I depuratori provinciali passano ad Alfa

Gli impianti attualmente gestiti dalla società diventano così 58, per un numero di abitanti serviti che si aggira attorno al milione

Alfa, foto generiche

Dopo le assemblee dell’ottobre scorso, che avevano dato il via libera all’operazione, il 18 dicembre è arrivata la firma davanti al notaio: tutte le parti coinvolte hanno siglato l’atto che sancisce la fusione delle sei società ecologiche provinciali in Alfa Srl, gestore del servizio idrico integrato in provincia di Varese, con effetto dal 1° gennaio 2021.
Le società erano nate come consorzi negli anni Sessanta e Settanta, con l’obiettivo di realizzare gli impianti di depurazione a tutela di laghi e corsi d’acqua. Formate da Provincia e comuni, erano state trasformate in società per azioni o a responsabilità limitata nel 2004.

Ora, coerentemente con quanto previsto dalle normative nazionali e regionali, l’ingresso nel gestore unico.
Il presidente di Alfa Paolo Mazzucchelli aveva definito la decisione delle assemblee societarie “un passo storico atteso da più di vent’anni”, perché fondamentale nel percorso di
acquisizione progressiva di reti e infrastrutture del servizio idrico.
Di fatto la conduzione di tutti i depuratori di proprietà delle società ecologiche era già passata ad Alfa da qualche tempo, così come il personale di Prealpi Servizi, l’azienda che ha gestito gli impianti in precedenza.
«Ovviamente ci eravamo preparati da tempo a questo passaggio e i nostri uffici hanno già avviato mesi fa l’iter per la realizzazione dei necessari progetti di modernizzazione e adeguamento dei depuratori alle normative nazionali ed europee» dice Mazzucchelli.
Gli impianti attualmente gestiti da Alfa diventano così 58, per un numero di abitanti equivalenti serviti che si aggira attorno al milione.
Un altro effetto della fusione è che tutte le partecipazioni nelle Società ecologiche si trasformano adesso in partecipazioni in Alfa portando il totale dei soci a 144, 135 comuni della provincia più sette del comasco e uno del milanese, oltre alla stessa Provincia di Varese.

«Noi, come tutti gestori del servizio idrico integrato in Italia, agiamo in un regime di monopolio – continua Mazzucchelli – perché il nostro Paese ha scelto di affidare la risorsa acqua ad aziende totalmente pubbliche. La conduzione deve essere però di tipo industriale, ossia con elevati standard qualitativi e gestionali. Non avere concorrenza è certo un vantaggio, ma anche un’enorme responsabilità. Vogliamo diventare una società di riferimento, e non solo tra quelle pubbliche, per organizzazione, capacità manageriale e forza degli investimenti, avendo sempre presente la nostra mission, che è la tutela dell’ambiente e del territorio in cui viviamo».
«Siamo una società non solo di persone, ma “delle persone”, – conclude il presidente di Alfa – perché attraverso i loro sindaci le comunità locali controllano il nostro operato e condividono con noi le scelte strategiche».

Le sei società che hanno deliberato la fusione in Alfa sono quelle di: Arno-Rile-Tenore, Bozzente, Laghi di Varese e Comabbio, Olona, Valmartina e Verbano. Insieme, erano proprietarie di oltre venti depuratori tra i quali quelli di Sant’Antonino Ticino (25 comuni serviti nel sud della provincia, oltre all’aeroporto di Malpensa), Gavirate (Lago di Varese), Varese Pravaccio e Olgiate Olona.

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 05 Gennaio 2021
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