Marco Zago, preside del liceo Ferraris: “La scuola è in presenza ma dalla tecnologia non si torna indietro”

La sfida dell’emergenza pandemica per la scuola è stata enorme ed è tutt’altro che superata: la strada per il ritorno alla normalità è ancora in salita

Preside Marco Zago

La sfida dell’emergenza pandemica per la scuola è stata enorme ed è tutt’altro che superata: la strada per il ritorno alla normalità è ancora in salita. Per capire a che punto è la situazione negli istituti del territorio abbiamo iniziato un dialogo con i dirigenti scolastici che possa aiutare a capire quali sono le prospettive di uno dei settori più importanti e vitali per il futuro del nostro Paese.

Intervista a Marco Zago, Preside del liceo Ferraris di Varese, che ha preso servizio come dirigente il primo settembre 2020

Preside quali sono stati i principali problemi affrontati in questa emergenza sanitaria?
Sono arrivato il primo settembre. Ci tornavo dopo un’esperienza in reggenza che si era però conclusa nel dicembre precedente, in un momento, cioè, completamente diverso. Ho dovuto creare tutti i protocolli anticovid. Con i collaboratori, in 14 giorni, abbiamo fatto ciò che le altre scuole avevano fatto durante i mesi estivi. Metro alla mano, abbiamo sistemato le classi, con il distanziamento dei banchi, rivisto gli ingressi e i percorsi. Noi abbiamo classi anche di 31 alunni e aule di 50 metri quadri: sono stati sfruttati tutti gli spazi più ampi, persino l’aula magna. Abbiamo rivisto l’organizzazione per assicurare alle quinte spazi adeguati per accogliere tutti i ragazzi distanziati. A inizio anno eravamo in grado di assicurare lezioni in presenza agli studenti dell’ultimo anno e a quelli di prima. Era importante che i due gruppi potessero venire sempre a scuola, per ragioni diverse: i ragazzi di quinta dovevano preparasi alla maturità che, allora, si pensava si potesse svolgere in modo tradizionale. I nuovi iscritti arrivavano da 3 mesi di distanza, avevano concluso le medie separati, avevano bisogno di ritrovare il gruppo, conoscersi. Tutte le altre 21 classi sono venute in modo alternato: siamo partiti al 91% e poi abbiamo seguito lue indicazioni: al rientro in aula al 50% abbiamo scelto di alternare la presenza di gruppi classe e non di classi intere. Una scelta motivata sia da ragioni logistiche sia pedagogiche: ogni decisione è comunque sempre stata spiegata a tutti i rappresentanti. Questa trasparenza ha permesso di creare un gruppo molto unito che ha lavorato in grande sintonia.

Avete rivisto anche la dotazione tecnologica? 
Sì, sono stati fatti importanti investimenti. Abbiamo acquistato tablet su cui i docenti potessero scrivere, collegandosi direttamente alla Lim ma anche ai computer degli studenti a casa. Acquistato dei microfoni ambientali per garantire l’audio adeguato a chi segue a distanza. Grazie ad Eolo abbiamo aumentato la capacità di connessione e ora garantiamo 50 collegamenti in contemporanea. I docenti di informatica hanno creato gli account e adeguato le piattaforme,  i tecnici lavorato per garantire la connessione. Insomma, un impegno corale per garantire la mission della scuola che è quella di stare vicino agli studenti, al loro fianco nel percorso di crescita culturale. È stato semplice? Assolutamente no. I docenti hanno dovuto imparare velocemente a lavorare in un modo differente, hanno seguito corsi di formazione. Abbiamo costruito un modello di scuola flessibile, capace di stare a scuola al 50-70-100% o completamente a distanza.
E per il prossimo anno proseguiremo nel potenziare le capacità di connessione della scuola. Vogliamo garantire una connessione Wi-Fi in grado di sostenere la richiesta di tutti gli studenti che oggi devono lavorare con la propria connessione. Con il cloud e i propri device si potrà realizzare un ambiente didattico più dinamico e interconnesso, dove non ci sarà più bisogno di passarsi il foglio perché sarà tutto collegato. I ragazzi sono già abituati a lavorare in questo modo. La scuola virtuale, inoltre, potrà venire incontro a esigenze di mobilità: penso ai corsi di potenziamento al pomeriggio che oggi costringono i ragazzi a stare fuori tutto il giorno. Potranno invece tornare a casa e collegarsi per il potenziamento così di non perdere tempo in giro.

Quindi avete intenzione di non buttare tutto quanto costruito sino a oggi
Certamente. Abbiamo programmato una gita scolastica in streaming a Venezia. Una guida turistica mostra le bellezze architettoniche e pittoriche della città veneta. Non è la stessa cosa che essere fisicamente in laguna, ma pensiamo che , così, si possano aprire grandi opportunità. In rete c’è molto materiale, a partire da ciò che Rai Scuola ha messo a disposizione. Ma, più concretamente, anche molte riunioni potranno essere fatte in modalità virtuale con risparmio di tempo e spostamenti. Anche i colloqui con i genitori potranno essere concordati on line con ampia flessibilità, in modo da incontrare meglio le esigenze di docenti e genitori e garantire di più la privacy. Non sarà una svolta radicale: la presenza fisica rimarrà sempre e non si potrà prescindere da una scuola in classe di 27 o 30 ore. Ma altre attività potranno essere gestite più facilmente grazie alla tecnologia.

