Tre scenari dopo le feste. Così la Svizzera prepara il suo piano “anti Covid”

Nessun lockdown fino al 28 poi misure diverse sulla base dell'andamento dei contagi e dei ricoveri in terapia intensiva

svizzera Foto di Hans Braxmeier da Pixabay

Scenari e misure diverse sulla base della situazione sanitaria. Anche in Svizzera si discute sulle misure da adottare per scongiurare una ripresa dei contagi dopo le feste di Natale, misure che scatteranno soltanto dopo il 28 dicembre. Berna e i Cantoni si preparano ad affrontare questa fase con un piano variabile pensato per affrontare le possibili ipotesi che si presenteranno. Il meccanismo allo studio della Confederazione Svizzera potrebbe prevedere una nuova serie di provvedimenti più o meno stringenti a seconda dell’evoluzione dell’epidemia. Il confronto tra i cantoni e la Confederazione è tutt’ora aperto.

Il Dipartimento federale dell’interno (DFI) propone di non inasprire le misure per contrastare il coronavirus prima del 28 dicembre. Dopo il Natale sono previsti tre possibili scenari a cui seguiranno misure diverse.

Primo scenario: se al 28 dicembre il tasso di riproduzione dovesse essere superiore a 1 per tre giorni o se l’occupazione dei letti di terapia intensiva supererà l’80%, gli esercizi di ristorazione resteranno chiusi, secondo la proposta del DFI. Stretta anche per le strutture ricreative e culturali, rimarrebbe però consentito praticare sport all’aria aperta.

Il secondo scenario scatterebbe invece con Rt maggiore dell’1,1 o l’85% di occupazione dei letti per terapia intensiva sono occupati. In questo caso, oltre alle altre misure, i negozi e i mercati dovrebbero chiudere nei weekend e la loro frequentazione durante la settimana sarebbe regolamentata. Come nella primavera del 2020, la popolazione sarebbe esplicitamente incoraggiata a rimanere a casa per proteggere i gruppi a rischio.

Il terzo scenario prevede invece un lockdown più o meno rigido, che scatterebbe con il tasso di riproduzione superiore a 1,2 o l’occupazione dei letti per la terapia intensiva per oltre il 90%. In questo caso i cantoni sarebbero invitati a scegliere tra due varianti per quanto riguarda le eccezioni. “Facciamo di tutto per evitare un lockdown”, ha dichiarato il ministro Alain Berset.

Intanto non si fermano anche le preoccupazioni riguardo la ripresa economica. Secondo la previsione congiunturale del gruppo di esperti della Confederazione, la seconda ondata di coronavirus avrà effetti evidenti sul sistema nazionale. “Il gruppo di esperti ha pertanto rivisto al ribasso le previsioni del PIL per il prossimo anno. Se la situazione epidemiologica si distenderà, la crescita dovrebbe ripartire bene nel corso dei prossimi mesi. L’incertezza, tuttavia, rimane eccezionalmente alta”.

Foto di Hans Braxmeier da Pixabay

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Pubblicato il 15 Dicembre 2020
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