La storia della Gioeubia raccontata dal “Pedèla”, custode delle tradizioni di Busto Arsizio

Le origini della festa che si svolge l'ultimo giovedì di gennaio a Busto Arsizio e nei comuni limitrofi risalgono addirittura all'epoca pre-cristiana ma, con varie evoluzioni, la Gioeubia è resistita fino ad oggi

Generica 2020

Oggi, giovedì, è il giorno della Gioeubia a Busto Arsizio e abbiamo invitato Antonio Tosi, detto il Pedèla, in piazza Santa Maria dove ogni anno vengono posizionati i fantocci che poi finiscono al rogo in piazzale Einaudi alle 18,30. Con lui, memoria storica delle tradizioni bustocche, abbiamo ripercorso la storia di questa festa che ha origini pre-cristiane.

«C’è ancora chi ricorda che durante questa giornata i ragazzi andavano in giro per le vie di Busto a strillare la filastrocca “Giobiana Giobiana, una quarta di luganega e una quarta di luganeghin, Giobiana Giobianin” battendo i coperchi. Questa animata cerimonia era il residuo di un antico scongiuro universale dei contadini contro un fantoccio per far fuggire il gelo dell’inverno».

Qui l’intervista integrale:

Orlando Mastrillo
orlando.mastrillo@varesenews.it

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Pubblicato il 28 Gennaio 2021
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