Sfida al Covid e all’emergenza sociale, la Croce Rossa di Varese sempre “in prima linea”

Settecento volontari e una struttura rodata al servizio delle persone in difficoltà a causa della pandemia. Viaggio nel "mondo di via Dunant" dove la solidarietà è di casa

Dai sacchetti bianchi spuntano album da colorare, matite colorate, quaderni a righe e a quadretti. I volontari della Croce Rossa di Varese li porteranno ai bambini delle famiglie che in questo periodo faticano anche a comprare un chilo di pasta, figuriamoci il materiale scolastico.

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Sono tante: 60 famiglie prima della pandemia, 150 oggi. Novanta in più: italiani, stranieri non c’è differenza. Il virus ha fatto davvero “da livella”, anche nella povertà.

Eppure loro, i volontari della Croce Rossa della sezione di Varese, si muovono con sicurezza ed energia tra pacchi alimentari e corse in ambulanza. Sono un esercito preparato e motivato composto da oltre 700 persone suddivise tra le sezioni di Varese, Tradate e Gazzada Schianno.

I compiti si sono moltiplicati in questi mesi in cui la pandemia ha complicato tutto e alla parte di emergenza-urgenza si è aggiunta quella “sociale”: «Il nostro lavoro è aumentato molto dall’inizio della crisi sanitaria – spiega Luisa Bonera, referente dell’area sociale della Cri Varese -. Da marzo a giugno, quindi durante il primo lockdown, abbiamo fatto 2457 turni e risposto a 1375 chiamate. Ora la sala risposta a Gazzada Schianno è chiusa e facciamo tutto da Varese, ma spesso i volontari operano da casa e smistiamo così le telefonate».

Il numero unico della Croce Rossa Varese:
0332 18 44 552

Per agevolare i cittadini e rendere più semplice contattare la Croce Rossa e stato istituito un numero unico cui è possibile rivolgersi per chiedere aiuto su molti fronti: «Consegniamo spesa e farmaci e portiamo abiti ai pazienti ricoverati – dice Luisa Bonera – Facciamo trasporti sanitari, offriamo prestazioni assistenziali. Uno dei progetti cui teniamo di più è il “Telefono gentile“: i nostri volontari rispondono e tengono compagnia a persone che si sentono sole, che vogliono solo parlare con qualcuno. Tempo fa abbiamo fatto una sorpresa ad una delle persone anziane con cui abbiamo instaurato un rapporto telefonico: il giorno del suo compleanno le abbiamo portato una piantina e un dolcetto. Era felicissima».

L’impegno più gravoso in questo momento è quello che riguarda la consegna dei pacchi alimentari: un pacco al mese con generi di ogni tipo: «Ci aiutano i supermercati con i carrelli solidali – spiega Marina Barella, del consiglio direttivo – e anche le associazioni che operano sul territorio, Caritas, Banco Alimentare e la Comunità Europea. Ma anche la gente comune. Si è creata una rete solidale davvero straordinaria». Al cibo si è aggiunto il materia scolastico e ora anche la raccolta di panettoni e pandori.

Nella prima fase di lockdown al gruppo “storico”, capeggiato dal presidente Angelo Michele Bianchi, si sono aggiunti molti volontari “temporanei”: «Persone che volevano dare una mano solo per un breve periodo – spiega ancora Luisa Bonera – ma poi hanno deciso di restare, fare il corso.  Adesso abbiamo una ventina di volontari in più».

«Il nostro slogan è un’Italia che aiuta ed è davvero così – spiega Angelo Bianchi, in Croce Rossa dal 1998 e presidente dal 2003 – Ma essere attivi sul territorio in questo periodo richiede uno sforzo davvero notevole: le persone le abbiamo, ma abbiamo bisogno di fondi, sempre. Per comprare i mezzi e non solo anche per l’ordinaria amministrazione. La sede di via Dunant è grande e il mantenimento della struttura comporta spese ingenti. A ciò si aggiunge che in questo periodo di emergenza diamo il nostro materiale, le tende per allestire i punti tamponi, ad esempio, alle strutture pubbliche. Insomma, ci piacerebbe avere un po’ più di attenzione da parte delle istituzioni. Noi andiamo avanti, ma sarebbe bello avere un po’ più di collaborazione».

Giuseppe Zavattoni, referente dell’Area Fundraising del Comitato, ci mette anima e cuore per spiegare perché sarebbe bello che i comuni cittadini ma anche le aziende e le fondazioni donassero alla Croce Rossa: «Perché ognuno vorrebbe lasciare il mondo meglio di come lo ha trovato; questo è un modo. Ci servono contributi per l’emergenza, per comprare dispositivi di protezione individuale e presidi sanitari. Ma anche denaro da investire nei progetti, per acquistare tende per ospedali da campo e pullmini per il trasporto disabili e ora anche per le spese di gestione ordinaria. Un tempo organizzavano eventi per raccoglie fondi ma non è più possibile e il flusso di cassa è crollato. È possibile donare attraverso il 5 per mille o con donazioni alla banca (IBAN: IT 15 F 05216 10800 000000006590 , CreVal,  intestato a CROCE ROSSA ITALIANA – COMITATO DI VARESE). Poi certo, è possibile anche donare il proprio tempo e le proprie energie». E quello ha un valore incalcolabile.

Roberta Bertolini
roberta.bertolini@varesenews.it

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Pubblicato il 18 Dicembre 2020
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