Da Buenos Aires nell’aula virtuale del Curie: nonna Delia racconta il dramma dei desaparecidos
La donna, dalla sua casa di Buenos Aires, ha raccontato il dramma del figlio e della nuova scomparsi a causa della dittatura dei generali. Una storia triste e difficile con un lieto fine
La signora Delia vive a Buenos Aires. È una testimone della ferocia della dittatura dei generali. Ha vissuto sulla sua pelle il dramma dei “desaparecidos” che ha raccontato con grande emozione ai ragazzi della classe 4B del liceo linguistico Curie di Tradate.
Un racconto emozionante e coinvolgente, nonostante la grande distanza, 12.000 chilometri, ma anche la mancanza della presenza della classe collegata da casa, ognuno con il proprio computer.
Grazie alla tecnologia, la “didattica a distanza” del Curie ha portato nelle vite dei giovani studenti la forte testimonianza della signora Delia, collegata dalla propria casa di Buenos Aires insieme al Console argentino in Italia, Luis Niscovolos, e ai delegati dell’ambasciata argentina in Italia, Ezequiel Medina e Andrea e Gonzalez.
L’incontro era stato preparato dalle docenti di lingua spagnola del liceo “Curie”, Sara Carnelli e Mónica Aimone e dal professore di storia di un liceo di Buenos Aires, Gustavo Riesco.
«94 anni, la abuela de Plaza de Mayo, Delia, è entrata, grazie alla didattica a distanza (DAD), nella nostra 4BL a dare una lezione di vita indimenticabile» il commento delle due docenti.
La testimone argentina ha raccontato la sua vita: «Correva l’anno 1976 a Buenos Aires e, come tutti i giorni, mi trovavo a scuola, nel mio ufficio di preside. Improvvisamente mi danno una notizia: “guarda che tuo figlio è stato sequestrato, con sua moglie e non si sa dove sia”».
Da quel giorno, Delia e altre madri come lei, non si sono più date pace e sono uscite, per strada, a cercare i loro figli. Il gruppo di madri è cresciuto, si davano appuntamento davanti alla casa del governo a Buenos Aires, chiedevano una sola cosa: “dove sono i nostri figli?” e non hanno mai ricevuto risposta, MAI.
30.000 DESAPARECIDOS, durante la terribile dittatura dei generali, per i quali la giustizia non è ancora stata fatta. Alcune madri hanno scoperto che le loro figlie o nuore, avevano partorito un bambino durante la prigionia. I bambini venivano dati in adozione, a volte, venduti. Delia ha scoperto che suo nipote era nato ed era stato comprato da una famiglia di polacchi che aveva pagato un prezzopiuttosto alto perché era biondo con gli occhi azzurri.
Delia si è, quindi, messa a cercare anche il nipote e come lei altre nonne. Nel 2015, quasi quarant’anni dopo, Martín, il bambino biondo nato in uno scantinato, strappato alla sua mamma e venduto al signore polacco, si è presentato all’associazione costituita dalle madri e nonne di Plaza de Mayo e ha ritrovato la sua identità, la sua famiglia di origine e la sua nonna, perché “la vita ti dà e la vita ti toglie”.
Ad oggi ci sono ancora circa 300 nipoti da cercare è importante raccontare questa storia, più si diffonde e più persone possono ritrovare la loro identità, la famiglia di origine, possono conoscere la loro storia che ad un certo punto si è incrociata con una terribile pagina della Storia con la “S” maiuscola.
Per il liceo Curie, il racconto dei terribili anni di dittatura argentina non è una novità: già in passato la testimonianza di Vera Vigevani Jarach aveva trasmesso la paura e la grande lotta delle madri di Plaza de Mayo.
«Ringrazio il Consolato Generale Argentino a Milano, l’Ambasciata di Roma, il prof. Gustavo Riesco e la mia collega prof.ssa Aimone per aver reso possibile questo incontro. Grazie al nostro dirigente, Gian Paolo Residori, per il suo discorso di apertura e auguro ai miei ragazzi di 4BL di far tesoro di queste esperienze, perché la STORIA, con la “S” maiuscola, per avere un senso, ha bisogno divoi: buona strada, ragazzi!» ma commentato la Profesora Sara Carnelli.
La storia di nonna Delia e del nipote viene raccontata nel film “Abuela”
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