Sport in zona gialla: cosa si può fare e cosa no

Uisp spiega quali sono le regole da seguire. Il presidente nazionale Manco porta alla Camera la voce del terzo settore. Pneumatici usati, l'attività di Ecopneus

notiziario uisp varese

NOTIZIARIO UISP del 3 febbraio 2021

REGOLE – Sport in zona gialla: cosa è permesso e cosa no

Si potrà passeggiare, sempre con la mascherina, nel verde o in centro, a patto di stare lontani un metro e senza limiti di spostamento tra comuni. Stesse regole per le attività sportive all’aperto: corsa, bicicletta, perfino sci di fondo, potranno essere praticati restando a due metri dagli altri anche senza mascherina.
L’attività sportiva di base e l’attività motoria presso centri e circoli sportivi all’aperto (che rimangono aperti), sia pubblici sia privati sarà ammessa, ma restano vietati gli sport di contatto: dal beach volley ai “quattro tiri a canestro” nei campetti di quartiere, tutto è ancora vietato. Tennis e padel non rientrano tra gli sport di contatto, quindi si possono praticare.
Per tornare a praticare uno sport di contatto a livello amatoriale e dilettantistico sarà necessario far parte di a una società che disputa un campionato o una competizione di preminente interesse nazionale. Sono sospese l’attività sportiva dilettantistica di base, le scuole e l’attività formativa di avviamento relative agli sport di contatto.
Sono sospese tutte le gare, le competizioni e le attività connesse agli sport di contatto, anche se aventi carattere ludicoamatoriale.

NAZIONALE – Manco porta alla Camera la voce del Terzo Settore

Vincenzo Manco, presidente nazionale Uisp e coordinatore della Consulta sport e benessere del Forum del Terzo settore, è stato ammesso ad audizione pochi giorni fa dalla VII Commissione della Camera sullo Schema di decreto legislativo sulla riforma degli enti sportivi professionistici e dilettantistici.
«Le nostre osservazioni – ha detto Manco – riguardano il necessario raccordo con la normativa sugli Enti di Terzo settore, e cioè il Codice del Terzo settore e la normativa sull’impresa sociale».
«L’associazionismo sportivo rappresenta una parte importante di tutto il Terzo settore e l’imminente entrata a regime del Registro Unico (RUNTS) rende necessaria l’adozione di norme coerenti e inequivocabili, che assicurino un effettivo sostegno al suo sviluppo. Per questo – prosegue Manco – bisogna garantire anche agli enti sportivi dilettantistici la possibilità di assumere la qualifica di Ente del Terzo settore e di impresa sociale. Un’opportunità che gli darebbe, a pieno titolo, il riconoscimento di enti che perseguono il bene comune attraverso lo svolgimento di attività di interesse generale».

«Attualmente, nell’articolato dello schema di Decreto, emergono alcuni passaggi che rendono praticamente impossibile l’assunzione della qualifica di ente di Terzo settore da parte di un’associazione o società sportiva dilettantistica. Per questo chiediamo – conclude Manco – che vengano rivisti alcuni articoli. Nello specifico l’articolo 6, sullo svolgimento esclusivo di attività sportiva, l’articolo 8, per permettere agli enti sportivi di svolgere le altre attività del Terzo settore e l’articolo 26, che potrebbe generare confusione tra la figura dell’amatore e quella del volontario».

AMBIENTE – Ecopneus: 190mila tonnellate di PFU raccolte nel 2020

Il sistema di raccolta e riciclo dei PFU-Pneumatici Fuori Uso gestito da Ecopneus, la società senza scopo di lucro principale operatore della gestione dei PFU in Italia e partner di Uisp, chiude il 2020 con un bilancio positivo. Nonostante le criticità incontrate nel corso dell’anno, dovute all’emergenza sanitaria che stiamo purtroppo ancora vivendo e alla conseguente netta flessione della sostituzione di pneumatici, il sistema di gestione impostato da Ecopneus ha tenuto, mantenendo un servizio costante agli operatori del ricambio in tutta Italia, senza nessuna interruzione neanche durante il lockdown.
Sono state infatti 189.569 le tonnellate di Pneumatici Fuori Uso raccolte da Ecopneus nel corso del 2020. Rispetto agli obiettivi di raccolta previsti dalla legge, la raccolta si attesta al 96%: un risultato importante soprattutto a fronte di un crollo nel 2020 delle vendite di pneumatici di circa il -20%. Questo avrebbe dovuto comportare una flessione analoga anche nella raccolta dei PFU, e invece la raccolta ha tenuto, grazie anche ai provvedimenti di legge che autorizzano a raccogliere il 15% in più del solito.

SPECIALE UISP – Tutti gli articoli su VareseNews

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Pubblicato il 03 Febbraio 2021
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