Individuare subito le imprese più vulnerabili per non essere travolti

Crescita e investimenti vanno finanziati con fondi a medio-lungo termine e con capitale proprio. Confartigianato Imprese Varese analizza la ripresa sul portale Impreseterritorio.org

Economia generiche

La salute dello stato patrimoniale delle imprese migliora, ma non sembra sufficiente a superare la “nottata” della crisi. Un articolo del quotidiano “Il sole 24 Ore” di qualche settimana fa a firma Davide Colombo spiega come «negli ultimi mesi sia proseguito­ l’aumento della domanda di prestiti da parte delle imprese, seppure a ritmi più contenuti rispetto ai due trimestri precedenti, riflettendo una perdurante scarsità di scorte e capitale circolante, maggiori esigenze di rifinanziamento nonché un calo dell’autofinanziamento».

Secondo Rossella Locatelli, professore ordinario di Economia degli Intermediari Finanziari presso l’Università degli Studi dell’Insubria, nella quale è stata anche preside della facoltà di Economia, ciò che è importante «è trovare spazi per la ripresa dei volumi di produzione e di fatturato, anche attraverso ripensamenti dell’organizzazione della propria attività e dei mercati di riferimento. Probabilmente si presenteranno nuovi modelli di consumo e nuovi modelli di lavoro dei quali andrà tenuto conto il più velocemente possibile». (Foto di Michal Jarmoluk da Pixabay )

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La fine delle moratorie determinerà il riattivarsi del piano di rimborso del debito. È possibile che, se nel frattempo le aziende (e i privati) che hanno beneficiato delle moratorie avranno ripreso la propria attività e avranno dunque una generazione di flussi di cassa sufficiente al servizio del debito, tutto potrà tornare alla normalità.

È IMPORTANTE INDIVIDUARE SUBITO LE IMPRESE PIÙ VULNERABILI

«La preoccupazione – prosegue Locatelli – risiede nella effettiva possibilità che tutte le imprese siano in grado di riprendere la propria attività ai livelli precedenti o anche superiori rispetto alla crisi. Il calo di fatturato e le previsioni di recupero sono differenziati tra settori, e tra imprese entro i settori. Le imprese finanziariamente più fragili risultano esposte al rischio di non riuscire a riprendere il servizio del debito, a maggior ragione se operano in settori più impattati dalla crisi e interessati da difficoltà di ripresa. È pertanto importante che le imprese più vulnerabili siano individuate tempestivamente, e che si possano trovare soluzioni per evitare il deterioramento della loro posizione finanziaria e dunque il deterioramento della qualità del credito bancario».

CI SONO PIÙ SOLUZIONI DISPONIBILI

Ricapitalizzare, un elemento fondamentale per mettere in sicurezza le aziende. Un tema che interessa la generalità delle imprese: è necessario mantenere una struttura finanziaria equilibrata ed evitare una dipendenza eccessiva dal credito, soprattutto bancario.
«In modo particolare per le piccole e medie imprese – prosegue la docente – questa dipendenza dal credito bancario è in un certo senso strutturale. La crescita e gli investimenti necessitano di essere finanziati con fondi a medio-lungo termine e con capitale proprio. Da tempo sono stati avviati progetti di incentivazione della capitalizzazione, soprattutto delle Pmi, e nel tempo si è arricchita la gamma delle soluzioni disponibili, anche soluzioni e strutture di mercato, e si è ampliata la presenza di intermediari finanziari e investitori disponibili al supporto e anche all’investimento in capitale di imprese piccole e medie».

VISIONE, CAPACITÀ STRATEGICA E TRASPARENZA SONO DETERMINANTI

Viceversa la diversificazione delle imprese, anche per affrontare il giudizio delle banche (a volte scettiche sui “monoprodotti”) non è vista come indispensabile nell’analisi di Rossella Locatelli.  «Dipendere da un solo mercato – conclude – crea dipendenza dallo stesso e rende più difficile superare momenti di crisi generalizzata di quel mercato. Penso però, più in generale, che ciò che è importante per il successo di un’impresa sia la visione e la capacità strategica, la tensione verso una flessibilità organizzativa che consenta di adattarsi rapidamente a cambiamenti del mercato e a reagire prontamente a modifiche di contesto. Il giudizio delle banche, infine, non credo vada affrontato con l’allargamento della base azionaria in sé, ma con la disponibilità a pensare alla struttura delle fonti finanziarie più adeguata di volta in volta. Non c’è una soluzione buona per sempre e per tutti, ma è sempre vero che ogni progetto di crescita o di ristrutturazione deve essere sostenibile, almeno dal punto di vista finanziario. Le banche apprezzano l’imprenditorialità e la capacità strategica o, per dirla in un altro modo, una governance robusta, sia essa espressa da un consiglio di amministrazione o da un imprenditore individuale. Altrettanto importante è il livello di trasparenza, che consenta di porre le basi per una partnership che sia proficua per entrambe le parti della relazione».

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Pubblicato il 03 Marzo 2021
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