Legalità e trasparenza: se ne parla con Nando Dalla Chiesa all’Insubria
Il professore, figlio del generale Carlo Alberto, ha ribadito l'importanza delle università nel promuovere la cultura della legalità e del senso del dovere necessaria per ripensare la società
Legalità e trasparenza per ripensare la società e l’università come fucina di una nuova sensibilità ispirata a questi principi. Questi i temi al centro dell’incontro con il professore Fernando Dalla Chiesa – figlio del generale Carlo Alberto assassinato dalla Mafia – organizzato venerdì 18 dicembre dall’Università degli studi dell’Insubria in occasione della Giornata della trasparenza 2020.
«Siamo sempre stati convinti – ha introdotto Federico Raos, responsabile della prevenzione della corruzione e della trasparenza dell’Università dell’Insubria – che eventi come i nostri open day e le Notti dei ricercatori dovessero essere momenti di trasparenza. All’inizio di quest’anno abbiamo però deciso di riservare un momento alla riflessione sul ruolo degli atenei e sul valore della legalità. Infatti, più il contesto si fa difficile, più è importante avere chiari e saldi i valori fondamentali: trasparenza, giustizia e interesse pubblico».
«Il progetto Giovani pensatori – ha raccontato Fabio Minazzi, docente del Dipartimento di Scienze teoriche e applicate dell’Insubria – è nato per favorire un’osmosi più diretta tra il mondo dell’Università e quello della scuola. L’iniziativa da 12 anni vuole aiutare gli studenti a costruire quel senso critico che li accompagnerà per tutta la vita. Ed è in questo contesto che nasce il progetto di legalità come prassi, per far sì che i ragazzi siano in grado di far valere i propri diritti ed essere “sentinelle di legalità” nella loro vita quotidiana».
«La legalità – ha commentato Fernando Dalla Chiesa – va osservata soprattutto in ambito pubblico. Le istituzioni devono essere un modello a partire dalla sanità, dalla giustizia, alla scuola e all’università, ma anche le forze dell’ordine, le istituzioni».
«Un ruolo importante – ha aggiunto Dalla Chiesa – in questo contesto lo svolge l’università. Tra le aule degli atenei si diffonde la conoscenza, ma soprattutto si promuove il senso del dovere».
«L’università – ha poi spiegato Dalla Chiesa – può fare molto per diffondere la cultura della legalità e contribuire a trasformare la società, ma allo stesso tempo può fare anche danni gravi. Un esempio riguarda la corruzione, e quei docenti che dopo aver ricevuto soldi o piccoli regali conferiscono autorità importanti (come il potere di firma per un opera architettonica o la perizia psichiatrica di un imputato) a persone non meritevoli o apertamente in malafede».
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