Storia di un boia che amava i fiori

Il nuovo libro di Stefano Bessoni e Nicola Lucchi narra la storia vera di un "tagliatore di teste" dall'animo nobile. La recensione di Emiliano Pedroni

Generica 2020

Leggendo “Memorie di un Boia che amava i fiori” degli autori Nicola Lucchi e Stefano Bessoni da subito vi apparirà incompatibile l’associazione boia e fiori. Mi sono chiesto: come può un boia avere un animo così delicato da amare i fiori? Quest’opera raccoglie la storia del carnefice Charles-Henri Sanson nato a Parigi nel 1739, il quale da piccolo però era emofobico. E’ una storia in cui, oltre alle teste, venivano decapitati anche i desideri, le aspirazioni, i sogni di Charles che aveva sin da fanciullo. Ed è stata proprio la famiglia a stroncare per prima i desideri di Charles. Il padre lo costringeva a subire una realtà esterna in modo frustante, un uomo incurante delle inclinazioni e aspirazioni del figlio. E la madre? La madre non ha colto e valorizzato le richieste di aiuto di Charles incapace anch’essa di capire i bisogni del figlio (Donald Winnicot, psicoanalista britannico, avrebbe parlato di “Falso Sé”).

Ma come può un bambino che si impressiona alla vista del sangue diventare da grande un taglia teste? Come ha trovato il coraggio di uccidere? Scoprirete che solo l’immaginazione aiuterà Charles nel difficile compito di mozzare teste. La fantasia, conscia o inconscia che sia, avrà un ruolo decisivo e sarà l’artefice di una distorsione mentale al limite della follia in cui mannaia, sangue e teste subiranno una radicale trasformazione.
Leggendo, rimarrete sorpresi dallo spettacolo del massacro e di come la folla era attenta e concitata ad ogni esecuzione; un vero teatro a cielo aperto con tanto di regia, palcoscenico e sceneggiatura. Fare il boia era un mestiere ingrato e immemore era anche la sue fine, poiché gli esecutori venivano seppelliti lontano dalle altre tombe nel cimitero. Perfino i bambini assistevano alla carneficina affinché quest’ultima servisse da monito per chi avesse intenzione di compiere cattive azioni. Charles aveva un animo colto e gentile, suonava il violino e  aveva l’hobby delle erbe medicinali e avrebbe voluto fare il giardiniere, eppure era un boia. Dopo aver letto questo libro vedrete il boia da un’altra prospettiva perché, ebbene sì, un boia può amare anche i fiori.
Un libro davvero originale che fa riflettere, in chiave, sulla pena di morte come strumento di discriminazione e repressione. Danno valore pregiato all’opera il saggio di Ivan Cenzi, le illustrazioni di Stefano Bessoni e l’impaginazione di Giulio Cok.

GLI AUTORI

Stefano Bessoni
è film maker, illustratore e animatore stop-motion. Ha insegnato, per molti anni regia cinematografica a Cinecittà. Attualmente è docente di illustrazione e animazione stop-motion presso IED Roma e Milano, scuola Holden a Torino e Ars in Fabula a Macerata. Ha scritto e diretto numerosi film.

Nicola Lucchi: nato nel 1981. Lavora come autore, sceneggiatore e copywriters. Vincitore e finalista di numerosi concorsi internazionali, si aggiudica il primo premio inediti del Festival Giallo Garda 2015, grazie al quale pubblica “Da un inferno all’altro”(Betelgeusse), suo romanzo di esordio. Attualmente vive e lavora tra Italia e Stati Uniti.

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Pubblicato il 05 Gennaio 2021
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