Vaccinazioni anticovid, la Spi Cgil: “Gli anziani non paghino per i ritardi della Regione”

"Al di là delle rese dei conti politiche all’interno di Regione Lombardia - dicono i rappresentanti sindacali - ci interessa che i nostri anziani vengano vaccinati nel più breve tempo possibile perché non debbano pagare ancora di più in termini di sofferenza e di vite umane"

anziani generiche

“Il “ritardo” ha contrassegnato fin dall’inizio tutta la  gestione politica della pandemia in Lombardia: ritardo nel mettere in atto tutte le misure necessarie a proteggere gli anziani nelle RSA e gli operatori sanitari, ritardo nell’approvvigionamento dei DPI, ritardo nell’aumento dei posti letto in terapia intensiva, nell’assunzione del personale, nell’implementazione delle USCA, nell’approvvigionamento dei vaccini antinfluenzali ed ora, nonostante se ne stia parlando da mesi, anche nell’importantissima campagna vaccinale anti-Covid”, dice Federica Trapletti Segretario Regionale SPI CGIL Lombardia

“Ritardi che si sono accompagnati ad una costante sottovalutazione dell’importanza di ogni singolo passo oltre che a una imbarazzante incapacità organizzativa. Da quasi un anno siamo di fronte a grandi proclami propagandistici, a cui non seguono processi organizzativi coerenti. E a queste continue disorganizzazioni, guarda caso, sopperiscono ogni volta i grandi gruppi della sanità privata che ne traggono i benefici economici, come ad esempio nel caso recente dei vaccini antinfluenzali” rimarca il segretario Regionale SPI CGIL Lombardia.

“Avevamo già espresso come sindacato dei pensionati una forte preoccupazione sulla capacità organizzativa di Regione Lombardia di affrontare una campagna vaccinale complessa come questa e, a pochi giorni dall’avvio di questo fondamentale appuntamento, ci dispiace di dover constatare che i fatti confermano purtroppo i nostri timori” – afferma Valerio Zanolla, Segretario Generale dello SPI Lombardia.

“Al di là delle rese dei conti politiche all’interno di Regione Lombardia, quello che ci interessa – prosegue Zanolla – è che i nostri anziani vengano vaccinati nel più breve tempo possibile perché non debbano pagare ancora di più in termini di sofferenza e di vite umane di quanto non sia già successo”

“Sappiamo che il vaccino è l’unico modo efficace di debellare il virus e non possiamo farci trovare ancora una volta impreparati! Anche perché, a complicare ancora di più la situazione, tra breve potrebbe arrivare anche l’ondata di influenza stagionale o addirittura c’è chi dice la terza ondata di Covid. Quindi il fattore tempo non è secondario.”, evidenzia Zanolla.

“Nessuno mette in discussione i diritti sacrosanti dei lavoratori della sanità, grazie alla cui professionalità e dedizione, si sono limitati i gravi danni determinati dalle scelte politiche di Regione Lombardia, ma troviamo strano che l’Assessore Gallera si preoccupi oggi del loro benessere, quando è stata proprio la sua gestione degli ultimi dieci mesi la causa principale del loro forte disagio fisico e psicologico. Tutto è stato scaricato sulle loro spalle, appellandosi al loro senso di responsabilità” , concludono i Segretari SPI CGIL Lombardia Trapletti e Zanolla.

“Oggi c’è una discussione molto accesa sul possibile licenziamento degli operatori sanitari che non aderiranno alla campagna vaccinale. Noi continuiamo a pensare che il vaccino sia uno strumento fondamentale e che, perché la campagna vaccinale abbia successo, bisogna innanzitutto affrontare il problema attraverso un’adeguata informazione e con una azione persuasiva, ma ci chiediamo: possibile che nessuno si ponga la domanda sull’opportunità di lasciare ancora al suo posto chi sta al governo di Regione Lombardia e continua a collezionare errori su errori?”

 

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Pubblicato il 07 Gennaio 2021
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