Varese caduta nella classifica del Sole 24 Ore: “E’ colpa di Galimberti”

Cristiano Angioy Viglio e Mirko Reto (Lega) commentano la classifica sulla qualità della vita redatta dal sole 24 ore, dove Varese è caduta dalla 29esima alla 66esima posizione

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La classifica, va precisato, è provinciale. Ma la caduta di Varese al 66esimo posto della classifica della Qualità della vita del Sole 24 ore, contro il 29esimo solo dell’anno scorso, ha fatto rumore.

Nella classifica sulla qualità della vita la provincia di Varese piomba alla 66esima posizione

Soprattutto, ha fatto parlare le opposizioni: in particolare quella della Lega, che in questo tonfo provinciale vede un solo responsabile, il sindaco di Varese Davide Galimberti.

«E’ un risultato che rappresenta pienamente la valutazione sull’operato di fine mandato di questa amministrazione – ha commentato il Commissario cittadino della Lega, Cristiano Angioy Viglio – Il Sindaco Galimberti ha sempre primeggiato nella grandeur comunicativa che ha trovato però il suo limite nella concretezza dell’attività amministrativa».

«C’è un netto discostamento tra le promesse di questa amministrazione e i problemi reali delle persone e l’emergenza neve seguita all’ultima nevicata ne è una recentissima testimonianza: Varese ha bisogno di concretezza e confido che con Roberto Maroni candidato sindaco sapremo dare risposte alle necessità dei cittadini. Teniamo presente –  continua Viglio – che la classifica ha bocciato Varese anche per temi come la cultura ed il tempo libero, argomenti sui quali la sinistra ed il Partito Democratico si sono sempre spacciati come portavoci».

«Vero è che la classifica riguarda la Provincia di Varese e non solo la città – precisa Mirko Reto, coordinatore per la Lega del nord della Provincia – Ma città come Gallarate e Busto Arsizio, entrambe amministrate dal centrodestra, hanno saputo dimostrare ben altro passo anche su questi temi e il problema irrisolto del Teatro di Varese, nonostante le promesse elettorali ne è la dimostrazione e non l’unica».

«Varese è culturalmente morta ma non per mancanza di interesse da parte della città, bensì per la mancanza di un’offerta adeguata. Nostro compito – conclude Reto “sarà quello di portare proposte concrete per garantire un grande rilancio, dopo 5 anni di mera sopravvivenza».

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Pubblicato il 17 Dicembre 2020
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