Verrà incoronato nel giorno della Gioeubia il poeta bosino dell’anno
Sarà proclamato giovedì 28 gennaio il vincitore del premio organizzato dalla famiglia Bosina. Tre i finalisti: Antonio Borgato, Giuliano Mangano e Maria Ivana Piotti. Le poesie in finale nell'articolo

Sarà proclamato giovedì 28 gennaio (giorno della Gioeubia) il vincitore del premio Poeta Bosino dell’Anno, riconoscimento che ogni anno la Famiglia Bosina assegna all’autore del componimento poetico che ha ricevuto più voti dalla giuria composta da Venicio Bernardi, Silvia Bianchi, Carlo Brusa, Giuseppe Carcano e Patrizia Molinaro.
I giurati hanno esaminato oltre 35 poesie, opera di una ventina di poeti dialettali, e alla fine hanno designato i tre autori che saliranno sul podio: si tratta di Antonio Borgato, Giuliano Mangano e Maria Ivana Piotti.
Tra loro verrà scelto il vincitore assoluto il cui nome sarà svelato da Marco Broggini, “massèe” della Famiglia Bosina e segretario del premio, solo giovedì sera, in ossequio alla tradizione.
Una tradizione che quest’anno, a causa della pandemia, ha dovuto fare a meno dell’abituale ritrovo conviviale, così come dell’assegnazione del premio Donna dell’Anno, posticipato ai mesi estivi nella speranza che possano essere in molti a battere le mani, dal vivo, alla prescelta.
LE POESIE IN FINALE
VÉSPAR SÜL LAGH – di Antonio Borgato
Quïètt barlümm da culùur, ‘mè ‘na gibigiàna,
ul sù, ‘drée a ‘nà gió, in sü l’aqua ‘l regàla,
indùa dàsi-dàsi ‘l sa möv in gran gàla.
l’ültim cign, cunt i sò àar da purcelàna.
Visìn a mi, la rìva i und la spécia,
ca la bràscian sü, cerùus, e la carézzan.
‘Mè murùus che sa ritróvan e sa bàsan.
Hinn tanti basìtt delicàa in l’ària frégia.
Fiurìss ‘n surìis intànt ca ‘l cöör ‘l tripìla,
stracüntàa da ‘l gran spetàcul d’ra natüra.
Lée la rézita ‘l sò cupiùn cun bravüra,
un cupiùn mai cumpàgn, sìra dòpu sìra.
Un suspìir in la pàas dul làgh incantàa:
l’è la vùus dul vént che ‘l cantà vèrs d’amùur,
balusétt, in la sò part da primm atùur,
e ‘l par ca ‘l spècia i batiman da ‘l creàa.
VESPERO SUL LAGO
Quieti barlumi di colore, come una gibigiana,
il sole, che tramonta, sull’acqua regala,
dove pian piano si muove in gran gala.
l’ultimo cigno, con le sue ali di porcellana.
Vicino a me, la riva aspetta le onde,
che l’abbracciano, festose, e l’accarezzano.
Come innamorati che si ritrovano e si baciano.
Sono tanti bacetti delicati nell’aria fredda.
Fiorisce un sorriso mentre il cuore trepida,
sbalordito dal grande spettacolo della natura.
Ella recita il suo copione con bravura,
un copione mai uguale, sera dopo sera.
Un sospiro nella pace del lago incantato:
è la voce del vento che canta versi d’amore,
birichino, nella sua parte di prim’attore,
e pare che si aspetti i battimani del creato.
‘MÈ BISBÀI di Giuliano Mangano
‘mè bisbài sbrisigàa
in d’un cantùn
surbüissan in d’ur cò
panzànigh e canzùn
ca insarzìssan anmò
poarànim d’ur passàa.
COME AVANZI
Come avanzi scivolati
in un angolo
fermentano in testa
favole e canzoni
che imbrogliano ancora
fantasmi del passato.
TEME ’NA NUSS di Ivana Piotti
Gramm me’n tòsich ul temp
quand al ta stràscia e al ta quàta
da rùgina cuerta
Mi,speranzùsa, son teme ‘ na nuss
Quand, nal pertegaà, ul guùss al marcìss
gh’è lì la giànda, da pudè schiscià
e la tò fàmm la rangia
COME UNA NOCE
Cattivo e amaro il tempo
quando ti logora e ti copre
di una ruggine coperta
Io, speranzosa, sono come una noce
Quando, nell’abbacchiare, il verde marcisce
rimane la ghianda da poter schiacciare
e soddisfare la tua fame
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