Chiuso per 7 giorni dalla polizia il bar di piazza Santa Maria a Busto Arsizio

Il provvedimento della Questura perché "da parte del titolare si è evidenziato un totale disinteresse per il rispetto delle misure anti covid". Il gestore: "Farò ricorso per tutelarmi e chiarire le accuse"

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La Questura di Varese ha emesso un provvedimento di sospensione di sette giorni dell’attività di un bar di piazza Santa Maria a Busto Arsizio per “ragioni di ordine pubblico e sicurezza”. La decisione, comunicata sabato 27 marzo, arriva in seguito ad una serie di episodi ricostruiti dagli agenti del commissariato di Busto Arsizio verificatisi in quella zona negli ultimi mesi.

La goccia che avrebbe fatto “traboccare il vaso”, secondo quanto riportato, è stato l’episodio di una settimana fa. Durante un servizio dedicato al controllo del rispetto della normativa anti Covid, gli agenti del Commissariato di Busto Arsizio erano intervenuti in piazza Santa Maria dove hanno dovuto procedere all’arresto di una persona in stato di ebbrezza alcolica. Un’operazione complicata dal fatto che l’uomo ha opposto resistenza agli operatori dopo aver rifiutato di indossare la mascherina, di esibire i documenti e incitando i presenti a fare altrettanto.

Secondo la ricostruzione della polizia a dare man forte all’uomo, incitandolo ad opporsi alle richieste degli agenti cercando anche di ostacolare il loro operato, c’era il titolare del locale pubblico nei pressi del quale l’uomo poi arrestato si trovava al momento del controllo. Durante il pomeriggio la pattuglia operante aveva inoltre più volte aveva richiamato lo stesso titolare del bar a non far consumare nei pressi del locale le bevande alcoliche vendute d’asporto.

Un episodio contestato dal gestore del bar Charlotte che di quella sera fornisce un’altra versione: «Ero già chiuso quando è successo e mi sono avvicinato a parlare con quel ragazzo solo perché lo conoscevo e vedevo che non prestava ascolto a nessuno. Ho parlato con lui per tranquillizzarlo ma non ho incitato nessuno».

La polizia ha però avviato un’approfondimento sui fatti avvenuti nei pressi del locale per la valutazione di nuovi provvedimenti e contesta altri episodi. Molteplici, secondo quanto ricostruito, sarebbero stati gli interventi nel corso dell’ultimo anno effettuati per gruppi di persone riunite davanti al bar a consumare alcolici acquistati d’asporto e inosservanti di ogni disposizione in merito alla normativa anticovid con manifestazioni di spregio e scherno nei confronti delle pattuglie che intervenivano per sciogliere gli assembramenti.

L’ultimo episodio nel gennaio scorso quando proprio davanti al locale, in occasione di un presidio di protesta organizzato da associazioni di commercianti, venivano accesi fumogeni e intonati cori contro il Governo e i politici presenti.

Sono questi gli elementi sulla base dei quali il Questore di Varese ha valutato di applicare l’articolo 100 del TULPS con la sospensione per sette giorni all’attività dell’esercizio pubblico “Charlotte di Zucchinali”. Il decreto, notificato ieri, è stato emesso proprio perché a carico del titolare si è evidenziato un totale disinteresse per il rispetto delle misure previste per il contenimento della diffusione del covid 19, incitando addirittura un avventore a opporsi alle forze dell’ordine, tanto da ritenere che l’esercizio del locale pubblico colpito dal provvedimento costituisca oggettivamente una turbativa per l’ordine pubblico, la tranquillità e la sicurezza dei cittadini.

«Non posso che accettare il provvedimento di chiusura ma farò valere le mie ragioni – ribatte il titolare dell’attività -. L’anno scorso c’era stato un episodio dopo il primo lockdown ma la ricostruzione degli altri avvenimenti non è corretta. Ad esempio la manifestazione che è stata fatta non l’ho certo decisa io, è avvenuta in piazza e non è colpa mia se li si trova il mio bar. Starò chiuso per una settimana poi faro ricorso per tutelarmi e per chiarire le accuse che mi vengono rivolte e che non considero corrette».

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 27 Marzo 2021
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