Il Villaggio Alzheimer va avanti, Casorate Aperta chiede chiarimenti
La lista di minoranza ha presentato una serie di osservazioni alla Variante puntuale prevista per il nuovo insedimento: tra i temi rumore degli aerei, traffico su strada, la ciclabile e le forme della convenzione Comune-privato

Il rumore degli aerei, il traffico che porterà la nuova struttura, le opere collegate: sono i punti su cui la lista di minoranza Casorate Aperta ha presentato osservazioni al progetto del “villaggio Alzheimer”, l’intervento previsto a Casorate Sempione.
«Nell’ultima settimana noi consiglieri abbiamo esaminato i documenti e stilato un elenco di quelle che secondo noi sono criticità importanti, e visto che l’amministrazione ha accolto la proposta, avanzata da un privato, di variante puntuale per “beneficio di utilità pubblica”, abbiamo cercato di capire quali sono i reali benefici che ricadranno sul nostro paese» scrive il gruppo guidato da Martina Grasso.
«Quest’opera ci viene continuamente proposta come “già fatta”, al punto che le opere connesse alla eventuale realizzazione dell’intervento sono state assunte come elemento principale di bilancio programmatorio per i prossimi anni, con il Comune che si assume importanti responsabilità legate al compimento dell’opera».
Nello specifico, nelle osservazioni al progetto della struttura socio-sanitaria “la rosa dei venti” vengono sollevati diversi punti. Innanzitutto il tema del rumore degli aerei, considerato importante per valutare «una struttura che ospita persone con fragilità»: Casorate Aperta contesta «misurazioni fatte in periodi poco attendibili», vale a dire a giugno, in fase di primissima ripresa del traffico aereo dopo il momento di più rigida emergenza Covid che aveva bloccato Malpensa.
Secondo punto: «le reali ripercussioni sul traffico in paese», intendo in questo caso invece il traffico di veicoli, che non viene valutato, considerando che trattandosi di Variante puntuale non sono previsti studi specifici.
Altro punto è la ciclabile tra via fratelli Bandiera e via Solferino: «Vogliamo sapere se quel tratto di pista ciclopedonale verrà inserito in un progetto più ampio di mobilità dolce o se è fine a se stesso».
Infine un ultimo tema tecnico sì, ma anche di valore politico: «Chiediamo di chiarire una volta per tutte gli obblighi, i costi e le responsabilità ricadenti sul Comune in base all’atto unilaterale del proponente, che pone l’ente pubblico a rischio, considerato che l’avvio dell’attività dipende dal puntuale rispetto di vincoli normativi che non sembrano completamente adempiuti e dal giudizio di Regione Lombardia, unico ente titolato ad autorizzare l’insediamento socio/sanitario».
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