La Svizzera al voto sull’iniziativa anti burqa
Già in vigore in Ticino il divieto di "dissimulare il proprio viso" è l'oggetto di un referendum in programma il 7 marzo
Vietare il burqa e più in generale di “dissimulare il proprio viso”: i cittadini svizzeri dovranno esprimersi sulla questione con il voto favorevole o contrario all’iniziativa del prossimo 7 marzo.
Un provvedimento che il Canton Ticino, sempre con il via libera dell’elettorato, ha già adottato da quattro anni. Tra le motivazioni alla base della proposta, la ricerca di una maggiore sicurezza. Il divieto non riguarderebbe soltanto il velo ma si estenderebbe ad ogni tipo di indumento o accessorio in grado di non permettere l’identificazione di chi lo indossa.
Un’iniziativa che vede schierarsi in contrapposizione le forze politiche di destra e di sinistra e contro la quale è intervenuta oggi anche la Commissione federale contro il razzismo (CFR).
“Nonostante il suo titolo generico, l’iniziativa mira alle donne che indossano simboli religiosi – ha precisato la commissione -. I promotori non hanno del resto mai fatto mistero delle loro intenzioni: il dibattito pubblico è focalizzato sul burqa e caratterizzato da un’atmosfera di diffidenza e rifiuto nei confronti di una comunità religiosa. La Costituzione federale è molto chiara sui diritti fondamentali e il divieto di discriminazione: «Nessuno può essere discriminato, in particolare a causa dell’origine, della razza, del sesso, dell’età, della lingua, della posizione sociale, del modo di vita, delle convinzioni religiose, filosofiche o politiche, e di menomazioni fisiche, mentali o psichiche.» Non si possono emanare disposizioni di legge o d’ordinanza o altre direttive per ragioni simboliche o per statuire un esempio. Il rispetto dei diritti fondamentali deve sempre prevalere sulla tentazione di legiferare in base a casi o episodi particolari. E non si possono neppure emanare disposizioni ispirate da sentimenti o inclinazioni soggettive, da semplici timori o ancora da un’antipatia nei confronti di una convinzione religiosa”.
“L’attuazione dell’iniziativa – conclude la Commissione – allontanerebbe le donne dalla vita pubblica, poiché si troverebbero di fronte al dilemma di dover rinunciare alle loro convinzioni religiose oppure di dover vivere con la paura d’essere sanzionate dalle autorità. Come già rilevato a più riprese, l’iniziativa «Sì al divieto di dissimulare il proprio viso» crea più problemi di quanti ne risolva. E viola il divieto di discriminazione di cui ciascuna e ciascuno deve beneficiare in rapporto alle sue convinzioni religiose. Contravviene inoltre alla libertà di credo e di coscienza garantita dall’articolo 15 della Costituzione federale. Per tutte queste ragioni, la CFR raccomanda di respingere l’iniziativa, che intacca i diritti fondamentali”.
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