Campagna vaccinale over 70: prenotati due lombardi su tre

Lo segnala il consigliere del PD Astuti che chiede maggior chiarezza di informazione. Dati di rifiuto discordanti rivelati dall'assessore e dal direttore del Welfare. Il Presidente Monti parla di inadeguato criterio di ripartizione

astrazeneca

L’assessore al Welfare Letizia Moratti parla di rinunce irrisorie al vaccino Astrazeneca (meno del 5%) mentre il suo direttore generale Pavesi in commissione sanità indica una percentuale del 15%. 

Il balletto di cifre viene stigmatizzato dal consigliere del PD Samuele Astuti: «L’ennesima confusione nell’informazione, che non può che creare ulteriore incertezza nei cittadini. Dalla Regione ci aspettiamo di sentire una sola voce univoca e certa.  Non stupisce allora – conclude Astuti – che la percentuale di adesione alla campagna vaccinale  tra i 70 e i 79 anni sia bassa.  Su 995 mila cittadini, fino ad oggi  i prenotati sul portale di Poste per la vaccinazione sono solo 716861, il che significa che il 28% non ha aderito alla campagna vaccinale. Un numero non indifferente che rischia di non ridursi se la Regione non avvierà una campagna d’informazione e sensibilizzazione unica e chiara».

La vicepresidente Letizia Moratti chiarisce che non siano in crescita i rifiuti di farsi somministrare AstraZeneca, quanto piuttosto preoccupazioni ed esigenze di avere maggiori informazioni: « Nel corso delle anamnesi – spiega Mortatti – i nostri medici stanno ricevendo una crescente domanda di approfondimenti su AstraZeneca da parte dei cittadini che però, grazie soprattutto alla competenza, alla chiarezza e alle rassicurazioni del personale medico, accettano nella pressoché totalità di farsi vaccinare».

 E sul piano vaccinale interviene anche il presidente della Commissione sanità Emanuele Monti che lamenta rifornimenti inferiori alla Lombardia rispetto a regioni a guida del PD come Emilia e Toscana: «È evidente che i grandi assenti in questo momento sono i vaccini. Questa mancanza costringe la macchina lombarda a lavorare al 30% della propria capacità erogativa. Il criterio di ripartizione delle dosi è senza senso e non tiene conto della grandezza della popolazione. Le linee funzionano in maniera modulare in funzione del numero di fialette che settimanalmente pervengono dalla struttura commissariale. Ad oggi, viaggiamo al disotto di 50.000 vaccini al giorno mentre abbiamo la forza per triplicare le somministrazioni, grazie anche alla rete dei medici di medicina generale e alle strutture del privato accreditato. Emerge chiaramente dai dati che la Lombardia è la sesta regione per numero di dosi consegnate per mille abitanti con 252,45 dosi/1000 abitanti. La prima è l’Emilia-Romagna (289,75 dosi/1000 abitanti) e la terza la Toscana (268,73 dosi/1000 abitanti) che è la regione più in ritardo per il numero di dosi somministrate. Se la Lombardia, in quanto regione più popolosa, fosse anche quella con più dosi ricevute potremmo vaccinare molte più persone. Mancano all’appello, a causa di questo inadeguato criterio di ripartizione, circa 370.000 dosi alla Lombardia. Ho chiesto a Pavesi di portare il tema in sede di Commissione Salute della Conferenza Stato-Regioni».

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 14 Aprile 2021
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