Wind Tre sottoscrive un accordo innovativo sullo smart working

È il primo accordo di questo tipo per una grande organizzazione grazie al quale si raggiunge il difficile equilibrio tra regolazione e flessibilità   

smart working

Come capo della comunicazione Whirlpool ho avuto l’onere e il privilegio di partecipare agli interminabili incontri coi sindacati, spesso fumosi e inconcludenti, per affrontare questioni le più diverse. A notte fonda, come da liturgia imposta dalla necessità inconfessabile degli incontri quotidiani “accidentali” luoghi della vera trattativa, qualche volta avveniva il miracolo di salvare una fabbrica, di cambiare una turnazione o un nuovo premio di risultato legato alla produttività e alla soddisfazione del cliente.

Ricordo Gaetano Bartolone, Stefania Filetti, Pierangelo Albini intorno al tavolo a tessere pazientemente la trama di una nuova organizzazione del lavoro. Menti sagaci e penne sottili anche in questi giorni sono state al lavoro per una nuova versione degli accordi sullo smart working.

UN ACCORDO SPERIMENTALE 

Il 3 febbraio scorso, Wind Tre e le segreterie nazionali e territoriali di Slc Cgil, Fistel Cisl, Uilcom Uil, unitamente al coordinamento delle rsu, hanno sottoscritto un accordo sperimentale sullo Smart Working. Si tratta del primo accordo di questo tipo per una grande organizzazione, per l’equilibrio raggiunto tra regolazione e flessibilità e definisce in modo molto chiaro i seguenti elementi:

  • Premesse: esperienza precedente e pandemica, sensibilità per le opportunità e anche i rischi delle nuove modalità, opportunità per ridurre impatto ambientale e migliorare la qualità di vita dei centri urbani di residenza
  • Principi generali: autonomia, flessibilità, lavoro per obiettivi, produttività e conciliazione vita-lavoro
  • Orientamento a rendere lo smart working strutturale
  • Eleggibilità molto ampia
  • Volontarietà confermata sia per la sottoscrizione dell’accordo che per la richiesta delle giornate
  • Nessun vincolo di numero di giornate
  • Individuazione di giornate di lavoro richieste in ufficio a discrezione del responsabile per certi tipi di attività quali a titolo esemplificativo: formazione, team building, staff meeting, gestione documentazione fisica, visite mediche periodiche
  • Prenotazione obbligatoria della postazione non assegnata in presenza
  • Fascia di prestazione limitata a 8:00-19:00
  • Disconnessione garantita e “morbida”: utilizzo dello stato nell’applicativo e fascia pranzo ampia indicativa (12:30-14:30)
  • Straordinari esclusi
  • Responsabilità per la connessione veloce in capo al dipendente
  • Dotazione hardware in capo all’azienda con wifi sim, pc e cellulare
  • Messa a disposizione di sedie ergonomiche gratuite con ordine di priorità a chi ne fa richiesta per ruolo (es. operatori call center), portatori di problematiche muscolo scheletriche certificate, altri lavoratori
  • Possibilità per tutti di riscattare un monitor extra per il lavoro da remoto pagando 20 euro+ iva
  • Offerta scontata per il collegamento alla rete internet a 19 euro al mese
  • Possibilità di lavorare in luoghi idonei ovunque in Italia
  • Previsione di soluzioni aziendali ad hoc (es. co-working) per gestire eventuali conflitti e disagi anche psicologici da isolamento e criticità domestiche, violenza di genere inclusa
  • Buone pratiche diffuse con attività di comunicazione ad hoc e formazione obbligatoria specifica per lo smart working di almeno 1 ora alla settimana
  • Monitoraggio permanente delle modalità effettivamente adottate in tutta l’organizzazione in termini di produttività, flessibilità e work-life balance
  • Accordo per 1 anno

TROVARE UN EQUILIBRIO QUESTO È IL PROBLEMA

Trovare un punto di equilibrio tra il telelavoro, il lavoro a domicilio e il lavoro agile non è semplice e il legislatore finora non ha chiarito le linee guida utili per trasformare l’esperienza di lavoro forzoso da casa in nuovi modi di lavorare che siano migliori per tutte le parti.

I casi aziendali come quello di Wind tre costituiscono pertanto uno stimolo fondamentale per tutte le imprese che si stanno interrogando sulla costruzione della nuova normalità. Einstein diceva: «La vita è come andare in bicicletta: se vuoi stare in equilibrio devi muoverti». Questo caso dimostra che è possibile trovare nuove sintesi. O meglio, dato che si può fare, si deve fare.

di
Pubblicato il 07 Febbraio 2021
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