Valcuvia e Luinese, i frutti sorprendenti della solidarietà

Kit gentilezza della Croce Rossa come primo aiuto, poi i pacchi alimentari gestiti dalla Caritas. Vi raccontiamo le associazioni scelte da Tigros per la campagna "Raddoppiamo la tua bontà"

Luino Generica

«Mary, questi sono per chi ha avuto bisogno. Come ne ho avuto io». L’uomo ha in mano due chili di zucchero e un pacco di pannolini.

La semina e la raccolta. Bene che genera bene. In mezzo, il lavoro enorme dei volontari che anche nell’Alto Varesotto, terra laboriosa ma dove la crisi si fa sentire, sono attivi con le associazioni coinvolte dal progetto Tigros “Raddoppiamo la tua bontà”. Dall’1 al 9 dicembre i clienti dei supermercati della catena potranno donare 1 euro in cassa a favore di una delle associazioni collegate c0n i singoli punti vendita e per ogni euro donato Tigros ne devolverà altri 2 a favore di quella stessa realtà.

Vi presentiamo le associazioni della Valcuvia e del Luinese che riceveranno le vostre donazioni moltiplicate dal contributo di Tigros.

Generica 2020

CROCE ROSSA DI LUINO E VALLI

«Un progetto bellissimo», commenta Maria Angela Rigon, la «Mary» (nella foto sopra, al centro) a cui un bel giorno si è rivolta una delle tante persone aiutate, che, anche con un mezzo chilo di pasta, ha ridato indietro il bene ricevuto. Mary è volontaria della Croce Rossa Italiana, abita a Brissago Valtravaglia, ha 70 anni e da 30 aiuta senza chiedere nulla in cambio. Tante crisi sono passate dal suo lavoro in divisa, pure quella della pandemia che ha obbligato a fare i salti mortali per aiutare tutti, ma sempre con grande presenza e forza d’animo. È la responsabile della preparazione dei pacchi alimentari della Croce Rossa Italiana Luino e Valli frutto delle donazioni dei clienti dei negozi Tigros di Lavena Ponte Tresa e Cunardo: prodotti a lunga scadenza che confluiscono nel centro di Cadegliano Viconago. «Seguiamo per la distribuzione le indicazioni dei servizi sociali di venti Comuni di tutto il nord della provincia», racconta Mary. «Due volte la settimana ci troviamo per preparare i pacchi, due volte per la consegna. I supermercati mettono il carrello fuori dai punti vendita, i clienti mettono nel carrello quello che vogliono, poi ritiriamo il tutto e si compongono gli aiuti. Per il momento sono 130 le famiglie che riusciamo a sostenere con questa attività. Ora, con la nuova iniziativa di Tigros credo che riusciremo ad aiutare in maniera ancora più mirata ma soprattutto a modulare le scorte in modo da avere a disposizione sempre quanto serve». Esempio? «Ora siamo pieni di pasta e conserve, ma non abbiamo farina, zucchero e tra un po’ mancheranno anche i biscotti. Un pacco dei nostri serve in media per tre settimane e dobbiamo sempre rispondere a chi ha bisogno. Del resto questa è la Croce Rossa», conclude Mary con grande orgoglio.

I tempi dell’emergenza

«Fin dalle prime settimana di marzo capimmo che l’emergenza Covid-19 non sarebbe restata solo nel perimetro di un’emergenza sanitaria, ma si sarebbe allargata all’ambito sociale. Così è stato e abbiamo purtroppo la percezione che andremo avanti per tutto il 2021». Ne è persuaso il cavalier Pierfrancesco Buchi, presidente della Croce Rossa Italiana Luino e Valli, associazione che ha da subito sposato il progetto di Tigros.
«Non siamo stati a guardare e non ci siamo limitati solo al soccorso, abbiamo voluto da un lato potenziare i servizi di distribuzione dei pacchi alimentari alle famiglie già assistite e segnalate dai servizi sociali e parallelamente dall’altro lato abbiamo attivato due servizi dedicati a chi sta subendo questa emergenza: un supporto di assistenza a chi è in temporanea difficoltà economica con dei “Kit Gentilezza” dedicati ai cassaintegrati e un servizio di supporto nella spesa alle persone fragili protette a casa.Tutte queste attività possono essere realizzate solo con la collaborazione dei tanti supermercati che ci stanno aiutando con diverse formule. La solidarietà delle persone e delle società commerciali c’è e si sente».
«In futuro contiamo di potenziare questi servizi con l’aiuto dei nostri volontari e di quelli civici che hanno pienamente consapevolezza dell’importanza di fare rete e sostenere quanto viene fatto da chi è in campo dall’inizio della pandemia. Non ci sono eroi in Croce Rossa, solo donne e uomini straordinari che durante questa emergenza in ambito sociale, sanitario o in quello legato alla protezione civile hanno ancora di più concretizzato nelle azioni quotidiane quell’idea di Umanità che sta alla base del nostro essere cittadinanza attiva».

