Attenzione al cane non addestrato

La relazione sinergica ed empatica con gli animali domestici si è rafforzata con la pandemia. Non ancora le pratiche di socializzazione

Generica 2020

“Ciao Pam che bello ritrovarsi dopo tanto tempo. Come stai? Sono felice perché ieri ho passato l’esame di addestratore cinofilo… Ciao Ale, come va? Abbiamo già prenotato Pam per addestrare il nuovo cucciolo in famiglia!”. Il mio primo giorno di ritorno in ufficio dopo un anno di lavoro a distanza è iniziato e finito parlando di cani.

“In totale sulla Terra si aggirano circa 200.000 lupi selvatici, a fronte di oltre 400 milioni di cani addomesticati. Il mondo contiene 40.000 leoni e 600 milioni di gatti domestici, 900.000 bisonti africani contro 1,5 miliardi di mucche; 50 milioni di pinguini e 20 miliardi di polli” scriveva Yuval Noah Harari in Homo Deus nel 2015. La pop-star degli storici dovrà aggiornare i dati perché la pandemia ha portato molti cambiamenti e uno dei più evidenti è l’ingresso di nuovi cani e gatti nelle case delle persone in tutto il mondo.

I nostri rapporti con gli animali domestici si sono approfonditi durante la pandemia ed è stato coniato il termine “cucciolo pandemico”. Le persone hanno iniziato ad adottare cuccioli per aiutare ad alleviare l’isolamento causato dalla pandemia. Nell’ultimo anno, in particolare la proprietà di cani è aumentata in modo esponenziale e ha portato a molti una gioia indicibile.

Questa tendenza ha toccato molti paesi. Secondo il rapporto Coop 2020, che ha analizzato le nuove abitudini diffuse durante la pandemia in Italia, 3,5 milioni di italiani avrebbero preso con sé un animale da compagnia durante o dopo il primo lockdown, e altri 4,3 milioni starebbero pensando di farlo a breve. Con questa impennata ora il 40% delle famiglie italiane ha almeno un animale domestico, soprattutto cani e gatti, per un totale di 60 milioni di animali, tanti quanti i cittadini.

Il business degli animali domestici ha avuto un corrispondente boom. Ad esempio, negli Stati Uniti, di gran lunga il mercato più grande e ricco del mondo, la crescita nel 2020 di vendite di animali, alimenti, prodotti e cure per animali domestici è stata pari al 15%, raggiungendo l’astronomica cifra di 90 miliardi di dollari. Tuttavia, sono calate del 35% pro capite le spese per altri servizi, tra cui addestramento, toelettatura e dog-sitting.

Le cose sono diverse nel nostro paese dove la crescita degli animali si è tradotta in una crescita molto più limitata delle spese relative, forse segno di una difficoltà economica maggiore. È in crescita la quota ora al 22% di persone che spendono meno di 30 euro al mese per il proprio animale da compagnia.. Ciò potrebbe rappresentare un rischio di abbandono post lock-down. In particolare, inoltre, la mancanza di un’adeguata formazione o socializzazione comporta un ulteriore e crescente pericolo di attacchi. Anche se non ci sono ancora statistiche italiane che convalidino una sensazione suffragata dalle testimonianze di addestratori, dog-sitter e proprietari, ha fatto scalpore recentemente l’aggressione a Igli Tare, il direttore sportivo della Lazio, e letale per i suoi cani da parte di un esemplare fuggito da un recinto. I dati ci sono invece per il Regno Unito, il paese europeo che ha avuto più casi con esito umano tragico, anche perché sono arrivati nelle case isolate dal Covid due milioni di nuovi cani, un aumento del 20% in 12 mesi secondo la Pet Food Manufacturers’ Association, principalmente bulldog e labrador francesi. Così i casi di morsi di cani sono triplicati dall’arrivo della pandemia.

Purtroppo, vige ancora il mito che tutti gli incidenti siano causati da “cani pericolosi“, mentre è chiaro che tutti gli animali domestici debbano essere adeguatamente socializzati, con l’aiuto di persone competenti. Intervistata in merito dal Guardian, la dott.ssa Jenna Kiddie, responsabile del comportamento canino presso il Dogs Trust spiega: “I cuccioli non hanno ricevuto la stessa stimolazione mentale che avrebbero avuto in un’altra epoca. Non sono stati esposti ai visitatori della casa nello stesso modo o frequentato spesso altri cani. Quindi siamo molto preoccupati per come risponderanno alla riapertura, perché probabilmente risponderanno con la paura. E un modo in cui un cane può far fronte alla paura è usare l’aggressività.

PARENTI STRETTI

Le persone trattano i loro animali domestici come membri della famiglia e le famiglie sono quasi sempre ben intenzionate. Nel 2020 in Italia sono aumentate molto anche le adozioni, secondo l’ENPA, Ente Nazionale Protezione Animali. 8100 cani e 9500 gatti hanno trovato una famiglia, con un incremento di oltre il 15% rispetto al 2019, per un totale di 17.600 animali domestici. Spesso le nuove famiglie non sono abituate ad avere cani e non si sono rese conto o non hanno potuto per ragioni evidenti investire sull’addestramento fin dall’inizio. Gli esperti affermano che i cuccioli devono essere socializzati per abituarsi al mondo umano iniziando già quando hanno tra le otto e le 16 settimane. Molti non lo fanno o pensano di poterlo fare da soli e poi si ritrovano incapaci di governare i propri amati nuovi “figli” quando diventano “adolescenti”.

Quanti sono capaci di riconoscere i comportamenti canini che segnalano pericolo prima che l’ansia porti all’attacco? Leccarsi il naso, girare la testa, rotolarsi sulla schiena, possono essere campanelli che richiedono un intervento immediato e adeguato. Invece si vedono costantemente persone che urlano a un cane di non ringhiare a un bambino. Appena quell’adulto non è in giro, è più probabile che il cane morda, associando un bambino a qualcosa di negativo e pericoloso.

LA LONGEVITÀ

Non è troppo tardi per correre ai ripari. Il gatto più longevo del mondo, il soriano del Texas Creme Puff, ha vissuto ben 38 anni, più del doppio dell’aspettativa media di questi felini, forse grazie all’insolita dieta composta di uova e bacon, asparagi, broccoli e caffè con panna montata. Il cane più anziano che sia mai vissuto, un Australian Cattle Dog chiamato Bluey, è sopravvissuto fino a 29,5 anni, molto più dell’aspettativa media della vita di un cane, che è intorno ai 10-13 anni.

La longevità dei nostri amici animali dipende da molti fattori, tra i quali la qualità delle cure e delle relazioni gioca un ruolo primario, come per le persone. Ci sono migliaia di centri specializzati, qualificati e certificati ai quali rivolgersi. Come dice uno dei principali centri varesini “Educare un cane non significa insegnargli a seguire un bocconcino. L’obiettivo dell’addestramento è permettervi di costruire un rapporto di fiducia con il vostro cane, per godere di ogni singolo momento della giornata in totale sintonia, senza frustrazioni”.

A chi invece non se la sente di prendere con sé un animale le associazioni consigliano di diventare volontario e assistere gli animali presso i tanti canili e gattili che ci sono in tutta Italia, dopo aver frequentato un apposito corso di formazione.

“Non ci sono cani da combattimento; ma solo proprietari”, Stefan Wittlin.

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Pubblicato il 25 Aprile 2021
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