Gallarate City Brand, “una ciminiera che guarda al passato e non può portarci nel futuro”
La lista civica critica sulla nuova veste grafica del Comune, soprattutto per un elemento caratterizzante: la ciminiera simbolo del passato industriale otto-novecentesco

PiùGallarate, la lista civica che vuole proporre un candidato per le prossime elezioni comunali, boccia il nuovo “City brand” della città di Gallarate, presentato giovedì dall’amministrazione (nella foto, una delle possibili applicazioni grafiche).
«Quando abbiamo deciso di creare una lista che portasse il nome della nostra città, lo abbiamo fatto con una chiara visione: migliorare Gallarate, con uno sguardo orientato al futuro. Una visione spesso in contrasto con l’attuale classe politica, che guarda più a ieri anziché a domani. Anche oggi, con l’uscita del nuovo city brand di Gallarate, ci troviamo ad avere un pensiero diverso da quello dell’amministrazione gallaratese, ferma a valutare più l’estetica – il bello chiama il bello, sarà più carino leggere le informazioni istituzionali e del Comune (cit.) – anziché considerare con accortezza il messaggio che stiamo passando all’esterno: quello di una città rimasta inchiodata alle vecchie glorie del passato».
L’elemento più caratterizzante del nuovo brand è, graficamente, il richiamo alla ciminiera, simbolo appunto delle industrie otto-novecentesche. E proprio questo viene criticato da PiùGallarate: «Sicuramente le ciminiere sono state un simbolo della città – industriale e ricca di possibilità – ma che oggi, a malincuore, rappresentano una Gallarate che non esiste più. Non possiamo più permetterci di consolarci con il fasto di un tempo. Siamo davanti a un punto di svolta: affrontare il cambiamento o essere superati da questo. Cambiamento che dovrà avere al centro politiche sostenibili, sia a livello sociale sia ambientale. Un mondo che non ha nulla a che vedere con il simbolo di una ciminiera».
Un nuovo brand per la città di Gallarate, “fucina a cielo aperto”
«Se questo 2020 ci ha insegnato qualcosa è che non possiamo più rimandare l’innovazione, non possiamo più rimanere ancorati ai vecchi modi di fare, il nuovo contesto non ce lo permette. Come insegna Darwin, non è la specie più forte a sopravvivere, ma quella capace di adattarsi al cambiamento. Per questo motivo integriamo all’interno dei nostri tavoli di lavoro persone con punti di vista, capacità e conoscenze diverse, che spaziano dall’urbanistica alla digitalizzazione. Per favorire uno sguardo più ampio, ma con un approccio pragmatico. Un gruppo fatto di giovani gallaratesi: da chi ha fatto ritorno dall’estero, portando con sé un bagaglio di conoscenza unico, fatto da esperienze lavorative, o di vita, in Paesi e città in cui si respira il cambiamento, a chi invece ha deciso di restare per vivere, conoscere e migliorare in prima persona la città. Giovani pronti a rimboccarsi le maniche e a guidare questa evoluzione, per una Gallarate migliore».
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… dove ci sono ciminiere con intorno alberi è incuria … ma dove sono poi più le ciminiere a Gallarate? … e dove sono gli alberi se anche quelli davanti la stazione verranno ridotti?
… e i palloni aerostatici?! se ci ricordano come i (scusate se imperfetto) brusa baluni per avere corso per mandare in aria il primo che però si è incendiato appena lasciata terra?
… e la sovrapposizione monumentale che invece di dare dignità a simboli del territorio, li ammassa con photoshop?!?! …
… una fucina è già un forno aperto … e a cielo aperto si pensa sempre ad altro! “la G che richiama la forma della ciminiera” … dopo averle praticamente abbattute tutte … dalla “città delle 100 ciminiere” a quelle che si contano su di una mano … e così non è neanche un logo “green” … non si può prescindere dai galli …
Solo fra i commenti migliori che mi ricordo …