Luino e il carnevale virtuale delle Sempiterne

Sui social il ricordo di quel grande evento di cultura, fede e tradizione

Il carnevale virtuale delle Sempiterne

Stiamo vivendo un momento storico complicato e non vorrei che il pensiero del carnevale potesse sembrare fuori luogo. Questa ricorrenza fa parte della nostra tradizione ed è bello, comunque, ricordarla virtualmente, anche grazie ai tanti contributi che ci sono pervenuti. – commenta Simona Fontana, Presidente dell’Associazione Amici delle Sempiterne – Ringrazio tutti coloro che hanno partecipato a questa meravigliosa kermesse virtuale, in attesa che si possano anche proporre eventi nel mondo reale. Purtroppo anche per la mia associazione non è possibile proporre manifestazioni in presenza ma trovo giusto valorizzare l’impegno di creativi e artigiani che nel tempo si sono impegnati per questo evento”.

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L’Associazione Gli Amici delle Sempiterne festeggia on line il carnevale sui suoi social network Instagram @le_sempiterne, facebook Le Sempiterne e sul sito http://lesempiterne.wordpress.com

In passato, il territorio lombardo del Lago Maggiore e delle sue valli amava questa ricorrenza. A fine ‘800 a Luino si animavano con feste da ballo il circolo degli impiegati, il Politeama Garibaldi e alcune abitazioni private di Creva Ad esempio, durante il periodo in cui l’Ingegner Pierangelo Frigerio (che si ringrazia per le informazioni) si era dedicato all’Azienda di Cura, Soggiorno e Turismo di Luino, i carri allegorici erano sempre presenti (foto courtesy Enrica Spertini): tra di essi, si ricorda, in particolare, quello dedicato alla Balena di Pinocchio, realizzato da Luciano Suira presentato con l’Istituto di Maria Ausiliatrice. In questo momento di aggregazione e di festa il bravo artista aveva intrecciato sinergie sia con la vicina Lugano che con la festa dell’uva, quale altra occasione di sfilate per la Città (foto della festa dell’uva courtesy Francesco Marmino). Gabriella Badi ricorda anche le vetrine a tema in Luino di cui ha fornito materiale fotografico e un dipinto dedicato ad un arlecchino con dama di Massimo Antine Parietti. Anche i clown di Mario Bianchi mostrano una vena carnevalesca. (foto courtesy Cesare Rivolta).

Nelle valli intorno, a Montegrino Valtravaglia, ad esempio, negli anni ’60 si festeggiava con un carro che girava tra le frazioni alte ( foto in allegato carro in piazza Girani del 1965, courtesy Carlo Parini ) Lo storico Carlo Parini narra che lo trainava un trattore: un anno purtroppo non era possibile per diversi motivi…ma Don Carlo Castiglioni aveva prestato la sua moto Guzzi 500 affinché si potesse procedere con la sfilata. La festa terminava in abitazioni private con una cena con spezzatino, polenta e uova. L’associazione propone anche dolci della tradizione rivisitati: dalle chiacchiere di stelle filanti di @alessandra_dulcis_in_fundo, al migliaccio di @lydiaincucina e alle frittelle di mele di Cinzia De Rossi.

Più recentemente, poco prima del lockdown, nelle valli intorno alla città si sono svolte sfilate di carri allegorici. Cristina Dicembrino, (@krisstiarte) ad esempio, è una creativa che si impegna in diverse attività e l’anno scorso ha dipinto un carro di carnevale ispirato alla figura dello spazzacamino, personaggio che è un fiore all’occhiello soprattutto della tradizione lombarda e piemontese, basti pensare che in Valle Vigezzo ogni anno si celebra un raduno internazionale.

Dal Lago Maggiore, i corsi d’acqua ci avvicinano a Milano e a Venezia, patria del carnevale.

In passato, la tradizione del carnevale veneziano si celebrava anche sui Navigli. Le maschere della brava Micaela Iuvale’ (@micaelaiuvale) seguono questo corso perché, da Venezia, sono state esposte per carnevale presso il Vicolo delle Lavandaie all’atelier Laganà.(@atelierlagana) Matteo Laganà, classe ’46, insignito dell’onorificenza di Cavaliere della Repubblica per meriti artistici, ha rappresentato i bei corsi d’acqua milanesi e quelli della Serenissima. Le sue tavole a olio su tela hanno raffigurato, infatti, alcuni scorci della magnifica laguna veneta. I Navigli hanno sempre accolto i visitatori con manifestazioni dedicate al mondo dei fiori che, tra l’altro, hanno sempre caratterizzato il carnevale milanese d’antan. Si dice che fu splendido anticamente: durante le feste in strada si usavano lanciare arance, pomi, fiori ed uova. L’ Architetto Michela Coppola, (@barberismichi) geniale ed eclettica, abbina con estro le cromie particolari per i suoi centrotavola carnevaleschi.

Milano nell’800, infatti, festeggiava il carnevale con fiori come in una città di Riviera: nel 1885 alcuni celebri luoghi venivano trasformati nell’allegoria delle quattro stagioni. Per l’inverno, ad esempio, via Montenapoleone era decorata con nudi gelsi spruzzati di neve realizzata con bambagia e naftalina e per la primavera Corso Vittorio Emanuele sfoggiava archi di trionfo di fiori autentici e di carta. I fiori erano presenti anche in una mascherata che usava partire da porta Ticinese affollata da gente in parte a piedi, in parte a cavallo e sopra carri allegorici, da cui si lanciavano piume e fiori. A Milano esisteva anche una società del carnevale o dei Meneghini che veniva supportata dal comune per allestire sfilate e cavalcate allegoriche, mascherate e bande musicali tra le vie di Porta Venezia, di Porta Nuova, luoghi in cui erano organizzati carri e barconi da gioventù elegante che usava gettare alla folla fiori ed arance. Talvolta il carnevale a Milano terminava con un veglione alla scala noto al mondo elegante con feste pubbliche e private che duravano fino alla mezzanotte, quando in piazza del Duomo veniva bruciata l’effigie del carnevale. I fiori in Italia sono un fil rouge: erano molto presenti anche nel Carnevale di Venezia ed addirittura si usava presentare al Doge un mazzo di fiori e una poesia.

Alcune informazioni sono state ricavate dal Dizionario di Americo Barberi del 1872

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Pubblicato il 15 Febbraio 2021
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