I soci di Acsm Agam chiedono un risarcimento milionario al comune di Varese

I comuni di Como, Sondrio e Monza e Lario Reti Holding chiedono una cifra tra i 4,8 milioni e i 15,6 milioni di euro. Ma Varese risponde: "dalla nostra parte le sentenze del Consiglio di Stato. Chiediamo i danni a chi ha permesso la proroga del servizio"

Varese generiche

La notizia arriva dalla prima pagina della Provincia di Sondrio: i comuni di Como, Sondrio e Monza e Lario Reti Holding hanno richiesto danni al comune di Varese per una cifra stimata tra i 4,8 milioni e i 15,6 milioni di euro, per aver sovrastimato il proprio ente in sede di distribuzione delle quote azionarie della società.

Il quotidiano cita la delibera del Comune di Sondrio, seguendo quanto già fatto dagli altri soggetti interessati, che promuove: «Vista l’entità del danno subito, ogni utile iniziativa di carattere istruttorio procedimentale volta a ottenere il risarcimento del danno stesso».

COSA CONTESTANO I COMUNI DI COMO, SONDRIO E MONZA

I Comuni di Como, Sondrio e Monza e Lario Reti Holding contestano in particolare al Comune di Varese di essere entrato nell’assetto societario di Acsm Agam con una partecipazione azionaria – pari all’1,29% – che era basata su una struttura del Progetto di aggregazione approvato anche dal Comune di Varese (sia attraverso il Consiglio Comunale sia come socio in Assemblea della Aspem) su una stima di Aspem, che derivava dai flussi di cassa del contratto di servizio relativo all’igiene urbana fino al 2030 (data di scadenza naturale del contratto).

Dopo la fusione il Comune di Varese ha ritenuto invece intervenuta una anticipata cessazione al 2018, per l’applicazione di una norma entrata in vigore tre anni prima.  Secondo gli altri comuni la cifra attribuita al comune di Varese, quindi, era sovrastimata a danno degli altri soci, determinando, a causa della mancata valutazione del Comune di Varese della portata normativa di una legge entrata in vigore nel 2015, un indebito arricchimento da fusione.

La richiesta danni è tra i 4,8 milioni e i 15,6 milioni di euro, calcolata per ogni comune “in base alle quote societarie all’interno della società”: più precisamente Sondrio il 3,30%, Monza il 10,53%, Como il 9,61% e Lario Reti Holding il 23,93%. A queste si aggiunge la partecipazione azionaria della società privata A2A pari al 41,34%

UNA VICENDA COMPLESSA

La vicenda è iniziata a novembre 2018, quando il Comune di Varese ha deciso di mettere a gara il servizio di gestione rifiuti con l’avallo del consiglio comunale, interrompendo il contratto con Acsm Agam, multiutility nata a fine giugno dello stesso anno con un capitale sociale di quasi 200 milioni di euro grazie alla fusione per incorporazione di diverse società partecipate del Nord Italia, compreso Aspem.

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Sul contratto siglato per i servizi di Igiene Urbana la durata era fissata fino al 2030, ma tale contratto era diventato nel 2012 oggetto di procedura di infrazione secondo le norme europee. Il procedimento si era chiuso inizialmente senza sanzioni nel 2015, ma con interpretazioni diverse negli effetti: o fino a scadenza naturale (2030) o entro la fine del 2020. Considerando quest’ultimo termine, la nuova maggioranza nel comune di Varese aveva perciò deciso di procedere a “sanarlo”.

Una decisione avallata prima dal Tar e  poi dal Consiglio di Stato, che hanno respinto il ricorso di Acsm-Agam Ambiente nei confronti del Comune contro le procedure di gara.

LA RISPOSTA DI PALAZZO ESTENSE: “CHIEDEREMO IL RISARCIMENTO AI PROFESSIONISTI CHE HANNO RITENUTO POSSIBILE UNA PROROGA ULTRAVENTENNALE DEL SERVIZIO”

«Il Comune di Varese fino ad oggi non ha ricevuto alcuna richiesta di risarcimento dai comuni. Peraltro il Consiglio di Stato, nel luglio del 2020, confermando l’orientamento già espresso dal Tar nel mese di luglio 2019, ha fugato ogni dubbio in merito al fatto che il Comune di Varese ha operato secondo la legge – Precisa il comune di Varese sulla vicenda – In particolare, indicendo la legittima gara, il Comune ha evitato una gravosa procedura di infrazione cui nel 2012 ha dato avvio la Comunità Europea, che ha, infatti, ritenuto illegittima la proroga ultraventennale della concessione a suo tempo rilasciata a favore di ASPEM (ora ACSM-AGAM). La circostanza era nota a tutti gli operatori. Per questo, se ci saranno le condizioni, ci uniremo agli altri enti per chiedere il risarcimento nei confronti delle società e dei professionisti incaricati di fare le valutazioni, peraltro scelti ed incaricati proprio da alcuni degli enti che vorrebbero ora avviare l’iniziativa giudiziaria. Bizzarro il fatto che si Ipotizzi di chiedere i danni ad un ente che, come certificato dal Consiglio di Stato, non ha fatto altro che applicare la legge e che ove non l’avesse fatto avrebbe subito le pesanti conseguenze legate alla procedura di infrazione europea».

Stefania Radman
stefania.radman@varesenews.it

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Pubblicato il 26 Febbraio 2021
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