Scuola in presenza, “o tutti o nessuno”, da Varese parte una petizione

Due genitori invitano a sottoscrivere una petizione che denuncia il diverso trattamento riservato ai figli di alcune categorie di lavoratori rispetto ad altre

Generica 2020

Pubblichiamo la lettera aperta di due genitori del Varesotto che lanciano una petizione che denuncia il diverso trattamento riservato ai figli di alcune categorie di lavoratori rispetto ad altre.

Gentile redazione,
Siamo genitori di due bambini della provincia di Varese che frequentano la scuola primaria. Premettiamo che non abbiamo problemi di gestione “logistica” con i nostri figli; mamma è casalinga, papà è in smart working.

Detto questo però non possiamo rimanere insensibili di fronte a quello che sta accadendo e, ahi noi, sta passando “in cavalleria”.

Il ritorno della DAD in alcune regioni e luoghi d’Italia ha riportato alla luce quella che, secondo noi, è una grave ingiustizia che mina i diritti fondamentali espressi nella nostra Costituzione.
E’ infatti stabilito che per i figli di alcune categorie di lavoratori, detti Key Workers, sia garantita la didattica in presenza. In soldoni: i figli di medici e infermieri e di altre categorie non ancora del tutto specificate, possono frequentare la scuola regolarmente. Gli altri no.

Riteniamo che questa attuazione del Miur relativa alla direttiva del 4 marzo 2021 che ingloba il Piano Scuola 2020-2021 (“Documento per la pianificazione delle attività scolastiche, educative e formative in tutte le Istituzioni del Sistema nazionale di Istruzione”, approvato con DM 26 giugno 2020, n. 39) sia in netto contrasto con l’art. 3 della Costituzione Italiana che dice espressamente:

tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di condizioni personali e sociali.
E’ compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese.”

E ancor di più è in contrasto con l’art. 34 della Costituzione che dice espressamente:

“la scuola è aperta a tutti. L’istruzione inferiore, impartita per almeno 8 anni, è obbligatoria e gratuita.”

Non riteniamo corretto che le scuole possano assecondare questa dinamica senza battere ciglio e così ghettizzare bambini e creare un precedente su un principio fondamentale che è il diritto di ogni singolo bambino all’istruzione che è, tra l’altro, un diritto costituzionale.
Riteniamo che in un paese civile non sia accettabile che possano esistere dei bambini di serie A e dei bambini di serie B e, ancora peggio, che la scuola non possa mobilitarsi o contrastare questa nota del Ministero dell’Istruzione.

Nel programma di educazione civica della scuola primaria ai nostri figli viene insegnato quanto segue:

“Ogni bambino e ogni ragazzo ha i diritti elencati nella Convenzione; non ha importanza il colore della pelle, né il sesso, né la religione, non ha importanza che lingua parla, né se è disabile, né se è ricco o povero.”

Art. 2, tratto dalla Convenzione sui diritti dei bambini, delle bambine, dei ragazzi e delle ragazze.

Capiamo che i singoli istituti possano essere impotenti davanti ad una decisione calata dall’alto; tuttavia desideriamo esprimere la nostra disapprovazione rispetto a quanto sta avvenendo, sperando che questa nostra petizione serva da spunto per una riflessione più ampia e profonda rispetto a quella sulle problematiche logistiche legate alla gestione dei figli.

Riteniamo che siano in gioco valori più assoluti quali l’uguaglianza e il rispetto dei diritti che tutti noi cittadini abbiamo indistintamente, senza distinzioni di alcun genere e che se tutti noi genitori dovessimo avere anche solo un modo per opporsi o per far sentire la propria voce alle istituzioni, sia necessario adottarlo.

Il dialogo con le istituzioni, grandi o piccole che siano, è sempre difficile e in molti casi impossibile. Quello che possiamo fare è sensibilizzare le coscienze invitando alla riflessione. Nel nostro piccolo abbiamo promosso una petizione sul portale Change.org . Invitiamo tutti i lettori toccati dall’argomento a leggerla e, qualora fossero d’accordo, a sottoscriverla.

Grazie per l’attenzione.

Redazione VareseNews
redazione@varesenews.it

Noi della redazione di VareseNews crediamo che una buona informazione contribuisca a migliorare la vita di tutti. Ogni giorno lavoriamo cercando di stimolare curiosità e spirito critico.

Pubblicato il 07 Marzo 2021
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