“L’Ultimo Concerto?” Una “non esibizione” lunga un anno

Anziché accendersi per un grande concerto-evento in streaming, le luci di oltre 130 club - fra cui le Cantine Coopuf - si sono spente in un “muro di silenzio”. Il “flashmob” della musica dal vivo: “L’ultimo concerto? Nel 2020. Ma adesso vogliamo parlare del prossimo concerto”

ultimo concerto

Doveva essere un grandissimo show in streaming, con circa 130 live club in diretta streaming a suonare “l’ultimo concerto” e invece, quello di ieri sera, sabato 27 febbraio, si è rivelato un vero e proprio “muro di silenzio”.

Da Brunori Sas al vincitore di Sanremo Diodato, dai siciliani Colapesce e Di Martino ai varesini Kusher, tanti gli artisti scesi in campo per “L’Ultimo Concerto”, l’iniziativa nazionale a sostegno dei locali che ha lanciato un grido d’allarme diventato ancora più assordante quando ieri sera le luci sui palchi dei club si sono spente per una “non esibizione”, anziché accendersi per la diretta streaming. Monitor nero, non per un errore di connessione o dei server, ma semplicemente perché non c’è stato alcun ultimo concerto.

«Ultimo Concerto? Ce lo siamo lasciati alle spalle, nel 2020, prima della fase di emergenza. Nel presente non esiste». Un messaggio forte, quello della campagna che ha unito i piccoli (ma soprattutto storici) locali di tutta Italia, fra cui anche le varesine Cantine Coopuf, prima annunciando un super evento (sullo stile dei Tora Tora ideati da Manuel Agnelli, presente anche lui ieri sera dal palco del leggendario Bloom) ma mostrando poi l’amara realtà che oggi condanna la musica dal vivo.

«La situazione attuale lascia emergere numeri allarmanti 15.000 i concerti cancellati – spiegano in una nota gli organizzatori del “flash mob” KeepOn Live, Arci e Assomusica – I mancati incassi per il settore sono superiori a 50.000.000 di euro. Per una media di € 332.491 per singola realtà.  Il 49% dei Live Club dichiara di non avere certezza circa la possibilità di una riapertura a fine pandemia. Durante l’anno di chiusura forzata, infatti, i costi fissi, hanno avuto un peso di oltre 10.000.000 di euro, per una media di € 63.922 per singolo Live Club».

«Non vi abbiamo preso in giro. I vostri artisti non vi hanno voluto fare un brutto scherzo –hanno invece letto le centinaia e migliaia di video spettatori collegati sulla piattaforma che avrebbe dovuto trasmettere i live -. Abbiamo voluto trasmettervi un messaggio. Farvi capire qual è la situazione in cui ci troviamo. Da un anno, siamo obbligati al silenzio e cerchiamo di galleggiare, di preservarci per un futuro, che ogni giorno sembra allontanarsi.  Abbiamo voluto condividere con voi queste sensazioni e, con ancora questo sapore amaro in gola, vi chiediamo tutto il supporto e la comprensione di cui abbiamo bisogno».

Saranno i Kusher a calcare il palco delle Cantine Coopuf per “L’Ultimo Concerto”

Tanta infatti è la voglia di guardare avanti, al “Prossimo Concerto”, nome assunto anche della “fase 2” della iniziativa, che, dopo la “protesta” di ieri, ha lanciato sul sito un manifesto con lo scopo di ottenere un riconoscimento specifico per i live club:

«I Live Club sono luoghi multifunzionali e multidisciplinari, di promozione culturale e del proprio territorio – si legge nel testo del manifesto -. Questa ricchezza di competenze e funzioni rende i Live Club degli ambienti fortemente dinamici all’interno dei quali lavorano migliaia di persone nell’ambito delle professioni dello spettacolo. Eppure, fino ad oggi, non è mai stato riconosciuto il valore e il ruolo di questi spazi, al pari di quello che avviene, invece, per i cinema e i teatri. Per questo, mentre ci interroghiamo sull’ultimo concerto, immaginiamo come sarà e se ci sarà il Prossimo Concerto».

(L’esibizione dei Kusher trasmessa ieri sera per L’Ultimo Concerto)

 

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 28 Febbraio 2021
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