Montevecchio, si attende il bilancio per chiudere la Fondazione. Poi c’è da pensare al futuro

La fase operativa di liquidazione della Fondazione operativa dal 2008 ha riacceso il dibattito sul destino della villa, il più noto bene pubblico samaratese

Villa Montevecchio e la mostra sulla Shoah

La chiusura di Fondazione Montevecchio procede, assicura il presidente Eliseo Sanfelice. Ma quando diventerà operativa la decisione? «Appena sarà pronto il bilancio» assicura Sanfelice. «Ho chiesto al commercialista di prepararlo in modo che sia pronto prima della scadenza canonica del 31 marzo», prima della fine di gennaio. Un modo per marcare la decisione di portare a compimento il tutto: «Mi assumo la responsabilità del bilancio dell’anno in cui sono stato presidente».

Il Cda dovrà indicare anche il liquidatore, anche se la scelta della persona incaricata sarà guidata probabilmente dal socio della Fondazione, il Comune. Nel frattempo continua il dibattito sullo strumento-Fondazione: innescato dal voto in consiglio comunale e anche dalle dichiarazioni franche dello stesso Sanfelice, è stato poi animato anche dal corposo contribuito degli ex amministratori, che hanno ripercorso la storia del decennio e più di Fondazione (operativa dal 2008).

Proprio in coda a questa analisi polemizza Sanfelice: «I risultati di un cda e del suo presidente vanno giudicati per i fatti e non sulla simpatie o antipatie dei nomi che lo compongono. Questo cda (rispetto a tutti quelli precedenti) è l’unico che ha portato a termine il compito assegnatogli: aveva il mandato di andare verso la chiusura della Fondazione e lo sta facendo. Poi si può non essere d’accordo con la decisione, ma il Cda sta attuando quanto deciso. Tutti quelli precedenti no, questo è essere inadeguati al ruolo ricoperto».

In ogni caso: sembrerebbe che la Fondazione sia comunque avviata verso la chiusura, nonostante gli ex amministratori di centrosinistra chiedano ancora oggi a gran voce il rilancio, passando anche da una associazione che consenta di attuare una sorta di azionariato popolare. Pensando al dopo, archiviato l’ente di diritto privato, dall’amministrazione invece si ipotizza un coinvolgimento diretto delle assocazioni esistenti nella gestione dello spazio e nel definire l’identità dello spazio culturale. E le risorse per mantenerla? «L’amministrazione mette già le somme per un funzionamento dell’edificio», è stato ripetuto in consiglio comunale.

Quanto agli investimenti per migliorie, si vedrà. Gli ultimi grandi lavori in villa risalgono proprio alla prima fase della Fondazione (i primi anni dal 2008, anche se spesso nella discussione di questi giorni si “anticipa” curiosamente al 2005) e ormai sono parte del patrimonio della villa e dell’edificio. Qualche altro lavoro – grazie a donazioni – è atteso sull’arredo del parco. C’è un progetto di Iris per l’“abbraccio blu” alla villa, da realizzare con le ortensie. Per il resto – appunto – si vedrà se e come si riusciranno a trovare nuove risorse.

Roberto Morandi
roberto.morandi@varesenews.it

Fare giornalismo vuol dire raccontare i fatti, avere il coraggio di interpretarli, a volte anche cercare nel passato le radici di ciò che viviamo. È quello che provo a fare a VareseNews.

Pubblicato il 12 Gennaio 2021
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