Ritrovi molesti a Gallarate, “toglieremo le panchine da via Manzoni”
Da un paio di mesi nuovo ritrovo del gruppo di persone con dipendenze che si sposta da una zona all'altra del centro. Il sindaco: "Me lo chiedono residenti e commercianti"
Via le panchine da via Manzoni e piazza Guenzati a Gallarate, per togliere il punto di ritrovo usato da «persone alcolizzate e perditempo». Magari non tutte, ma un buon numero di panchine scompariranno: l’ha annunciato il sindaco Andrea Cassani.
Soprattutto l’insieme di panchine tra la piazzetta e la via Manzoni è diventata da un paio di mesi nuovo ritrovo diurno del gruppo di persone con dipendenze che da anni “migra” da un punto all’altro della città: nell’ultimo periodo c’erano stati anche diversi interventi della Polizia Locale, anche per litigi interni al gruppo.
«Leveremo le panchine, non è un rimedio definitivo, ma riporterà pace per i cittadini che lì abitano, senza che persone perditempo, alcolizzate e indecorose rovinino la via Manzoni» ha annunciato Cassani in diretta Instagram.
C’è stato anche qualche commento critico e contrario, ma Cassani ha difeso la linea: «Parecchi cittadini e commercianti mi hanno chiesto di togliere le panchine, poi lo so già che ci saranno benpensanti e qualche pagina facebook che diranno “il sindaco toglie le panchine”». Ad essere rimosse dovrebbe essere prima di tutto le panchine tra la piazzetta e via Manzoni, che prima della pandemia erano invece frequentatissime anche la notte dagli avventori dei locai vicini. «Qualche panchina rimarrà, non le toglieremo del tutto, altre ne troverete a trenta metri da quelle», ha rassicurato.
Come già fatto tre anni fa in Piazza Risorgimento (allora la scelta fu criticata da alcuni), l’idea è che l’assenza di sedute allontani il gruppo verso altre zone, in assenza di altri strumenti che servano ad espellere persone considerate indesiderabili. «Alcuni di loro sono stati anche denunciati, a piede libero ovviamente, perché su queste cose la magistratura però tende a non intervenire e trovare tutte le giustificazioni del caso, in più alcuni reati sono anche stati depenalizzati».
Le persone che fanno parte del gruppo sono per lo più senzatetto, quasi tutti con problemi di dipendenze: alcuni hanno sistemazioni di fortuna, altri vivono nelle due casi di accoglienza, Casa di Francesco (comunale gestita da Caritas) e Casa di Sant’Eurosia (delle parrocchie di Gallarate).
Oltre che in via Manzoni, il gruppo si muove di solito tra piazza Risorgimento (dove di solito viene usato come seduta il monumento al Carducci), piazza Libertà e via Verdi.
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In pratica non mettiamo le forze dell’ordine a controllare e bastonare questi incivili…ci arrendiamo all’inciviltà stessa, gli diamo campo libero e spogliamo le nostre città. Al limite questi si sposteranno ed il problema lo prenderanno sul groppone altre persone.
La decadenza di questo paese non rallenta bensì accelera.
… in effetti Gallarate vanta un arredo urbano di prim’ordine, verde e ombreggiamento in tutta la ZTL … e togliere le panchine risolve il problema … perchè il gruppo non si sposterà in un’altra piazzetta con altre panchine o “trenta metri più avanti” vero?!
… non si risolvono così i problemi … o adesso attendiamo che tolgano tutti i semafori perchè non regolano il traffico ma fanno perdere tempo … lo chiedono gli automobilisti!!
leggo commenti ironici e sdegnati dei soliti benpensanti …
chiaramente togliere le panchine non è una soluzione al problema. Ma oggi per lo meno in piazza Risorgimento si può passare…
L’unica soluzione “definitiva” non è percorribile perchè (purtroppo o per fortuna) viviamo in uno stato di “diritto”. I sindaci non hanno poteri da super eroi…Non possono risolvere problemi di questi tipo, ma solo “spostarli”… per lo meno si prova a fare qualcosa…sicuramente di più produttivo di una critica non “propositiva”…
Qui non è il solito discorso benpensante o meno. Questo paese deve cambiare andazzo e le leggi (poche ma efficaci) vanno fatte rispettare indipendentemente dal colore, provenienza e nazionalità, età e qualsivoglia tratto distintivo.
Ora l’Italia è preda di un buonismo ipocrita intollerabile che fa fuggire chiunque dal svolgere le sue mansioni. Il controllore gira la testa per non vedere ed il delinquente ne approfitta dell’anarchia per soverchiare.
E non c’è bisogno di una dittatura per cambiare…ci sono altri Stati in Europa molto più democratici di noi dove le regole vengono fatte rispettare mentre noi abbiamo paura anche a rivolgerci al nostro vicino di casa per invitarlo anche solo a fare meno rumore o far smettere di abbaiare il cane in piena notte. Questo non perché siamo codardi ma perché siamo consapevoli che qualsiasi sarà la sua reazione, violenta o meno, non gli verrà addossata alcuna responsabilità.
E se questo è il modo di fare tra vicini poco ci vuole a capire come mai certe piazze sono in preda a spacciatori e giovani dalla movida continua che poi sfocia in risse e violenza.
Quel provare a “fare qualcosa” come dice Lei io la interpreto come una resa e come indirettamente tollerare che pochi individui facciano scempio del bene pubblico e del diritto alla quiete di chi abita in città. E noi che facciamo? Non gli invitiamo a smettere, non li rendiamo la vita facile. Gli togliamo le panchine sperando che il problema migri spontaneamente da un’altra parte.
Che vadano in Trentino a fare lo stesso casino…stesso Paese…stessi leggi ma altra mentalità evidentemente.