Il movimento “Abbasso la guerra” chiede che il governo firmi il trattato Onu contro le armi nucleari

Il comunicato di cinquanta associazioni del territorio che annunciano un sit-in per il 22 gennaio davanti ai cancelli dell'azienda Leonardo, giorno in cui entra in vigore il tratto Onu

leonardo

Il movimento “Abbasso la Guerra” annuncia un sit-in per il 22 gennaio davanti ai cancelli dell’azienda Leonardo di Venegono Superiore. Il presidio, spiegano gli organizzatori nel comunicato, si terrà dalle 11 e 30 e le 12 e 30, all’incrocio tra la via Arturo Ferrarin e la via Armando Diaz, nei pressi di uno dei cancelli secondari dell’azienda. E aggiungono: “L’iniziativa nonviolenta, data la situazione, sarà a partecipazione limitata. Chi viene da fuori deve avere con sé l’autocertificazione”.

La manifestazione è organizzata in occasione dell’entrata in vigore del Trattato di Proibizione delle Armi Nucleari. Si legge nel comunicato: “Questo Trattato, maturato in ambito ONU il 7 luglio del 2017, è stato approvato subito da 122 Paesi membri su 193. Si era allora stabilito che per diventare attivo, il Trattato dovesse essere ratificato da almeno 50 paesi, cosa avvenuta il 25 ottobre 2020. In aggiunta a questi, anche più di 30 paesi hanno già aperto la procedura di ratifica. Non vogliono sottoscrivere questo Trattato i 9 Paesi nucleari: USA, Russia, Gran Bretagna, Francia, Cina, India, Pakistan, Corea del Nord e Israele, sebbene vi sia una posizione più morbida della Cina.

La NATO, di cui fanno parte 30 Paesi, ha chiesto perentoriamente ai suoi membri di non firmarlo. Tra essi, Italia, Germania, Belgio, Paesi Bassi e Turchia schierano sul proprio territorio bombe termonucleari statunitensi B61.

In Italia si stima la presenza tra le 40 e le 70 armi termonucleari nelle aerobasi di Ghedi (BS) ed Aviano (PN). Queste armi saranno sostituite a breve con le più moderne e letali B61-12 che saranno montate sui nuovi cacciabombardieri F35, anch’essi più pericolosi degli MRCA Tornado e degli F16 che attualmente le portano.

Noi contestiamo la presenza di armi atomiche in Italia, non solo perché i luoghi di stoccaggio diventano essi stessi obiettivi nucleari e quindi un rischio reale per tutti noi, ma anche perché non possiamo accettare di essere complici di un potenziale sterminio di milioni di esseri umani.

L’importanza dell’entrata in vigore del Trattato il 22 Gennaio 2021 è dovuta anche al fatto che allontana i rischi di guerra atomica, accentuati dalla dissoluzione di Trattati ed accordi preesistenti, tanto che gli scienziati atomici americani lanciavano l’allarme: non siamo mai stati così vicini alla catastrofe nucleare.

Le 13.400 testate atomiche esistenti nel mondo, in via di modernizzazione, hanno costi da capogiro: circa 140 mila dollari al minuto, per un totale di oltre 70 miliardi di dollari nel 2019, pari a 24 volte il budget annuale delle Nazioni Unite. Se si calcolano anche i costi indiretti, come i danni ad ambiente e salute o la difesa missilistica per proteggere le testate nucleari, il costo supera i 100 miliardi l’anno. Cifre enormi e in costante crescita: +10 per cento tra il 2018 e il 2019. Il costo annuo per l’Italia per il mantenimento delle basi arriva a 100 milioni! quattro volte quanto il nostro Paese versa all’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità). Una vergogna in rapporto alla crisi sanitaria ed economica indotta dalla pandemia. Tra le voci di leader mondiali che hanno sostenuto il Trattato vi è quella di Papa Francesco che affermò: “E’ da condannare con fermezza la minaccia dell’uso di armi nucleari, nonché il loro stesso possesso, proprio perché la loro esistenza è funzionale a una logica di paura che non riguarda solo le parti in conflitto, ma l’intero genere umano. Le armi di distruzione di massa, in particolare quelle atomiche, altro non generano che un ingannevole senso di sicurezza e non possono costituire la base della pacifica convivenza fra i membri della famiglia umana, che deve invece ispirarsi ad un’etica di solidarietà.”

Per questo i sottoscrittori di questo documento celebrano, in sintonia con ICAN, l’entrata in vigore del Trattato, esigendo al contempo che il Governo italiano lo firmi e rimuova dal suolo italiano le testate termonucleari (anche in rispetto del Trattato di Non Proliferazione ratificato nel 1975, dell’art. 11 della Costituzione e di altre norme italiane e internazionali).

Il comunicato è firmato da: Abbasso la Guerra OdV, ACLI provinciali Varese, Assoc. Culturale Rag Time Varese, Assoc. GIM Progetti, Assoc. I Care, Assoc. Pace e Convivenza di Sesto Calende, Comitato Cernobyl Induno O., Comitato varesino per la Palestina, Donne in Nero Varese, Filmstudio 90, Forum Contro la Guerra, GIM-Terredilago Coop.Soc., Greenpeace Gruppo Locale di Varese, Laudato si’, Legambiente Varese, Mese per la Pace Como, Missionari Comboniani Venegono Superiore, Movimento Ubuntu, nAzione Umana, Parrocchia di Rebbio, Punto Pace di Pax Christi Tradate, Religions for Peace Varese, Teatro Franzato, Un’Altra Storia Varese, 4 Passi di Pace, ovvero: ANPI Saronno, Assoc. Auser Volontariato Saronno, Assoc. Centro Recupero Arti e Mestieri, Assoc. Culturale “Il Pozzo” di Rovellasca, Assoc. di Promozione Sociale “Gianni Ballerio”, Assoc. Multiculturale “OASI” di Rho, Asvap 4, AVULSS, Centro Culturale Islamico di Saronno, Centro di Incontro, Commissione Carità – Missione e Migranti, Consiglio Cittadino Migranti di Rho, Emergency Gruppo di Saronno, FIAB Saronno, Giovani Musulmani d’Italia-Saronno, GIVIS, Gruppo Alice, Il Sandalo Equosolidale, Il Sole Onlus, L’Isola che non c’è, MASCI, Pastorale Migranti Zona IV, Semplice Terra, Villaggio SOS Saronno.

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Pubblicato il 20 Gennaio 2021
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