WWF: “In Australia dopo gli incendi 49 specie hanno perso l’80% del loro habitat”
Un anno dopo la “stagione degli incendi” il bilancio è drammatico. La ong lancia il progetto “Regenerate Australia” per il recupero di flora e fauna
Ad un anno dalla terribile stagione di incendi che ha colpito l’Australia tra il giugno 2019 e febbraio 2020 il bilancio è drammatico.
Oltre 15mila roghi hanno infatti bruciato soprattutto foreste e boschi, terreni abitati e praterie con un impatto totale che ha coperta un’area di almeno 19 milioni di ettari, questo secondo le cifre stimate dallo studio di Alexander Filkov dell’Università di Melbourne e riportato dal WWF, la storica ong che ha lanciato “Regenerate Australia”, programma quinquennale da 300 milioni di dollari per il recupero della flora e della fauna.
Quello del WWF è un piano per supportare azioni di ripristino degli habitat, di recupero per la fauna selvatica, promuovere un’economia sostenibile – basata sulle rinnovabili e non sul carbone – con l’obiettivo di «rendere l’Australia un paese “a prova di futuro”». Un grande e ambizioso programma di “rigenerazione” della natura australiana che guarda a tutte le cause di perdita di biodiversità: dagli incendi ai cambiamenti climatici.
«Il nostro obiettivo – commenta la ong – non è solo quello di salvare dall’estinzione animali unici nel loro habitat, ridare una casa ai koala, ma spingere l’Australia a diventare una vera protagonista nella lotta ai cambiamenti climatici che alimentano gli incendi in tutto il pianeta, mettendo a rischio il futuro dell’umanità e delle altre specie».
«Secondo un primo studio del governo australiano – spiega l’organizzazione internazionale il cui logo è lo storico panda -, ben 191 specie minacciate hanno visto diminuire in maniera significativa il loro habitat. Tra queste, 49 ne hanno perso più dell’80%, 65 più del 50% e 77 oltre il 30%. A gennaio 2020, il professor Chris Dickman stimava che più di 1 miliardo di vertebrati erano probabilmente morti a causa degli incendi ma un recente report del WWF Australia ha aggiornato questa stima a 3 miliardi, considerando i dati più recenti sulle densità delle diverse popolazioni di mammiferi (143 milioni), rettili (2,46 miliardi), uccelli (181 milioni) e anfibi (51 milioni), e tenendo conto degli animali colpiti indirettamente dagli effetti secondari del fuoco. Gli animali che sopravvivono all’azione del fumo e delle fiamme rischiano infatti di non sopravvivere a causa di una ridotta disponibilità di risorse alimentari e aree di rifugio, che si traducono in una maggiore competizione intra e interspecifica e nell’aumento del rischio di predazione da parte di specie come i gatti domestici e le volpi rosse, specie aliene introdotte dall’uomo. Si tratta di minacce a medio-lungo termine, che potrebbero aumentare il tasso di estinzione delle specie, già purtroppo alto, oltre a mettere a rischio ulteriori specie ed ecosistemi che prima non erano considerati minacciati. Solo fra i mammiferi, si stima che nelle aree distrutte dagli incendi vivessero 40 milioni di opossum e petauri, più di 36 milioni di antechini, topi marsupiali e altri insettivori, 5,5 milioni di ratti canguro, bandicoot, quokka e potoroo, 5 milioni di canguri e wallabies, 1.1 milioni di vombati, 114.000 echidna e circa 60.000 koala».
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