Nella pizzeria gestita dai ragazzi Down, che aspettano di tornare insieme

In un locale sequestrato alla mafia, "Amicorum" offriva una occasione di crescita e relazione, ma anche uno spazio d'incontro per varie attività. La chiusura ha interrotto l'attività, ma non il legame

Amicorum Cassano Magnago

Il forno per le pizze è freddo ormai da due mesi, da quando c’è stata l’ultima stretta sui locali pubblici.
Ma non è quello il calore che manca di più, nei locali di “Amicorum”, di Cassano Magnago. Un luogo che da fuori sembra una normale pizzeria, di quelle di quartiere, dove uscire a mangiare in settimana, ma che invece ha un cuore tutto diverso: è infatti un luogo in cui ragazzi e ragazze con la sindrome di Down trovano il modo per imparare una professione e per esprimere loro stessi mettendosi in relazione con altre persone.

«Amicorum è la loro casa, ma anche il loro palco, per mettersi in gioco». Gianni Macchi è il responsabile di questa struttura tutta particolare, gestita da un’associazione (Amicorum, appunto), ma che mette in rete due altre realtà, la +di 21 che si occupa di persone con sindrome di Down e l’Associazione Parkinson Insubria. Nel 2013 si sono mosse insieme per arrivare a gestire gli spazi della pizzeria, che non è un luogo qualsiasi: è infatti un bene sequestrato alle mafie.

Ottenuto dalle associazioni nel 2013, dal 2015 è diventata appunto “Amicorum”, “un luogo di amici”, come ricorda un pannello sui muri.

La pizzeria lavorava in diverse sere la settimana, con serate organizzate e possibilità di prenotare: un luogo amato e frequentato. Fino al momento in cui l’emergenza Covid ha dato lo stop: «Era la vigilia di Carnevale, avevamo le prenotazioni piene fino alla fine di maggio» spiega ancora Macchi. «Ora siamo chiusi da due mesi, come eravamo rimasti chiusi dal 20 febbraio a maggio inoltrato nel primo periodo. Avevamo provato a ripartire a settembre e ottobre, con tutte le attenzioni del caso, ma poi ci siamo dovuti fermare».

Amicorum Cassano Magnago

Cosa significa lo stop? Sgombriamo il campo: non c’è un problema economico. Certo, ci sono spese d’investimento da rinviare, ma non è questo il punto. La vera perdita è infatti la mancanza di occasioni per i ragazzi e le ragazze con sindrome di Down, a cui era affidato tutto il servizio in sala, dall’accoglienza al «i signori desiderano un caffè?» a fine serata. «Seguiamo ventuno ragazzi, all’incirca di 18 ai 30 anni. Si alternavano in sala a gruppi di cinque: aprendo cinque sere al mese riuscivamo a coinvolgerli tutti. Anche a settembre e ottobre, pur con la metà dei posti a causa del distanziamento, coinvolgevamo tre ragazzi per serata».

Amicorum Cassano Magnago
I ragazzi di Amicorum alla riapertura del locale a settembre, durata poi solo poche settimane

L’attuale limitazione dei locali pubblici alle 18 è incompatibile con il modello che persegue Amicorum: che è quello di un locale accogliente, «non è il posto dove si deve lasciare subito il posto a qualcun altro». È impraticabile la soluzione dell’asporto. O meglio: fa venire meno l’esigenza principale che guida il progetto: la possibilità di offrire ai ragazzi con sindrome di Down un impegno «che è operativo, ma anche relazionale, di autostima».

«Ai nostri ragazzi manca tantissimo questa relazione: in tutti questi anni hanno migliorato il servizio, hanno imparato a lavorare a contatto con i clienti» dice Antonella Cibin, presidente di +di21. «Tutte le risorse messe in campo fin qui rischiano di essere vanificate da uno stop così lungo. Con i ragazzi bisogna ricostruire l’aspetto della relazione». Lo stop non ha riguardato solo ragazzi e ragazze che facevano servizio alla pizzeria Amicorum, ma anche quelli che svolgevano tirocini diversi, attivati con alcune aziende del territorio, tra grande distribuzione e commercio.

