Il seminario di marketing dell’Insubria: 180 studenti al lavoro con una start up del territorio
Sono 180 gli studenti coinvolti e più di 50 progetti presentati: è questo il resoconto dei numeri del seminario Evoluzione del mercato e digitalizzazione di impresa dell'Insubria del professore Alessandro Buzzi
Sono 180 gli studenti coinvolti e più di 50 progetti presentati: è questo il resoconto dei numeri del seminario Evoluzione del mercato e digitalizzazione di impresa dell’Università dell’Insubria tenuto da Alessandro Buzzi, professore di Società marketing e media digitali. Negli incontri, conclusi venerdì 4 dicembre e tenuti rigorosamente a distanza, il docente ha coinvolto diversi studenti, mettendoli alla prova in prima persona nel mondo del mercato odierno grazie a Chiaroscuro, nuova azienda del territorio di tessuti biologici.
«Sono state affrontate le basi del marketing digitale, i concetti primari di social management, per poi approfondire i temi aziendali di business puro, dalla grafica al posizionamento e tutte le tecniche e le strategie principali che possono essere fondamentali per lo sviluppo di una start up» ha spiegato il professor Buzzi.
Lo scopo del corso era creare una vera e propria esperienza lavorativa collaborando con un’azienda del territorio e questa originalità è stata la chiave di volta che ha entusiasmato i frequentanti. Il titolare dell’impresa, Roberto Ferrarese e la direttrice creativa ed ex studente Insubria Beatrice Arria hanno aiutato il professore Buzzi ad assistere gli studenti nella stesura di progetti di marketing da applicare direttamente sul campo. Non sono mancati consigli e critiche, creando un vero e proprio dialogo formativo con alcuni influencer locali e professionisti del settore.
«Le nozioni teoriche sono state propedeutiche allo svolgimento del piano di comunicazione e marketing di Chiaroscuro – ha spiegato Beatrice Arria -. Si è parlato di costruzione dell’identità di marca, rebranding, digital strategy, Influencer marketing e altre strategie protagoniste del mondo
economico attuale».
«Ovviamente i tempi ristretti non ci hanno permesso di approfondire i temi in modo preciso, ma attraverso l’interesse e il contributo dei ragazzi si sono aperte discussioni molto stimolanti» ha concluso il professore Buzzi orgoglioso del successo riscontrato.
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