Vaccinazioni in azienda, Confartigianato: «Le Pmi rischiano di rimanere fuori»

Secondo l'associazione le piccole aziende rischiano di non essere in grado di organizzare le vaccinazioni al proprio interno. Colombo ha scritto a Fontana e Moratti: "Servono uno o due spazi temporanei e attrezzati e il necessario personale infermieristico"

mauro colombo

«Vaccinazione in azienda: la strada è giusta, ma dobbiamo mettere le Pmi nelle medesime condizioni delle grandi aziende e delle industrie per consentire anche a questa fetta rilevantissima del nostro sistema economico di ripartire». Mauro Colombo parla chiaro a fronte della delibera di giunta 4384 del 3 marzo 2021 con la quale Palazzo Lombardia stabilisce che la vaccinazione anti-Covid sarà organizzata anche «presso le aziende lombarde» e «grazie alla collaborazione dei medici competenti».

Una scelta corretta, inevitabile per restituire il sistema economico la dinamicità persa a causa dei continui stop&go legati al Covid, ma la preoccupazione del direttore generale di Confartigianato Varese è che si inneschino pesanti fattori di disparità, «a cominciare dall’esclusione delle tantissime piccole e medie imprese per le quali è difficile organizzare la somministrazione dei vaccini nella propria sede, in assenza di adeguate condizioni igienico-sanitarie, logistiche e organizzative».

C’è poi un altro nodo critico, ovvero «la necessità di prevedere figure amministrative e infermieristiche che possano contribuire alla (complessa) logistica della vaccinazione, tenuto conto che i medici non possono da soli sostenere tutto il carico amministrativo e burocratico conseguente». E neppure le piccole imprese possono farlo, se lasciate sole. Colombo guarda anche alla «polverizzazione delle aziende di piccole dimensioni sul territorio» come a una evidenza da non trascurare, poiché «richiede uno sforzo logistico notevole, con conseguente allungamento della copertura vaccinale».

Problemi che il dg considera seri, ma non insuperabili. Tanto che Confartigianato Varese ha messo nero su bianco le soluzioni in una lettera all’indirizzo del presidente di Regione Lombardia, Attilio Fontana e dell’assessore al welfare, Letizia Moratti per comunicare che «per mezzo della sua società di servizi Artser, l’associazione di viale Milano mette a disposizione le proprie risorse per facilitare l’accesso alla campagna di vaccinazione anche al personale e ai dipendenti delle piccole aziende».

Il ruolo è quello del “facilitatore” e verrà attuato attraverso «la collaborazione dei nostri otto medici competenti e del nostro personale amministrativo nell’organizzazione della campagna di vaccinazione dei circa diecimila dipendenti delle imprese e delle aziende (con sede nelle province di Varese, Milano e Pavia) seguite dalle due aziende di servizio e delle quali i medici conoscono patologie e anamnesi». Un’apertura alla base della quale Confartigianato Varese chiede che Regione Lombardia faccia la sua parte, mettendo a disposizione uno o due spazi temporanei e attrezzati in provincia di Varese e il necessario personale infermieristico.

«Siamo convinti che solo questa possa essere la strada per agganciare le Pmi e offrire loro analoghe opportunità delle industrie e delle grandi aziende» suggerisce Colombo, che al presidente Fontana e all’assessore Moratti ha già garantito massima apertura per approfondire i criteri di operatività di una struttura che, nelle intenzioni, dovrebbe operare 24 ore su 24 su turni, così da garantire diecimila vaccinazioni in meno di due settimane.

«Proponiamo a Regione Lombardia un modello di collaborazione pubblico-privato che riteniamo efficace e replicabile su altri territori, per raggiungere velocemente un elevato numero di persone». E dare all’intero sistema economico la possibilità di accedere alla campagna vaccinale nel minor tempo possibile. Anche perché i problemi organizzativi e sanitari rischierebbero di non interessare solo le “piccole” imprese, ma tutte le attività che da sole non sarebbero in grado di assicurare un numero significativo di persone coinvolgibili.

«Non possiamo permetterci rallentamenti, in questo delicatissimo momento agire tutti insieme e allineare le aziende è decisivo per rafforzare le filiere e i cluster e per non indebolire ulteriormente i territori e il loro benessere». Confartigianato Varese resta a questo punto in attesa di un confronto operativo con i tecnici di Regione Lombardia.

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 10 Marzo 2021
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