Adolescenti: sfacciatamente veri

Cosa chiedono gli adolescenti agli adulti? Di esserci, come saggi osservatori e di essere autentici, ammettendo ciascuno i propri limiti

Generica 2020
Foto di Stefan Keller da Pixabay

Per questo primo articolo dell’anno 2021 della rubrica Adolescenti nei VentiVenti gli educatori della cooperativa LaBanda hanno chiesto a Rita (nome di fantasia), una ragazza diciottenne con cui lavorano da diversi anni, di scrivere cosa pensa del rapporto fra gli adulti e gli adolescenti.
Ecco di seguito il risultato.

Gli adulti spesso tendono a definire l’adolescenza in modo del tutto sbrigativo, in generale come il periodo più bello, più spensierato e nostalgico della loro vita. Il modo in cui parlano a noi ragazzi della loro adolescenza è del tutto superficiale e, forse, idealizzato.
Non credo affatto che tutti gli adulti intorno a me abbiano vissuto un’adolescenza felice ed allegra, o almeno non completamente. Mi sono chiesta il motivo per il quale gli adulti descrivono un periodo così importante della loro vita in modo così semplice e banale. Forse credono che noi ragazzi non siamo in grado di comprendere pienamente la complessità delle dinamiche e delle emozioni che pervadono l’essere umano?

L’adolescenza è crescere trovando la propria strada e il proprio posto nel mondo, mettendosi in discussione, ricercando i propri ideali e sviluppando i propri gusti personali. Molto, spesso, però, ci s’imbatte nelle contraddizioni che fanno male e che trovano sollievo nella punizione. Sì, perché noi adolescenti siamo severi con noi stessi ed ogniqualvolta superiamo il limite stiamo male.
Durante l’adolescenza tutte le certezze vengono a mancare a tal punto da dubitare di noi stessi, delle nostre capacità e potenzialità e… degli adulti!

Il nostro più grande bisogno è riconoscerci in “qualcosa”, al di fuori delle mura domestiche, come all’interno di un gruppo di amici o di identificarci in un qualche personaggio famoso o, peggio ancora, in un modello societario che rappresenti la “perfezione”.

Mettendomi nei panni di in un genitore posso immaginare la difficoltà nell’accettare di non essere più l’idolo di mia figlia, ma vorrei far comprendere loro che noi abbiamo bisogno di camminare, inciampare e rialzarci da soli. Abbiamo bisogno che loro ci siano, lì pronti quando lo chiederemo. Noi adolescenti non abbiamo bisogno del loro giudizio, così difficile da sorreggere. Uno dei più grandi limiti degli adulti è quello di voler avere tutto sotto controllo, senza ascoltare veramente ciò che abbiamo da dire.
Gli adulti dovrebbero essere pronti al confronto, vero e sincero, dettato dalla loro esperienza di vita. Il punto è che non tutti ricordano di essere stati adolescenti.

Le parole scritte da questa ragazza richiedono una riflessione profonda. Forse per poter comunicare empaticamente con i figli, i genitori devono prima sapersi ascoltare profondamente. A volte anche gli adulti si sentono sopraffatti dagli impegni e dalle difficoltà, “giudicati” da una società perfezionistica. Ed è qui che il comportamento di ciascuno farà la differenza.
I ragazzi imparano osservando il modo in cui gli adulti che gli sono vicino vivono la vita.
Compito degli adulti, per essere un buon esempio e punto di riferimento, è fare pace con i sensi di colpa e accettare ciò che si è. I ragazzi osservano, costringono i genitori a mettersi in discussione, a riflettere, ad ammettere ciascuno i propri limiti per essere sfacciatamente veri.

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Pubblicato il 12 Gennaio 2021
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