Siamo così presi dal cercare di sopravvivere che ci siamo dimenticati di vivere

Giorgia frequenta la terza media e in un tema spiega come sta vivendo questo momento così particolare rispetto alla normale vita di un ragazza della sua età

Cassano Magnago generica

Giorgia è una studentessa di terza media. Ha svolto la traccia di questo tema: «Come stai vivendo questo momento così particolare rispetto alla normale vita di un ragazzo della tua età? Vai oltre il racconto di come passi le giornate e prova a riflettere sul tema del limite alla libertà, anche alla luce di qualche lettura o di qualche conoscenza storica».  

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«La libertà umana è un diritto universale». Parto da questa affermazione, perché è così, giusto? È un diritto inalienabile. Ecco io sento che questo diritto non mi appartiene più.
Mi ricordo di una lezione con il prof ***  nella quale abbiamo trattato questo tema, definimmo la libertà non come scelta, non come arbitrio, né tanto meno come singolarità, ma come alterità; la libertà infatti entra in gioco quando ho la possibilità di incontrare l’altro e di interagire con lui. Per quanto mi riguarda questa possibilità ora ci manca.
Questa situazione ci priva di ogni contatto fisico col mondo, assurdo come prima non dessimo peso ad un abbraccio e ora vorremmo solo avere la possibilità di riceverne uno senza essere ripresi o senza sentirci irrispettosi nel farlo.
Questa situazione ci limita: distanza questo limite solitamente si pone tra sconosciuti , con chi non conosco e non fa parte della mia vita, ora no, non ho la possibilità di andare troppo vicino ad una mia amica, la stessa con la quale fino a un anno fa, condividevo tutto.
Mi infastidiscono quelle affermazioni tipo: «Non ti si chiede tanto, un metro di distanza» oppure «cosa vuoi che sia, è solo un metro», il fatto è che non è solo un metro e mai lo sarà, sennò non ce lo dovrebbero imporre, saremmo in grado di tenerlo senza alcuna legge o regola fissa, la verità è che ci pesa.
Penso che se non abbiamo perso completamente la testa è grazie alle possibilità che la tecnologia ad oggi ci dà; la possibilità di vedere qualcuno attraverso uno schermo e di poter, via messaggio, condividere ciò che mi succede… però non è la stessa cosa, non è come incontrare faccia faccia la persona con cui decido di condividere quel tempo.
Ci si sente più soli.
Si ha paura, paura di come potrebbero andare le cose e sorge una domanda spontanea: perché? Ci penso e ci ripenso eppure non trovo una spiegazione che mi soddisfi, penso che in fondo tutto accada per un motivo, ma in questo non ne trovo uno, uno per cui dire che ne vale la pena di non vivere ciò che ancora ho da scoprire chiusa nelle quattro mura di casa mia. Siamo così presi dal cercare di sopravvivere che ci siamo dimenticati di vivere, paradossale.
Mi è sempre stato detto che gli anni di gioventù non me li ridà nessuno e quindi di viverli al massimo, come faccio in queste condizioni? Quando passerà tutto questo? So solo che più il tempo passa, più mi abituo, ed è proprio quando vedo che in questo modo di stare al mondo mi ci trovo che mi inquieto di più, perché non è ciò che voglio cosi cerco di recuperare un po’ di me stessa in qualche vecchia abitudine, come una semplice passeggiata, ma non lo nego, è alquanto difficile.
Queste situazioni fanno emergere le nostre debolezze e da soli prima o poi si crolla.
Ungaretti rivolgendosi alla guerra nella poesia “Fratelli” disse: «Involontaria rivolta dell’uomo presente alla sua fragilità», ecco in questo verso io ritrovo un po’ la sensazione vissuta da noi ora; privati della nostra libertà, posti davanti alla fragilità della vita e alle nostre debolezze più che mai, consapevoli della gravità della situazione, però senza perderci mai d’animo.
Non ho mai preso questa situazione come un espediente per fare o dimostrare meno, sia a me stessa che agli altri, perché sono fermamente convinta che questa situazione passerà e che sicuramente non è ora il momento di alzare bandiera bianca, nonostante tutto il male che questa pandemia ci ha recato. Ho fatto e continuerò a fare di questo virus un’esperienza di vita, di crescita e guadagno personale, aspetto solo di tornare a vivere.

di
Pubblicato il 28 Marzo 2021
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Commenti

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  1. Alberto Gelosia
    Scritto da Alberto Gelosia

    Senza se e senza ma…: bellissima lettera. COMPLIMENTI!

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