La festa dell’Architetto chiude pensando alla scuola dopo il Covid

Con la consegna dei premi ai migliori progetti, dedicati al tema della scuola, si è conclusa a Roma la Festa dell’Architetto. I commenti del presidente nazionale e del presidente dell'ordine varesino

Generica 2020

(Nella foto sopra, uno dei progetti premiati)
Con la consegna dei Premi “Architetto italiano 2020”, “Giovane talento dell’Architettura italiana 2020” e del Premio Speciale “(Ri)progettare la scuola con le nuove generazioni post Covid-19” tutti dedicati al tema della scuola, si è conclusa a Roma la Festa dell’Architetto.

«Tre giorni di dibattiti, incontri, approfondimenti e riflessioni con il contributo di amministratori pubblici, esperti, architetti di numerosi Paesi europei, giovani progettisti, economisti, pedagogisti e docenti – ha detto il Presidente del Consiglio Nazionale degli Architetti, Giuseppe Cappochin – che hanno mostrato, dai rispettivi punti di vista, quello che dovrà essere il nuovo ruolo che l’architettura scolastica sarà chiamata a svolgere verso quella didattica attiva la cui importanza fondamentale sul benessere e sulla socializzazione, l’attuale emergenza sanitaria ha ben messo in evidenza».

«Non basta, infatti, tornare alla normalità perché questa normalità è caratterizzata da un tasso di dispersione scolastica altissimo, da un livello di istruzione molto al di sotto della media europea e da livelli organizzativi molto differenziati tra nord e sud – ha continuato il presidente – Dobbiamo cogliere l’occasione del Covid per riformare la scuola attraverso un grande piano nazionale che affronti, innanzitutto, la piaga della dispersione scolastica; faccia entrare la scuola nella vita delle persone in modo essa non sia più legata solo a quella dei bambini e dei ragazzi; attivi il concetto di autonomia in modo che le problematiche relative alla presenza in un determinato territorio possano essere affrontate con strumenti ad hoc. La scuola che noi vogliamo può e deve cambiare la città diventando uno dei più importanti pilastri su cui poggiare le priorità e i valori della nostra società non solo del domani ma anche dell’oggi. E c’è la necessità di trasformare l’insegnamento da passivo in attivo in ambienti funzionali a tali obiettivi, accoglienti, flessibili e permeabili, progettati per l’apprendimento e la centralità dello studente con il conseguente passaggio da una edilizia scolastica ad una architettura scolastica».

«L’esperienza di essere stata nella giuria di un premio cosi importante mi ha insegnato come le giovani generazioni di architetti si siano distinti nel progettare spazi didattici flessibili e diversi da schemi del passato – ha commentato la presidente dell’Ordine degli architetti di Varese, Elena Brusa Pasquè, membro della giuria che ha selezionato i premi – Da 20 anni ci stiamo trascinando un’emergenza educativa, oltre alle altre emergenze sull’ambiente costruito che in Italia non ci facciamo mancare, e che il nostro Consiglio Nazionale anche attraverso il progetto Abitare il Paese ha proposto di rigenerare attraverso un cambio di paradigma. Ecco la nuova “cultura della domanda” che prende l’avvio dall’ascolto dei piu giovani: un nuovo approccio alla progettazione, passando dall’edilizia scolastica ad una architettura scolastica, e che va oltre, verso un’architettura sostenibile e umanistica, dove la sostenibilità supera i concetti tecnici economici e di risparmio energetico, e dove la centralità dell’essere umano sia rimessa al centro del progetto con i suoi bisogni le sue diversità, le sue diverse abilità e la sua capacità di ascoltare e di essere ascoltato. La nuova pedagogia dell’ascolto, citata da Carla Rinaldi,di Reggio Children, solleciterà in tempi piu brevi la rinascita di una nuova scuola e di persone nuove. Architettura e Pedagogia sono quindi un binomio vincente per ripensare alla scuola come incubatore di pensieri e di qualità della vita del nostro futuro».

TRA I PREMI NAZIONALI ANCHE UNO STUDIO OSPITATO DA THINKING VARESE

A chiusura dei lavori sono stati appunto consegnati i tradizionali Premi, selezionati da una giuria che ha visto come unico presidente locale quello di Varese:  Il Premio“Architetto italiano 2020” è stato assegnato all’opera “H – CAMPUS a Roncade (TV)” dello studio Zanon Architetti Associati, rappresentato dall’architetto Mariano Zanon. Per la giuria si tratta di un “Campus innovativo e didatticamente evoluto che accoglie scuole di diverso ordine e grado. Sotto la grande copertura si alternano ambienti chiusi e piazze che si affacciano su ampie aree verdi. Alla complessità del sistema si contrappone la leggerezza degli edifici e la chiarezza dell’impianto”.

Per il “Giovane talento dell’Architettura italiana 2020” ad essere premiata è stata la “Scuola con alloggi a Nosy Be, Madagascar”, dello studio AutAut Architettura, capogruppo Edoardo Capuzzo Dolcetta. Un progetto che “elaborato in un contesto di scarsità di mezzi e di risorse economiche si connota per la chiarezza formale e l’equilibrio tra i blocchi aula e la leggerezza della soluzione di copertura che tiene conto delle condizioni climatiche del luogo”. Menzioni d’onore sono stati dati all’architetto Roland Baldi, al gruppo dell’ architetta Silvia Minutolo e all’architetto Roberto Vezzosi, tutti straordinari progetti si scuole di ogni ordine e grado.

Il Premio Speciale “(Ri)progettare la scuola con le nuove generazioni post Covid-19” vede due Menzioni d’Onore assegnate rispettivamente ai progetti “Scuola come Civic Center” degli architetti Sergio De Gioia e Fabrizio Michielon di MIDE Architetti (Nella foto sopra) e a “100 BLOCKS” degli architetti Alessandro Cacioppo e Paola Damiani.

Proprio lo studio MIDE Architetti è stato uno dei protagonisti di Thinking Varese 2020: per il primo incontro on line della rassegna, che li vedeva protagonisti, erano collegati in 600.

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Pubblicato il 03 Febbraio 2021
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