Le postazioni al centro vaccinali violano la privacy di noi pazienti fragili

Una paziente estremamente vulnerabile critica le postazioni di accettazione al padiglione centrale dell'ospedale del Circolo di Varese

vaccinazioni degli insegnanti all'ospedale di Varese

Spett.le Redazione di Varesenews;

Buongiorno, scrivo questa lettera con un misto di rabbia e dispiacere, ma credo sia giusto segnalare quanto mi è accaduto in questi giorni, perché essendo una paziente fragile, per una patologia oncologica, forse un minimo di privacy avrei voluto averla.

Sono stata avvisata con 24 ore di anticipo che avrei dovuto eseguire la prima dose della vaccinazione anti Covid 19, presso le aule di formazione dell’ASST settelaghi di Varese. Sono arrivata all’orario stabilito e dopo circa 15 min di attesa, sono stata accolta da una persona che ha compilato un foglio con alcuni miei dati principali. Vengo poi invitata a rimettermi in coda ed aspettare di essere chiamata dalle colleghe.

Consegno il foglio precedentemente compilato e vengo accettata e accompagnata nella stanza accettazione. Fino a qui tutto tranquillo e tutti molto gentili.

L’accettazione viene fatta in un’unica stanza, con nove postazioni costituite da nove scrivanie adiacenti l’una all’altra, tutte con regolare divisorio in policarbonato a protezione tra paziente e personale infermieristico addetto alle pratiche per l’accettazione. L’infermiera è stata gentilissima, ma per rispondere ad alcune domande che ho posto (non dimentichiamo che le patologie oncologiche hanno problematiche e terapie non comuni e simili), ha dovuto comunque andare dal medico più volte a chiedere delucidazioni in merito.

Forse per i pazienti fragili non era il caso di elevare la professionalità dell’operatore addetto all’accettazione? (medico specializzando od altro), senza nulla togliere alla capacità e gentilezza degli operatori presenti. Adesso mi chiedo, già è frustrante e pesante convivere con gravi patologie, disagi, malesseri e stati d’animo di ogni tipo, ma dover raccontare ad alta voce tutte le mie problematiche, le mie patologie e le terapie che sto facendo e sentire quelle delle altre persone sedute di fianco a me, è veramente vergognoso nel senso più ampio della parola, e non degno di una società civile quale ci riteniamo anche tenendo conto della “FAMOSA” eccellenza della sanità Lombarda.

Non essendo presenti pareti fra una postazione e l’altra, causa le mascherine, tutti erano costretti ad alzare il tono di voce, ma non eravamo allo stadio, bensì a comunicare le nostre gravi patologie. La privacy non esiste più? Chi ha organizzato queste postazioni evidentemente non è competente del settore se non sa che esiste la privacy (parola ormai abusata e inflazionata). Forse stare tutti insieme appassionatamente e condividere le informazioni sui nostri mali ci fa sentire più sereni e tranquilli?

Non penso che in Ospedale manchino sale dove posizionare l’accettazione in modo più consono, credo solo si tratti di una pessima organizzazione.
Mi sono sentita veramente amareggiata per questo fatto. Questa situazione ha creato dei forti disagi a me ed ad altre 5 persone con cui mi sono confrontata durante l’attesa post-vaccino.

Non ci è sembrato giusto “nascondere” questa problematica e chiedo anche a nome delle altre persone coinvolte in questa situazione a dir poco imbarazzante, che vengano presi adeguati provvedimenti dalla direzione dell’ASST Sette Laghi, sempre che abbiano l’umiltà di raccogliere il nostro messaggio, merce rara negli enti pubblici.
Forse una volta il nostro Ospedale era il fiore all’occhiello, ora ci sarebbe tanto da raccontare e soprattutto da sistemare, il fiore è molto appassito.
In ultimo, si tenga conto che alcuni operatori presenti hanno condiviso il nostro pensiero dicendo che  l’hanno segnalato ma non sono stati ascoltati. Mi auguro che al richiamo per la seconda dose di vaccino ci sarà qualche miglioramento altrimenti dovremo dare ancora più visibilità all’argomento.

Grazie per l’attenzione
Una paziente fragile
(lettera firmata)

Redazione VareseNews
redazione@varesenews.it

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Pubblicato il 16 Aprile 2021
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