Via Selene: le obiezioni del comitato “Difendiamo Selene” in un documento inviato agli assessori di Varese
Sono state consegnate e protocollate le osservazioni che gli assessori Civati e De Simone hanno chiesto per iscritto ai membri del comitato ascoltati in audizione
Hanno annunciato con una conferenza stampa il fatto che hanno “fatto i compiti” e risposto alle richieste degli assessori, mettendo in una relazione scritta le osservazioni poste agli assessori durante la commissione congiunta tra ambiente, urbanistica e lavori pubblici.
Ora, i rappresentanti del comitato “Salviamo Selene” devono solo attendere le risposte alle domande, e le precisazioni, che sono state già inviate e protocollate.
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Sono diverse e circostanziate le osservazioni di “Salviamo Selene”: le principali riguardano, in particolare, le dimensioni della Rotatoria 4 – quella cioè che non è in vista, e che collegherà lo svincolo autostradale in uscita da Milano e via Selene – per diametro ed altezza, che secondo il comitato sono giustificabili solo se dovesse accogliere la bretella Gasparotto/Borri. Poi la strettoia che si creerebbe, secondo progetto, alla fine di via Selene, quando comincia via per Schianno; inoltre i membri contestano la presunta fluidificazione del traffico dell’intero comparto in cui insiste la nuova viabilità, che secondo il comitato non sarà poi cosi fluida. Oltre naturalmente alle questioni ancora da risolvere in tema di compensazione e mitigazione ambientale e costi e tempi, secondo il comitato molto aumentati i primi e molto accelerati i secondi.
IL DOCUMENTO COMPLETO DEL COMITATO
UNA ROTONDA TROPPO GRANDE
La questione più urgente, secondo il comitato, è quella che riguarda la cosiddetta “terza rotonda”, che in realtà nel progetto è chiamata rotonda 4: «Una rotonda, secondo un progetto che ha diversi anni ed è stato realizzato dalla passata amministrazione, che è stata pensata di dimensioni molto grandi, ad una altezza di 5 metri rispetto al piano attuale, in funzione di un collegamento sia su via Selene che sulla bretella Gasparotto – Borri, che avrebbe una pendenza impegnativa e quindi era stata mitigata in questo modo – spiega Rossella Bernasconi – Il problema è che la Gasparotto Borri è stata stralciata proprio da questa amministrazione, che ha portato a realizzazione il progetto. Ma perché mantenere la rotonda cosi grande e a quell’altezza se la Gasparotto-Borri non si farà più? Si potrebbe cominciare con il ridurne le dimensioni, riducendo i costi e l’impatto ambientale sulla zona».
La decisione è urgente perchè: «Da due mesi stanno già lavorando alla rotonda – continua Bernasconi – Per questo è importante che il comune prenda in mano presto la questione».
IL NODO DI VIA PER SCHIANNO
Un secondo problema viabilistico riguarda la parte finale di via Selene, che diventa via per Schianno: «Secondo il progetto che abbiamo visto, se via Selene “risolve la situazione dei camion” nel suo proseguimento, che è via per Schianno i camion si ritrovano in un imbuto, una strada stretta al limite della percorribilità per i camion – continua Bernasconi – E, sempre secondo il progetto, sembra che il problema venga risolto con dei cartelli di pericolo. E io non credo che una questione del genere si possa risolvere con due cartelli».
Tra l’altro la “soluzione di via Selene per il passaggio dei camion” viene contestata dal comitato per un altro motivo: «Forse non tutti ricordano che gli svincoli previsti nel progetto Esselunga sono svincoli solo in uscita per Varese: non c’è il corrispettivo in entrata, per Milano. Il che significa che quando saranno attivi gli svincoli, i camion diretti verso Varese potranno andare nella zona industriale di Schianno dallo svincolo direttamente verso via Selene, ma quando dovranno tornare in autostrada dalla zona industriale di Schianno, passeranno si da via Selene, ma per poi immettersi, attraverso la rotonda, in via Gasparotto per rientrare in autostrada dal bivio del benzinaio. Non ci sembra una soluzione poi così definitiva».
IL PROBLEMA AMBIENTALE
Oltre al problema viabilistico ce n’è anche uno ambientale: mentre i membri del comitato spiegano nel documento quanto vicino sia il cantiere sia alle sorgenti della Selvagna, si ricorda anche come parte delle somme per la mitigazione ambientale siano state stanziate per il castagneto di villa Toeplitz: «Leggiamo dell’imponente castagneto che si ricostituirà con i soldi di Esselunga. Certo, villa Toeplitz Che è un posto stupendo e meritevole di manutenzione, ma proprio perchè è già bello, sarebbero meglio impiegati qui, dove c’è parecchio da fare per ricostruire un equilibrio che i lavori hanno già stravolto in maniera irrimediabile – ha sottolineato Alessandro Goitan – Ci aspettiamo però di poter incidere almeno dal punto di vista della tutela ambientale, anche perchè mi sembra che abbiamo avuto anche una certa disponibilità all’ascolto da parte dell’assessore De Simone, che ha fatto con noi anche un sopralluogo proprio in quelle zone».
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