Manca la merce e il salario per i dipendenti del cash and carry Altasfera di Busto Arsizio

Un presidio sindacale questa mattina ha tenuto uno sciopero nel parcheggio del punto vendita del Sempione. I dipendenti raccontano una situazione umiliante: "Con i pochi risparmi che abbiamo veniamo al lavoro per fare il nulla"

Altasfera Busto Arsizio sciopero sindacati

Si è tenuto questa mattina, sabato 27 febbraio, davanti alla sede Altasfera del Sempione a Busto Arsizio, lo sciopero dei lavoratori del cash and carry del Gruppo L’Alco (Grandi Magazzini S.p.A. di Rovato, Brescia), che da mesi non ricevono comunicazioni sulla loro posizione lavorativa.
Il presidio sindacale lamenta l’atteggiamento aziendale e chiede “salario e rispetto”: «Dopo i proclami di presunte trattative e di voler a tutti i costi garantire la salvaguardia occupazionale, la continuità aziendale e dopo aver lasciato centinaia di famiglie senza retribuzione mettendole in ginocchio, Il Gruppo L’Alco è scomparso letteralmente nel nulla» hanno affermato i gruppi sindacali regionali Filcams-Cgil Fisascat-Cisl Uitucs-Ui.

«Siamo ancora qua perché dopo quasi due mesi dall’incontro aziendale vige il silenzio. Arenata anche la trattativa che c’era con la società che aveva manifestato la volontà di acquisire il gruppo. Ad oggi non abbiamo più notizie; i lavoratori non ricevono lo stipendio: hanno indietro la tredicesima, lo stipendio di gennaio, degli arretrati contrattuali che l’azienda non ha mai riconosciuto e in più la cassa integrazione arriva a singhiozzi. Ad oggi i dipendenti non stanno ricevendo un centesimo perché l’Inps, come molte altre realtà, sta pagando in ritardo. Per cui non prendendo lo stipendio e ricevendo la cassa integrazione in ritardo, c’è gente che, arrivando da fuori Busto, non ha i soldi per la benzina della macchina» ha spiegato la sindacalista della Filcams-Cgil Carmen Ventre.

«La situazione è drammatica perché non veniamo pagati da tre mesi. Non abbiamo preso nemmeno lo stipendio di dicembre; stiamo sopravvivendo con la cassa integrazione che è arrivata puntualmente in ritardo. Abbiamo ricevuto la cassa integrazione a fine gennaio relativa ai mesi di settembre, ottobre, novembre e dicembre. Siamo stati anche senza cassa integrazione e ora tirare avanti è difficile. Ci sono persone che prendono anche meno di 100 euro di cassa integrazione e andare avanti così è impossibile» ha spiegato invece Manuela Cirielli, rappresentante sindacale del punto vendita.
E continua raccontando di un mutismo da parte dell’Azienda: «Non c’è modo di avere informazioni, né sulle trattative in corso né sulla nostra posizione lavorativa; non abbiamo i numeri di protocollo per risalire alle nostre situazioni, cedolini, cassa integrazione e tutto ciò che ne concerne. Tutto quello che chiediamo non riceve risposta».

«Si va avanti con i risparmi, per chi ce li ha – precisa la delegata Manuela Cirielli -. Stiamo rasentando il fondo perché i soldi che abbiamo li usiamo per venire al lavoro e fare il nulla perché non c’è niente da fare: non c’è quasi più merce sugli scaffali; ordiniamo 4mila colli (di prodotti mancanti) e ne arrivano venti».

«Per non parlare dell’umiliazione anche da parte dei clienti che se la prendono con noi» ha aggiunto la rappresentante del punto vendita. “Quando chiudete?; perché non vi trovate un altro posto?; cosa siete qui a fare?”, sono le domande dei clienti del cash and carry a cui i 28 dipendenti rimasti, all’Altasfera del Sempione, sono stanchi di rispondere.

La via da percorrere sembra essere solo una: «Sicuramente procederemo per via legale; questo comportamento non si può più tollerare. Saremmo stati in grado di comprendere ed essere solidali, vista la situazione emergenziale a livello globale, se solo fossimo stati messi al corrente da parte dell’Azienda delle difficoltà economiche e di come avrebbero voluto procedere. In questo caso si tratta di mancanza di rispetto».

Ormai il negozio, legato all’ambito della ristorazione e della somministrazione di bevande, non riesce a garantire il minimo presidio e rimane aperto solo la mattina, spingendo progressivamente la clientela a recarsi alla concorrente Metro di viale Borri a Castellanza.

Francesca Cisotto
francescacisotto511@gmail.com

 

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Pubblicato il 27 Febbraio 2021
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