Amicorum Cassano Magnago
 Un momento di attività prima della pandemia. Amicorum è stata sostenuta ed è stata scelta come luogo d’incontro, in occasioni diverse, da realtà molto differenti tra loro

L’associazione +di21 non ha comunque azzerato le attività con le persone con sindrome di Down: «Quello che avevamo programmato abbiamo dovuto trasformarlo in attività distanza, in particolare i corsi». Questi comprendono l’arteterapia (che in parte è garantita in presenza), il momento di “un the per me”. Ci sono poi una serie di attività per lavorare sul tema dell’autonomia dei ragazzi, che è poi la grande sfida che l’associazione (attiva in tutta la zona del Gallaratese) affronta. In parte queste attività hanno risentito pesantemente del blocco: «Avevamo ad esempio un nuovo progetto di “weekend in autonomia:” a turno quattro ragazzi per volta avrebbero vissuto insieme nel fine settimana, imparando a gestire lo spazio insieme. Ora abbiamo dovuto sospenderlo».

Le attività in parte animavano lo spazio di Amicorum, che è condiviso anche con l’altra associazione promotrice, Associazione Parkinson Insubria. Anche questa realtà ha subìto le limitazioni di questa nuova fase emergenziale di pandemia: «Durante la settimana usavamo lo spazio per le diverse attività, stimolazione cognitiva, attività relazionale, incontri di gruppi per persone con Parkinson, non solo di Cassano» spiega Giulia Quaglini. «Oggi ci manca lo spazio per fare attività già pianificate, ma cerchiamo di sbizzarrirci nell’uso delle nuove tecnologie. È anche una occasione per incuriosire le persone».

Amicorum Cassano Magnago
 Valentina, che un anno fa era stata tra i protagonisti della fiction “Ognuno è perfetto” (regia di Giacomo Campiotti) su Rai1

A voler guardare, questo è un aspetto positivo, non secondario, anche per i ragazzi con sindrome di Down: esattamente come per altre persone, la situazione di isolamento ha consentito di fare passi avanti sul versante dell’uso degli strumenti tecnologici. Anche sotto altri aspetti si è colto l’occasione per sviluppare altre capacità: «A settembre-ottobre ad esempio abbiamo fatto molta formazione» dice ancora Gianni Macchi. «In quel periodo abbiamo infatti tenuto ad esempio corsi di HCCP e sicurezza sul lavoro».

Amicorum Cassano Magnago

E da un lato un luogo pensato per le persone con sindrome di Down ha una sua specificità, dall’altro riflette in qualche modo anche le stesse dinamiche che vivono le persone in tutto il mondo, alle prese con una situazione straordinaria e una normalità da reinventare e da affrontare giorno per giorno. Sapendo che esistono anche fasi diverse: «Nel primo periodo i ragazzi hanno affrontato tutto questo come momento temporaneo, in modo più sereno, nella prospettiva di ripartire. Adesso inizia a pesare di più, pur con la maggiore serenità che hanno loro di fronte alla vita». 

Ed un po’ la situazione che tutti ci troviamo ad affrontare: un po’ più stanchi e sfiduciati rispetto alla primavera, quando canti sui balconi e disegni alle finestre ci tenevano più uniti. Eppure anche da questa pizzeria nella periferia di Cassano Magnago risuona ancora oggi un messaggio: che insieme si può sfidare le difficoltà. Anche se non è facile, non nascondiamocelo.

Roberto Morandi
roberto.morandi@varesenews.it

Fare giornalismo vuol dire raccontare i fatti, avere il coraggio di interpretarli, a volte anche cercare nel passato le radici di ciò che viviamo. È quello che provo a fare a VareseNews.

Pubblicato il 18 Dicembre 2020
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