Albo d’onore per Eduardo Souto de Moura, l’architetto che insegna la realtà
C’era il pienone alla lectio magistralis di Eduardo Souto de Moura, protagonista dell’appuntamento del 24 marzo 2021 di Thinking Varese
C’era il pienone alla lectio magistralis di Eduardo Souto de Moura, protagonista dell’appuntamento del 24 marzo 2021 di Thinking Varese.
Erano collegati in 520 al webinar organizzato dall’Ordine degli Architetti di Varese e le prenotazioni all’incontro, come sempre gratuito ma con obbligo di iscrizione sono state chiuse molte ore prima dell’evento per “sold out”.
L’occasione, del resto era doppiamente importante: non si trattava solo di ascoltare il grande architetto portoghese, che ha ricevuto il Premio Pritzker nel 2011 e il Leone d’oro alla Biennale di Architettura Venezia nel 2018, ma anche tributargli il riconoscimento più importante per l’ordine, l’iscrizione all’albo d’onore , primo architetto non italiano insignito , «Per il suo impegno costante, per gli obiettivi culturali che ad esso sottendono, per la sua adesione costante e coerente a quanto di reale costituisce la preesistenza su cui fondare il progetto e per la sua profonda adesione alla storia dei luoghi».
«Nel suo libro “A scuola con Eduardo Souto de Moura” Barbara Bogoni ci ricorda che l’architetto “educa all’Architettura, che è una forma di conoscenza in grado di influire sull’uomo, di svolgere una esplicita azione pedagogica e di assumere un preciso ruolo sociale” – Ha spiegato Elena Brusa Pasquè, presidente dell’ordine degli architetti e paesaggisti della provincia di Varese, nell’introdurre la motivazione dell’onorificenza – Un altro passaggio poi esprime chiaramente l’approccio all’architettura, al progetto e alla sua promozione: “Che cosa dobbiamo insegnare se non la realtà? Nella scuola e nella professione dobbiamo insegnare a praticare il buonsenso, a percorrere non la strada dell’utopia, ma il senso di realtà. Ecco la mia scuola, nella quale i giovani apprendisti dell’architettura, in una sorta di realismo fantastico, acquisiscono le tecniche per praticare il buonsenso, cioè per “fare un’architettura di senso”. Souto ci apre gli occhi sul tipo di impegno che la nostra professione richiede nella trasformazione del mondo e dell’ambiente costruito, che è sempre reale, concreto, prodotto delle stratificazioni del tempo».
Ed è stata proprio nel segno della concretezza e della semplicità la lectio magistralis del grande architetto portoghese: che ama la pietra, il cemento, gli angoli e la modernità, ma di fronte al rispetto di una casa o di un borgo o davanti a una soluzione più razionale non si fa nessuna difficoltà a lavorare intorno a una curva o utilizzare materiali diversi.
Perchè: «Non si può andare in giro a firmare il mondo con le proprie opere a tutti i costi» e «In 45 anni di lavoro si può anche pensare a una curva, se la soluzione che viene fuori è buona». La lezione di Souto de Moura, dal suo studio di Porto, è proprio questa: al di là dell’utopia, delle proprie idee, è la realtà che deve vincere e che vince sempre.
Anche quando racconta che ha progettato la sua casa di vacanza in Portogallo ispirandosi a un giardino pubblico di Mantova «Che è il mio luogo preferito quando sono li ad insegnare, e che quando sono qui mi manca». O quando racconta, come particolare non insignificante, quanto bene ha mangiato e bevuto nel luogo dove ha progettato una piscina straordinaria sulle campagne che producono il miglior vino portoghese: a ricordare che l’architettura è una professione molto più carnale e concreta che astratta, quando si realizza un’opera che incide nella vita di più generazioni.
L’incontro ha visto accanto a Souto De Moura e alla presidente dell’ordine degli architetti anche Angela Baila e Barbara Bogoni, che lavora con lui nei Laboratori di Progettazione del Polo di Mantova del Politecnico di Milano, dove Souto de Moura è Professore Ordinario di Progettazione Architettonica e Urbana.
E si è concluso con un appuntamento: «Ti faremo avere questa targa in ricordo di questo riconoscimento, perchè tu porti Varese nel tuo cuore e ti porti, presto, a Varese come luogo di visita – ha ricordato Brusa Pasquè – Speriamo tu possa presto realizzare qualcosa nella nostra provincia e conoscerla». Un invito, per il docente che è stato anche all’accademia di architettura di Mendrisio subito raccolto, appena la pandemia si sarà conclusa.
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