David Crosby non ricordava più il suo nome

Ma il suo primo disco solista fu indimenticabile!

50 anni fa la musica

“Non so neanche più come mi chiamo”, traduzione un po’ libera di If I Could Only Remember My Name, non è una brutta espressione per sintetizzare la California lisergica di fine anni ’60, della quale Crosby fu uno dei più importanti esponenti: c’è chi sostiene che se ricordi qualcosa di quel periodo vuol dire che non c’eri!

Secondo disco solista uscito dopo Déjà vu e lo scioglimento di CSNY, e altro capolavoro in qualche modo firmato dalla P.E.R.R.O., la Planet Earth Rock’n’Roll Orchestra che avevamo visto in Blows against the empire. Quindi ci troviamo come musicisti Nash e Young, Jerry Garcia con quasi tutti i Grateful Dead, Joni Mitchell, Paul Kantner e Grace Slick, Michael Shrieve e Gregg Rolie dei Santana, gli Hot Tuna… E quello che ne viene fuori è un po’ l’ultimo e definitivo manifesto della visione hippie: una vita senza stress, in grande comunanza con la natura e con gli altri (Music is love), senza religioni (Laughing la scrisse per George Harrison riguardo al Maharishi) ed in generale con una grande “rilassatezza contemplativa”. Psichedelia sì, certo, ma non nel senso dissacrante e un po’ folle alla Syd Barrett: qui siamo nella California dei tramonti sull’oceano come quello in copertina. Senz’altro un capolavoro, al quale sarebbe stato difficile dare un adeguato seguito: il secondo suo disco solista uscirà 18 anni dopo!

Curiosità: straordinario il testo di Cowboy Movie, che rievoca in chiave Western lo scioglimento di CSN&Y. Parla di quattro fuorilegge dopo una rapina a un treno – Eli (Stills), The Duke (Nash), Young Billy (Young) e Fat Albert (Crosby) – che incontrano una ragazza indiana di nome Raven (Rita Coolidge) che li farà litigare. Molto realista, come avevamo visto…

La Rubrica 50 ANNI FA LA MUSICA

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Pubblicato il 04 Febbraio 2021
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