Strutture socio sanitarie in crisi: “Senza aiuti, non sopravviviamo”

Le pesanti perdite subite a causa della pandemia e i maggiori costi sostenuti hanno messo in crisi il settore. Regione ha deciso stanziamenti che le strutture sollecitano con urgenza

Caronno, inaugurata la Camera degli Abbracci alla Rsa Corte Cova

Le residente socio sanitarie sono in crisi. La pandemia ha colpito in modo molto intenso le comunità protette che lanciano un appello a Regione Lombardia perché sblocchi in tempi veloci risorse ormai necessarie per sopravvivere. Sono settecento le strutture per anziani presenti in regione, i posti letto disponibili nelle Rsa sono circa settantamila, gli addetti interessati dalla difficile partita sono diverse decine di migliaia.

Il settore solleva il tema della remunerazione per le emergenze legate al Covid19 che ha imposto interventi straordinari e ordinari. Si tratta di circa 200 milioni di euro spesi per gestire la pandemia che ha colpito duramente le comunità fragili.

Si chiede a Regione di stanziare i fondi previsti, circa 85 milioni di euro che equivarrebbero alle perdite subite per i letti rimasti vuoti. Ancora oggi, il comparto registra mancati introiti per circa 1,5 milioni di euro.

In una nota congiunta, le principali sigle del comparto: Uneba, Anffas, Confcooperative Federsolidarietà, Agci, Aris, Legacoop, Fp Cgil, Cisl Fp, Uil Fpl, UilTucs, Fisascat Cisl, chiedono che siano velocizzate le pratiche per l’assegnazione dei fondi: « La lentezza nel far affluire risorse al settore rischia di mettere a rischio la sopravvivenza stessa delle strutture del Terzo settore sociosanitario e sociale in Lombardia – sottolineano in una nota –. Questo avrà inevitabili ripercussioni, sia sul piano occupazionale sia sociale, in termini di mancata risposta a futuri bisogni delle persone fragili a cui gli enti e i lavoratori si dedicano quotidianamente».

Nei giorni scorsi, Uneba, insieme ad altre sigle del mondo sociosanitario, aveva incontrato gli assessori Moratti e Locatelli per fare il punto sia sulla azione vaccinale sia per offrire disponibilità ad essere attori della azione vaccinale alla popolazione ultra ottantenne : «Il nostro mondo – spiega il Presidente regionale di Uneba Luca Degani – al di là della contingente difficoltà economica, resta una realtà nella quale sono presenti operatori medici ed infermieristici in numero considerevole e con oltre mille qualificate presenze di strutture operative sul territorio lombardo. Si pensi alle 700 ed oltre rsa nelle quali sono presenti più figure mediche e mediamente oltre una decina di presenze infermieristiche. Personale qualificato che ha già posto in essere l’azione vaccinale all’interno della propria struttura ai colleghi e alle persone ospiti. Ora, si potrà ricambiare la priorità concessa aiutando il territorio. Prima per gli altri anziani e poi per tutti. Non deve essere visto in alternativa ai grandi hub ipotizzati ma con una funzione integrativa . Estremamente interessante in termini di capillarità di presenza sul territorio e di risorse professionali sanitarie a disposizione in spazi ampi e adeguati a azioni di tutela della salute collettiva».

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 19 Febbraio 2021
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