“Perché solo noi chiusi?” Gli enti di promozione sportiva si fanno sentire

In un comunicato, gli EPS attaccano il ministro Speranza e denunciano disparità di trattamento rispetto alle Federazioni. «Abbiamo atteso troppo in panchina, meritiamo anche noi attenzione»

uisp generica

«Perché solo noi chiusi? Ora ci spieghi Ministro Speranza». Gli Enti di Promozione Sportiva si esprimono con un comunicato unitario, per rimarcare «ancora una volta la discriminazione che stanno subendo attraverso il divieto di poter organizzare le proprie attività nelle zone rosse d’Italia. Una disparità di trattamento che giorno dopo giorno sta causando lentamente la morte per asfissia di migliaia di ASD e società sportive dilettantistiche la cui unica attività possibile è rimasta quella di contare quanti tesserati perdono in favore di altri organismi sportivi».

«È sotto gli occhi di tutti il fatto che il Governo, attraverso scelte basate su pesi e misure differenti, abbia consentito soltanto alle Federazioni la possibilità di organizzare eventi “di interesse nazionale” nelle cosiddette zone rosse e non solo certo quelli delle categorie di vertice assoluto. E allora, ancora una volta, ci domandiamo come sia possibile che il rischio di contagiosità al Covid 19 sia considerato alto solo nei nostri eventi sportivi (“di preminente interesse nazionale”), ma non in quelli organizzati dalle Federazioni nazionali? Chiediamo di avere la stessa possibilità di riapertura che giustamente è stata concessa alle FSN, per un movimento, quello della promozione sportiva di base, da sempre impegnato su azioni quotidiane di prevenzione e promozione della salute. Viceversa, la diretta conseguenza di questa politica dello sport di base a una sola marcia, è che si sta innescando una sorta di “razzia” a scapito degli Enti di Promozione sportiva».

Dopo l’incontro con la neo nominata sottosegretaria Valentina Vezzali, che ha dato speranze sull’impegno del governo, gli EPS vorrebbero ora incontrare direttamente il ministro della Salute, «Roberto Speranza, che è stato indicato come il principale responsabile delle decisioni per noi penalizzanti, vedendo palestre e impianti sportivi ancora come pericolosi luoghi di contagio così come le stesse competizioni. Al Ministro vorremmo invece spiegare, dati alla mano, che se sul territorio ci sono luoghi sicuri e protetti, quei luoghi sono proprio le palestre e gli impianti sportivi che il Governo ha scelto di riaprire solo in parte, lasciandone chiusi migliaia in tutta Italia senza, a questo punto, alcuna fondata motivazione».

«Ripetiamo, il virus non guarda in faccia nessuno, ma noi siamo qui a ribadire che abbiamo le stesse identiche credenziali delle Federazioni ed è arrivato il momento di farci rientrare in campo senza più alcuna disparità.
Abbiamo atteso troppo in panchina, ora meritiamo anche noi la giusta attenzione».

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Pubblicato il 31 Marzo 2021
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