Farmacia di Busto Arsizio “svuota” le card prepagate per celiaci, due denunce

Secondo gli elementi raccolti dai carabinieri si impadronivano del Pin dei clienti e a fine mese recuperavano le somme non spese dalle carte fornite dallo Stato

Generico 2018

Prima si facevano dare il Pin della tessera prepagata per l’acquisto di prodotti per celiaci, poi a fine mese “svuotava” le card del valore residuo: per questo sono finiti nei guai un farmacista di Busto e il suo magazziniere, denunciati dai carabinieri di Sesto Calende.

L’indagine è stata portata avanti con la Procura della Repubblica di Busto Arsizio: i reati contestati sono truffa ai danni del Servizio Sanitario Nazionale ed indebito utilizzo di carta di pagamento. 

Il sistema di card prepagate per celiaci

Per capire le modalità della truffa va spiegato il sistema statale di sostegno alle persone affette da celiachia: a loro viene riconosciuto dal Servizio Sanitario Nazionale, in base al sesso ed all’età, un budget individuale che varia dai 70 ai 120 euro mensili, valido per l’acquisto di prodotti senza glutine. 

Il budget celiachia può essere speso nelle farmacie, nei negozi specializzati del territorio dell’ATS di riferimento, oltre che nei supermercati di alcune catene di grande distribuzione che hanno aderito ad uno specifico accordo regionale. Per effettuare gli acquisti è sufficiente esibire il proprio codice fiscale (tessera sanitaria), accompagnato da un codice PIN personale che permette la registrazione dell’acquisto eseguito e la conseguente decurtazione del valore economico dei prodotti comprati dal budget prefissato. 

La tessera sanitaria diventa, quindi, in tal modo, una vera e propria carta bancomat. 

Dei prodotti venduti, le farmacie e i negozi convenzionati emettono fattura all’A.T.S. competente.

Di norma, il credito non speso nell’arco della mensilità viene azzerato automaticamente e non può essere riportato e accumulato con la mensilità successiva.  

L’indagine partita da una segnalazione a Sesto Calende

Le indagini sono partite a seguito di una segnalazione effettuata alla caserma Carabinieri di Sesto Calende da una ragazza affetta da celiachia la quale, da circa un anno, notava che l’ultimo giorno del mese, prima dell’azzeramento del credito residuo, il suo budget veniva misteriosamente utilizzato da terzi.

I militari, con la preziosa collaborazione della direzione farmaceutica dell’ATS Insubria di Varese e sotto il costante coordinamento della Procura della Repubblica di Busto Arsizio, dopo un attento studio dei dati forniti dalla vittima sono riusciti ad individuare in una specifica farmacia di Busto Arsizio il luogo dove veniva speso indebitamente il credito della tessera sanitaria. La ragazza si era in passato rivolta a questa farmacia alla quale aveva incautamente rivelato il proprio codice PIN.

I carabinieri hanno in sintesi scoperto che il titolare della farmacia in questione, con la scusa di agevolare i clienti celiaci nell’acquisto dei vari prodotti, si faceva fornire il codice PIN segreto.

Mentre alcuni clienti avevano espressamente acconsentito alla gestione autonoma del proprio credito da parte del farmacista, molti altri non erano in realtà al corrente di tali operazioni: nonostante ciò, in prossimità della scadenza del budget mensile, senza alcun tipo di autorizzazione, l’indagato “scalava” il credito residuo tramite l’acquisto fittizio di prodotti senza glutine.

La sera del 31 dicembre 2020, i carabinieri di Sesto Calende hanno effettuato una perquisizione all’interno della farmacia, sequestrando circa 250 schede personali di clienti celiaci, sulle quali erano annotati, oltre al codice fiscale, anche i rispettivi PIN necessari per “scalare”, in gran parte dei casi in modo indebito, il credito alla fine del mese.

Le successive indagini svolte hanno quindi permesso di accertare che esistevano altre decine di ignare vittime del metodo fraudolento utilizzato dalla farmacia. Alcuni clienti, infatti, nelle date in cui risultano gli acquisti a loro nome, si erano trasferite in altro Comune oppure erano in vacanza o addirittura ricoverate in ospedale. 

Le somme spese indebitamente oscillavano da pochi euro all’intero budget, qualora non consumato dall’avente diritto.

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 27 Aprile 2021
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