Generica 2020

Kit Gentilezza

Un nome curioso «kit gentilezza», discreto, e che mette persino allegria. Ma in realtà si tratta di una primissima risposta per i momenti brutti, bui, quelli dove rischi di non avere niente da un giorno all’altro: famiglie monoreddito con figli che perdono l’unica fonte di sostentamento e quindi nuclei famigliari che si trovano di punto in bianco senza avere più nulla. Barbara Cavazzin (a destra nella foto sopra)ha 42 anni ed è volontaria della Croce Rossa Italiana dal 2014. Mamma di tre bambini e insegnante, ha indossato la divisa Cri dopo l’ultima gravidanza e spiega come è nata l’idea di questo “kit“ che potremmo definire di sopravvivenza poiché viene erogato spesso prima ancora che la famiglia in difficoltà acceda ai servizi sociali. «Durante il primo lockdown abbiamo attivato questo servizio: si tratta di pacchi viveri forniti a persone che si trovano in temporanea difficoltà economica, in situazioni al limite, magari con bambini. Siamo partiti a marzo con tanta gente che cominciava a chiamarci al telefono, ci chiedevano se era possibile avere aiuti sotto forma di spesa e ci raccontavano situazioni pesanti. Eravamo organizzati con 7 volontari che seguivano a turno il centralino per il servizio “adotta un anziano“ e contestualmente seguivano anche queste richieste di aiuto». Questi kit che ad oggi aiutano oltre un centinaio di persone, consistono in spese con generi alimentari ma anche di prima necessità per famiglie con figli, per esempio pannolini, latte in polvere o altro. «Tra fine marzo e aprile ricevevamo anche 15 telefonate al giorno solo per i kit, senza contare il servizio spesa e la consegna dei farmaci. Nel kit ci sono sempre alimenti a lunga conservazione, pasta, riso, passata di pomodoro, caffè, zucchero, sale, e biscotti». Il Natale diventerà la fase critica e Barbara ha già pensato a come destinare gli aiuti che arriveranno dal nuovo progetto Tigros: «Con questo nuovo progetto sarà per esempio possibile inserire nel kit anche giochi per i più piccini, ma anche materiale scolastico, che è sempre più richiesto».

Generica 2020

CUVEGLIO: IL SAN MERCOLEDI’ CON LA CARITAS E IL BANCO ALIMENTARE

C’è un giorno che in Valcuvia conosce bene chi ha bisogno di aiuti, ed è il mercoledì quando don Lorenzo Butti, parroco di Cuvio, Cuveglio e delle tante realtà microscopiche ma molto coese di cui è costellata la valle, apre il deposito dove vengono raccolti i prodotti del carrello messo a disposizione nel punto vendita di Cuveglio, sempre da Tigros. Qui la raccolta viene gestita dal Banco alimentare e dalla Caritas ed avvengono due generi di distribuzione, una che potremmo definire mensile, ogni 35-40 giorni, e una settimanale. «Il servizio settimanale raggiunge una quindicina di famiglie e gli utenti sono segnalati da Servizi sociali e Centro di ascolto che raccolgono le indicazioni dei cittadini che chiedono aiuto», spiega il don: «Siamo una comunità pastorale divisa su sei comuni».

Il servizio mensile ha come punto di riferimento centrale il Banco alimentare e vengono raggiunte una media di 50 famiglie alla volta. Il conto è presto fatto: vuol dire aiutare in totale oltre 120 nuclei famigliari. «Ci sono famiglie che seguiamo da molto tempo tempo e altre che abbiamo aiutato nei mesi di marzo, aprile e maggio e hanno ripreso a lavorare». In tutto, qui in Valcuvia sono una quindicina i volontari che gravitano attorno alla Caritas, senza contare quelli che operano sotto l’ombrello del Banco alimentare. Come Caritas i pacchi fanno riferimento all’oratorio dell’arcipretura di Canonica, di solito i ritiri avvengono anche qui, ma nel periodo del lockdown erano protezione civile e carabinieri a portare i pacchi a domicilio. «Poi c’è chi arriva occasionalmente su segnalazione dei servizi sociali» conclude il parroco che con piacere nota le tante persone «che finito il loro momento di bisogno, contribuiscono lasciando qualcosa al carrello».

Andrea Camurani
andrea.camurani@varesenews.it

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Pubblicato il 04 Dicembre 2020
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