Vaccinate i negozianti: la richiesta di Confcommercio provincia di Varese

«Ci sono addetti al servizio con i clienti a contatto con centinaia di persone al giorno, vanno subito protetti. E bisogna tutelare anche i negozi di vicinato, gli unici a rispettare i divieti in zona rossa»

vaccinazioni degli insegnanti all'ospedale di Varese

Inserire gli operatori del commercio che sono a contatto diretto con la clientela tra le categorie a rischio e, perciò, con priorità nella campagna vaccinale.
È la proposta di Confcommercio provincia di Varese, rivolta in prima battuta agli organi istituzionali regionali.

TUTTI APERTI, BASTA CON LE ATTUALI DISCRIMINAZIONI «Piazze piene di gente, mancato rispetto delle regole da parte di alcuni commercianti, controlli inadeguati: sono lo specchio del fallimento delle misure previste in zona rossa. E sono un ulteriore motivo per ritenere ancora più incomprensibili le chiusure di certe attività e di altre no, provvedimenti che stanno mettendo alla luce delle vere e proprie discriminazioni».

La soluzione per l’Associazione è sola una: aprire tutti, qualsiasi sia il colore della Regione. E la strada indicata è quella di garantire all’intero dei negozi un livello di sicurezza del 100 per 100. Va in questa direzione la proposta di dare priorità nella campagna vaccinale agli operatori del commercio. Una proposta che si aggiunge a quella dei fiduciari di Busto Arsizio di Federmoda che, nei giorni scorsi, hanno avanzato l’idea di un “marchio di garanzia” da esporre all’esterno del negozio con il quale segnalare che all’interno il personale è stato sottoposto a
tampone.

DOBBIAMO EVITARE IL FALLIMENTO DELLE NOSTRE IMPRESE- «Giustamente il personale docente e non docente, scolastico e universitario, ha avuto la priorità nelle vaccinazioni, ma altrettanto giustamente dovrebbe averla chi ogni giorno è a contatto con decine se non centinaia di persone. Riteniamo che il personale delle attività di vendita dei generi ritenuti di prima necessità vada protetto al più presto».

Nella categoria prioritaria, proseguono i vertici provinciali dell’associazione di categorie, andrebbe inserito anche «il personale dei negozi di vicinato, chiusi in base ai provvedimenti
statali. In questo modo bar, ristoranti, negozi di abbigliamento, di calzature, gioiellerie, e tutte le attività sospese in zona rossa, potrebbero restare aperte al pubblico, evitando drammatiche conseguenze che giorno dopo giorno, lockdown dopo lockdown, aumentano il rischio della cessazione di un sempre maggior numero di imprese».

LE REGOLE STANNO PENALIZZANDO CHI LE RISPETTA – «Vaccinare il personale dei negozi, significherebbe cancellare la discriminazione della quale sono vittime le tante attività ingiustamente chiuse. Oltre a ciò», conclude Confcommercio provincia di Varese, «si risolverebbe il problema della trasgressione delle norme in vigore da parte dei pochi che stanno approfittando delle concessioni “settoriali” per vendere ogni tipo di capo o da parte della minoranza che utilizza il servizio di asporto per consentire ai clienti di consumare all’interno del locale. Il tutto ciò a discapito dei tantissimi che, nonostante le enormi difficoltà economiche, rispettano le misure in atto, cercando di dare il loro concreto contribuendo a farci uscire dall’emergenza sanitaria».

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 30 Marzo 2021
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