La difesa di Cazzaniga: “Va assolto, non è un assassino. Alleviava le sofferenze di pazienti morenti”
La difesa dell'ex-viceprimario dell'ospedale di Saronno ricalca quella del primo grado. Secondo i legali di Cazzaniga non si può provare che le morti siano state causate dai farmaci usati
«Non è possibile dimostrare il nesso tra l’evento morte e le somministrazioni di farmaci anestetici, Leonardo Cazzaniga va assolto. Le sue erano solo cure palliative su persone ormai prossime alla morte». Questa, in sintesi, la linea difensiva portata avanti da Ennio Buffoli, avvocato difensore dell’ex-viceprimario del Pronto Soccorso dell’ospedale di Saronno, davanti alla Corte d’Assise d’Appello del Tribunale di Milano che lo deve giudicare per 13 capi d’accusa che ipotizzano l’omicidio di altrettanti pazienti da lui curati.
Il processo d’appello è giunto, dunque, al momento della sentenza da parte della giuria formata da giudici togati e giudici popolari che si sono trovati davanti uno dei casi più inquietanti e allo stesso tempo più dibattuti degli ultimi anni per la delicatezza del tema e per aver nuovamente portato alla luce il nervo scoperto della gestione del fine vita delle persone. La tesi difensiva, infatti, si è sempre basata sull’ipotesi che l’operato di Cazzaniga fosse finalizzato ad alleviare le sofferenze di persone morenti. La corte ha rinviato la decisione al 13 aprile prossimo.
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