Il Digital divide è un problema?
È solo organizzativo. Una volta potenziata la rete e fatto gli acquisti necessari, non abbiamo rilevato alcun ostacolo. Anche tra i ragazzi, la connessione non è mai stato un limite. Grazie al sostegno del territorio abbiamo distribuito una quarantina di computer portatili. I rappresentanti degli studenti mi hanno segnalato ogni caso difficile che abbiamo risolto. Non dico che non siano stati fatti errori, ci mancherebbe, ma c’è stato un bel lavoro comune e una grande collaborazione.

Primo giorno di scuola liceo Ferraris Varese

Cosa occorrerà fare questa estate per una partenza serena a settembre?
Nell’istituto abbiamo ormai fatto tutti gli investimenti necessari. Dovremo attrezzare la sede distaccata di via Valverde che inizierà proprio a settembre. Per il resto, attendiamo di conoscere le direttive ministeriali

Ma la scuola rimarrà aperta in estate?
Sì. A giugno e luglio offriremo ai ragazzi occasioni per ritrovarsi e stare insieme. A iniziare dal laboratorio di teatro che non abbiamo potuto svolgere. Poi ci saranno anche attività di potenziamento delle competenze. Questa scuola ha stretto relazioni con diversi attori per permettere ai ragazzi di applicare quanto stanno apprendendo. Hanno partecipato a un concorso di Univa in cui hanno utilizzato il pensiero scientifico per realizzare delle app gestionali, abbiamo rapporti con la Protezione civile , con l’ospedale per il nostro percorso a curvatura biomedica. Tante relazione che consentono ai ragazzi di crescere.
In parte, l’estate si utilizzerà anche per il recupero di competenze ma sarà dal primo settembre che punteremo sul potenziamento e recupero di parti di programma svolto parzialmente o non in modo adeguato a causa della situazione.

Cosa si augura per la ripartenza a settembre?
Io auspico un grande senso di responsabilità da parte di tutti, mascherine, distanziamento, rispetto delle regole. Non c’è differenza tra dentro o fuori scuola. In questi mesi devo dire che ci sono sempre stati ottimi rapporti con le istituzioni, dal Prefetto, ad Ats, ai trasporti, alle forze dell’ordine. Grande ascolto e impegno. Poi, certo, se io ho 1300 alunni e ci sono 10 pullman per il trasporto, nel momento in cui devo dividerli su due turni, quei mezzi dovrebbero raddoppiare. Non tutto è possibile: per ripartire servirebbe uno sforzo maggiore e investimenti che garantiscano serenità.

liceo ferraris

Ma anche all’interno delle scuole andrebbe rivista l’organizzazione
Sicuramente, si dovrebbero rivedere alcune norme che oggi, alla luce della pandemia, si sono rivelate penalizzanti. Se le classi fossero meno popolose, le cose andrebbero diversamente. E non è solo una questione sanitaria, che vuol dire già tanto, ma anche didattica. La concentrazione non è ottimale: non credo che si potrà ovviare in tempi brevi, ma, in prospettiva, mi auguro che si valutino i vantaggi di una revisione degli attuali parametri.

Ha avuto casi di dispersione scolastica?
No, magari qualche fragilità, ma i coordinatori classe sono sempre stati presenti e davanti a una difficolterà siamo intervenuti.

Avete lo sportello psicologico?
Certamente. È stato aperto subito e ha coinvolto molti studenti. Recentemente abbiamo fatto anche un incontro con tutti i docenti dove la psicologa ha restituito alcune sue valutazioni. È stato molto istruttivo perché la relazione con la psicologa permettere anche agli insegnanti di gestire meglio alcune situazione. Il confronto è diventata un’abitudine costruttiva. Credo che i gli insegnanti abbiamo lavorato molto, sperimentato nuove modalità, relazioni, per tenere unita la scuola, stare al fianco dei ragazzi così da mantenere il percorso valido e coinvolgente.

Avete avuto tanti contagi?
A metà ottobre abbiamo avuto varie classi in quarantena. Si trattava sempre di casi singoli ma che provocavano la quarantena di tutto il gruppo. Pochi, invece, sono stati gli insegnanti. I casi sono sempre stati isolati e hanno interessato circa il 10% della popolazione del Ferraris. Ciononostante, la burocrazia è aumentato del 40%, ha assorbito tantissimo tempo in contatti, comunicazioni, organizzazione, contact tracing. Da quando è ripresa la scuola abbiamo avuto tre casi, pochi ma il lavoro che crea la gestione delle quarantene è davvero molto e faticoso.

 

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Alessandra Toni
alessandra.toni@varesenews.it

Sono una redattrice anziana, protagonista della grande crescita di questa testata. La nostra forza sono i lettori a cui chiediamo un patto di alleanza per continuare a crescere insieme.

Pubblicato il 28 Aprile 2021
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