creare effetti di distorsione. E’ molto usato nella musica trap


Una volta chi praticava arte aveva un dono, una marcia in più, un talento; come quando di fronte al mago rimanevi colpito. Non era una cosa da tutti ma da pochi eletti… c’era la predisposizione che poi si sommava alla passione, che a sua volta veniva avvolta dall’impegno, che a volte dava frutti e a volte no, ma con un particolare: non potevi mettere in discussione la sostanza, l’artista c’era nel vero senso della parola.

Ora andiamo nello specifico, nel mondo della musica là dove io sono cresciuto e invecchiato. E se vogliamo scavare ancora più in giù, parliamo della voce, lo strumento più particolare che l’umanità abbia mai conosciuto. Lei ha come peculiarità il timbro, l’anima, le emozioni del momento, lo stato d’anima dell’istante. Se conti 100 cantanti, stai contando 100 timbri diversi, e beh sì! Ogni voce è diversa dall’altra. Salvo quei casi in cui noti che due cantanti hanno una voce molto simile: potrei citare Luciano e Bushman, ma che cosa sarebbe una regola senza eccezione. Comunque andiamo avanti…

Quindi dicevo che una volta avevi la possibilità di scegliere tra una voce e l’altra, un timbro a secondo delle nostre preferenze sulle frequenze che ne emanano: alta bassa media, caldo dolce o sensuale insomma ci siamo capiti.

Ma in un mondo dove tutto viene industrializzato (scarpe, borse, macchine, vestiti) tutto viene fatto in “serie” google: quantità numerica di elementi considerati in un ordine o in una successione. E in questo contesto la riproduzione di una qualsiasi cosa in altissime quantità. E vi assicuro che notare una differenza tra tali cose diventa un impresa impossibile, perché sono identiche e nel caso dovessi notarla si chiamerebbe difetto di produzione.
Ed è esattamente ciò che sta accadendo nel mondo della musica con l’invenzione del secolo “Autotune”. I motivi che fanno bollire il sangue a proposito sono tanti: chiunque si può permettere di entrare in uno studio, indossare le cuffie, mettersi di fronte ad un microfono e fare un disco, non importa se sei stonato come una campana perché “dono della voce = difetto di produzione”.

Impossibile avere una voce preferita o un timbro preferito, perché dopo il passaggio della voce sulla tangenziale Autotune succede ciò che amo chiamare un appiattimento vocale (timbro, anima, calore vanno a farsi benedire). Quindi puoi ascoltare il disco di Natasha, Pasquale, Mario, Ashar o Nairobi e non riesci a notare nessun tipo di differenza tra le loro voci, anzi fai pure fatica a capire chi è Uomo o Donna perché sono tutti uguali e scusate se dico che non riescono a trasmettermi nessun tipo di emozione.

E sapete qual è la cosa più triste? Che anche quei pochi dalla “voce d’oro” stanno prendendo la strada dell’autotune, perché credono che così si possa arrivare prima al traguardo. Tu che fin dal principio hai avuto questo dono della voce, che hai lavorato sodo per tenertelo stretto e colpisci ogni cuore vicino, hai tutto il mio rispetto. Mentre tu che ti sei costruito sopra autotune, ti prego lascia perdere. Parole di un uomo che non sa più cosa fare!

Valeria Arini
valeria.arini@legnanonews.com
Pubblicato il 15 Dicembre 2020
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