Un anno in pandemia, l’enorme sforzo dei volontari della Protezione Civile

Il Corpo Volontari di Protezione Civile Nucleo Mobile di Pronto Intervento traccia, con un lungo post su Facebook, un bilancio di un anno di lavoro in pandemia

Generica 2020

Il Corpo Volontari di Protezione Civile Nucleo Mobile di Pronto Intervento traccia, con un lungo post su Facebook, un bilancio di un anno di lavoro in pandemia, tra consegne di materiali per lo studio, aiuto a chi ha avuto bisogno di supporto, interventi sulle aree pubbliche, supporto al personale medico e tanto altro.

Un lavoro enorme, molto spesso sotto traccia, che però va riconosciuto e valorizzato, con tanti volontari che hanno sacrificato ore e ore di studio, lavoro, famiglia per essere in prima linea nella lotta al Covid.

Ad un anno dall’inizio dell’emergenza covid19 – ed alla vigilia delle zona rossa, la memoria torna alle molteplici attività svolte su tutto il territorio provinciale e, in particolare, nei Comuni di Varese, Porto Ceresio, Besano e Bisuschio per assistere la popolazione e supportare sia la Provincia sia i Centri Operativi Comunali istituiti per coordinare al meglio la risposta a questa (ormai non più) nuova emergenza epidemiologica.
Strada per strada, casa per casa, ovunque fosse richiesto dai sindaci, abbiamo consegnato le prime mascherine, farmaci urgenti e bombole di ossigeno, buoni per la spesa, sacchi di cibo e altri beni di prima necessità a chi si trovava impossibilitato ad uscire di casa.

A molte famiglie abbiamo recapitato a casa i tablet messi a disposizione degli studenti prossimi agli esami di terza media per garantire loro di poter seguire a distanza le lezioni.
Sono stati incessantemente presidiati i mercati con termoscanner, le scuole superiori, le stazioni ferroviarie, gli accessi alle aree verdi e ai parchi pubblici, gli uffici postali durante il ritiro delle pensioni da parte degli anziani e le mense caritatevoli per garantire continuità del servizio offerto ai meno abbienti.
Per lungo tempo i nostri volontari hanno risposto da Milano ai telefoni della Centrale Operativa Regionale Coronavirus e sono stati presenti quotidianamente sia nelle aree istituite da ATS per l’effettuazione di tamponi o di prelievi sierologici sia, in ultimo, al Centro vaccinale di Viggiù.
Ormai da mesi – in sinergia col Settore protezione civile della Provincia di Varese gli Alpini e altre Organizzazioni di volontariato – il nostro servizio supporta la logistica del Centro provinciale per i tamponi attivo alle Fontanelle, assicurando la preparazione e somministrazione di pasti caldi al personale civile e militare lì impiegato 7 giorni su 7.

Nel frattempo sono proseguite (a distanza) le attività didattiche da noi svolte nelle scuole superiori di Varese e della Valceresio per sensibilizzare gli studenti verso un comportamento responsabile e stimolare in loro il desiderio di rendersi attivamente utili alla propria comunità.
È stato garantito l’intervento durante l’alluvione che il giugno scorso colpì alcuni Comuni della Valceresio e, in occasione delle nevicate di dicembre, le nostre motoseghe hanno liberato strade dagli alberi caduti e le nostre mani hanno aiutato gli automobilisti in difficoltà a montare le catene o a far ripartire la propria auto bloccata su una discesa, mentre sulle strade provinciali distribuivamo generi di conforto a quanti erano rimasti bloccati nel traffico paralizzato.
Non sono mancate neppure, purtroppo, le molte operazioni di ricerca di persone disperse condotte in sinergia con i Vigili del Fuoco, il 118 e le altre Organizzazioni di Volontariato di volta in volta coinvolte. Le ultime due ricerche appena una settimana fa.
E anche oggi – mentre siamo impegnati per accompagnare a domicilio i (bravissimi!) medici per la somministrazione dei vaccini alle persone non in grado di spostarsi – il pensiero corre a quanto è stato fatto e a quanto ancora ci sarà da fare, secondo le nostre possibilità e finché ce ne sarà bisogno, per supportare la campagna di vaccinazione di massa che è quasi giunta ai nastri di partenza.

Per fare tutto questo ci è stato indispensabile il supporto, anche morale, di chi ci ha incoraggiato, consigliato e coordinato: sindaci e amministratori comunali e provincialie in testa. Di chi ci è stato vicino con un pasto caldo recapitato ai volontari che hanno presidiato per quattro mesi (notte e giorno) la nostra sede di Porto Ceresio, con una scatola di cioccolatini lasciata inaspettatamente sul nostro tavolo o con un caffè offerto al bar al termine di una giornata dedicata a servire gratuitamente gli altri, spesso anticipando di tasca nostra i soldi per il carburante necessario a macinare un’infinità di chilometri su tutto il territorio.

È appena trascorso l’anno più intenso di tutti dal giorno in cui, ormai 27 anni fa, si costituiva l’associazione di protezione civile “Nucleo Mobile di Pronto Intervento – odv” con l’obiettivo di dare ai giovani un’occasione di crescita attraverso il loro impegno al servizio dei cittadini nei momenti di maggiore difficoltà.
L’anno più intenso! E non che si fosse nel frattempo dormito sugli allori poiché, dall’alluvione di Alessandria nel 1994 al più recente terremoto di Amatrice – passando per i terremoti di Umbria (1997), Molise (2002) e Abruzzo (2008) e per le alluvioni di Val d’Aosta (2000), della Provincia di Varese (1995, 2000 e 2002, 2020) e di Sarno (1998) – non ci siamo fatti (ahinoi!) mancare niente neppure sul fronte delle grandi catastrofi.
È appena trascorso un anno difficile, per tutti, e non si prospettano settimane e mesi facili poiché sarà richiesto a tutti noi, ancora e senza pause, il massimo impegno per supportare le Istituzioni e assistere i cittadini mentre prendono il via le vaccinazioni nei nostri territori.

Dove troviamo la forza per coniugare questo impegno con la scuola, l’università, il lavoro o la professione, la famiglia e i nostri affetti?
La troviamo nella consapevolezza di aver contribuito a lasciare questo mondo un pò migliore di come lo abbiamo trovato.
La troviamo nella certezza che fare gratuitamente del bene – e farlo al meglio delle proprie possibilità – non può che far bene sia a chi lo riceve, sia a chi lo fa.

Ed, infine, troviamo la forza in ciascuno di coloro che avrà la grazia di ricordarsi del Volontario anche quando il sole sarà tornato a splendere sulle nostre vite al termine di questo lungo periodo di sacrifici in cui ciascun di noi, entrando nelle case e negli esercizi commerciali ormai allo stremo, tocca con mano la sofferenza e – nel proprio piccolo – può portare a tutti il conforto di un sorriso e il calore della vicinanza.
Anche a coloro che se ne saranno scordati – poco importa – non appena passata la tempesta.

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 13 Marzo 2021
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